La dinastia degli Svevi: Federico II e le amate terre del Vulture

Nel 1194 l’ultima discendente degli Altavilla, Costanza, sposò Enrico VI di Hohenstaufen, e da tale unione la civiltà normanna incontrò quella degli Svevi dando vita così ad un periodo ancora più florido. Fu dalla loro unione che nacque Federico II, sovrano illuminato, uomo di cultura e arte che amò incondizionatamente il Vulture eleggendolo a suo luogo preferito di villeggiatura. Era infatti un mecenate che amava circondarsi di poeti, letterati, filosofi e scienziati: contribuì alla nascita della letteratura italiana, nella sua corte si costituì una scuola poetica siciliana e pare che lui stesso fu autore di quattro canzoni scritte in volgare meridionale.

A Melfi emanò Le Costitutiones melphitanae, il più ampio e completo codice di leggi del Medio Evo nel quale espose principi di governo anche molto innovativi per l’epoca. Forse proprio durante la permanenza in Vulture fra il castello di Melfi e il castello di Lagopesole, roccaforte da lui voluta per ampliare la sua rete di castelli e fortezze, Federico II trasse l’ispirazione per scrivere il De arte venandi cum avibus, un manoscritto sulle attività venatorie, un vero e proprio trattato di falconeria sull’allevamento, addestramento e impiego nella caccia dei rapaci, che praticava con grande passione.

Federico II fu un uomo dalle grandi contraddizioni, soprattutto in ambito religioso, e ambivalente fu infatti il suo rapporto con la Chiesa: da Crociato e Imperatore del Sacro romano impero a sovrano scomunicato più volte per il suo operato. Il suo rapporto con il Papa fu contraddistinto da alleanze e ostilità. Addirittura, nel 1241 imprigionò nel castello di Melfi cardinali e vescovi francesi che erano diretti ad un concilio papale che prevedeva la sua deposizione.

Il ruolo che rivestì il Vulture durante le Crociate, fu fondamentale. Qui venivano accolti i cavalieri in procinto di partire per la Terra Santa. Oggi a testimonianza di ciò rimangono alcuni segni nel Convento della Trinità a Venosa e nella cappella rupestre della Madonna delle Spinelle. Scoperta nel 1845 era parte della vicina Basilica di Santo Stefano da cui, secondo la leggenda, partirono i Cavalieri normanni per la prima Crociata in Terrasanta nel 1096 capeggiati da Tancredi di Altavilla ricordato dal Tasso nella Gerusalemme liberata.

 

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