Il Presepe di Matera

Arte e cultura

Il Presepe fu realizzato nel 1534 da Altobello Persio (scultore, Montescaglioso (Mt) 1507 – 1593) e Sannazaro di Alessiano, del quale poco o nulla si conosce, è in pietra calcarea scolpita e dipinta e si trova nella cappella dedicata a San Nicola appositamente costruita infondo alla navata sinistra della Cattedrale di Matera.
Il Persio non realizzò solamente il presepe di Matera, ma anche un altro nel 1550 a Tursi.

Nel presepe materano risultano ben visibili le affinità con alcuni presepi realizzati dal Putignano in Puglia, sicuramente il Persio si è ispirato a questi ultimi sia per il materiale utilizzato (la pietra dura di Putignano), sia per il trattamento dei personaggi.

Alla Sacra Famiglia viene dato un ruolo decisamente più importante rispetto alle altre figure, ciò si può cogliere anche dal fatto che sono di dimensioni maggiori, sicuramente per meglio sottolineare la centralità della rappresentazione della nascita di Cristo rispetto al resto.
Guardando il Presepe del Persio sembra di trovarsi in un mondo fatato, visto il tono quasi fiabesco con il quale lo scultore ha voluto raccontare il sacro evento. Colpiscono la policromia e la dovizia di particolari con i quali sono rese le vesti dei personaggi.


Museo Diocesano di Matera

Arte e cultura

Il Museo Diocesano di Matera si trova vicino alla Cattedrale della Bruna ed è stato allestito in antichi locali ristrutturati della diocesi.

Il museo si compone di 3 ampie sale in cui sono esposte varie opere di arte sacra. Il percorso museale si snoda in un “viaggio nel tempo a ritroso”, che parte dai giorni nostri e giunge alle origini della chiesa materana. Attualmente ospita un cospicuo numero di argenti sacri databili tra l’XI e il XIX sec provenienti dal tesoro della Cattedrale di Matera e dalla chiesa di Santa Chiara.

Tra gli oggetti più antichi esposti presso il Museo Diocesano di Matera spicca l’enkolpion, o croce pettorale, di manifattura bizantina, della metà del XI secolo.


Il Santuario della Madonna del Pollino a San Severino Lucano

Arte e cultura

Il settecentesco santuario della Madonna di Pollino, in posizione dominante su uno sperone roccioso delle pendici settentrionali del monte Pollino, a oltre 1550 metri, sembra sia stato edificato proprio laddove la Madonna sarebbe apparsa per la prima volta ad un pastorello.

Molto semplice nella sua struttura è rifugio dell’anima e del cuore dei fedeli che da giugno a settembre fanno visita alla Madonna.

A pochi metri dal santuario cattura lo sguardo di ogni pellegrino la splendida scultura in bronzo, alta oltre due metri, realizzata dall’artista olandese Daphnè Du Barry, raffigurante la Vergine, con il Bambino tra le braccia e protese verso chi la osserva, quasi nell’atto di donare il proprio Figlio al mondo.

Ogni anno San Severino Lucano San Severino Lucano diventa “teatro” di uno dei più sentiti pellegrinaggi mariani della Basilicata, quello in onore della Madonna del Pollino. In tarda primavera, la Vergine è condotta nel suo santuario, posto su uno sperone roccioso a qualche km da San Severino: qui rimane fino al giovedì che precede la prima domenica di luglio, quando per tre giorni prende vita una grande festa popolare che si svolge a ritmo di musiche e danze popolari fino alla domenica, giorno in cui la statua viene riportata in paese accompagnata da una lunga processione.

 

San Severino Lucano


L'Abbazia di San Michele Arcangelo

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Nello splendido scenario naturalistico offerto dai due bacini lacustri di Monticchio, sorge l’Abbazia di San Michele Arcangelo. L’Abbazia fu costruita nell’VIII sec dC nel luogo in cui sorgeva una grotta, scavata nel tufo, abitata dai monaci basiliani.

Oggi fanno parte del complesso  un convento a più piani, una chiesa settecentesca e la cappella di San Michele arcangelo. La grotta dell’Angelo dedicata a san Michele è adornata da affreschi risalenti alla metà dell’XI secolo ed era il luogo dove si riunivano in preghiera i monaci italo-greci che anticamente abitavano la zona.

Nel corso dei secoli l’Abbazia ha visto il susseguirsi di diversi ordini monastici, infatti vi sono stati prima i Benedettini, poi gli Agostiniani ed infine i Cappuccini.

La stessa struttura dell’edificio di culto ha subito nel tempo varie modifiche. I recenti restauri del complesso hanno ulteriormente modificato il santuario e l’area adiacente. Nella chiesa sono state rimosse tutte le decorazioni barocche; è stata riportata alla luce la gradinata di collegamento tra la chiesa e l’edicola dell’Arcangelo mentre, dopo la demolizione della volta è stata costruita una copertura a capriate in cemento armato.

Molto attraente è la vista che si gode direttamente dalla chiesa dei laghi di Monticchio, ciò è stato reso possibile grazie all’apertura della facciata tardo-medievale del santuario lungo il corridoio che collega la foresteria al convento. Infine un piccolo ambiente, collegato alla navata laterale sinistra, è stato trasformato in cappella per conservarvi l’altare maggiore rimosso dal presbiterio dopo la distruzione della decorazione barocca.

Il santuario, oggi, appare completamente inglobato nella chiesa e nel convento eretto dai Cappuccini, all’interno di una stratificazione storica e culturale che dà vita ad un unicum insolito e molto suggestivo.


La Cattedrale di Acerenza

Arte e cultura

La Cattedrale di Acerenza dedicata a S. Maria Assunta e a S. Canio, è uno dei monumenti più importanti della Basilicata.
Fu costruita nell’IX sec sull’area della chiesa paleocristiana, a sua volta sorta su un tempio pagano dedicato ad Ercole Acheruntino.
La realizzazione fu voluta dall’Arcivescovo Arnaldo, già abate dell’abbazia di Cluny, per la realizzazione della Cattedrale di Acerenza furono impiegati architetti francesi, i quali si ispirarono al monastero benedettino francese.
Nella cripta che fu realizzata sotto al presbiterio nel 1524, uno degli esempi più interessanti realizzati nel Mezzogiorno d’Italia, si conserva un pregevole sarcofago dei conti Ferrillo, un’antica acquasantiera e i mirabili affreschi cinquecenteschi attribuiti a Giovanni Todisco da Abriola.


Aree e Musei Archeologici in Basilicata

Arte e cultura

I musei archeologici in Basilicata rappresentano l’eco del più antico passato che risuona in questa regione considerata il cuore della Magna Grecia. Tra parchi e musei archeologici, come i siti di Metaponto e Policoro, la Basilicata è meta ideale per il viaggiatore alla ricerca di continue scoperte.

I musei archeologici in Basilicata sono davvero numerosi, custodi di segni e simboli delle prime tracce di insediamenti umani a partire già dal Paleolitico fino al dominio romano, per un viaggio senza tempo nella Basilicata archeologica.

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