Un viaggio nei principali eventi della tradizione in Basilicata. Tra fantasia, memorie, folclore
La Pandemia ci ha abituati a rivedere le nostre consuetudini, a rinunciare a momenti che in precedenza abbiamo dato per scontati, a rimodulare il nostro tempo.
Ma la storia, si sa, non si cancella, come non si cancellano le tradizioni che affondano le proprie radici in un passato antico. Un passato vivo nella cultura dei nostri paesi e nel folclore che ne contraddistingue i singoli passaggi, vivo, soprattutto nel senso di appartenenza alle nostre comunità.
Così, se è vero che un alone di incertezza avvolge l’organizzazione del tradizionale Carnevale Lucano e le modalità sull’eventuale svolgimento, è pur vero che le limitazioni indotte dal Covid non influiranno sulla libera fantasia di ciascuno e sull’ottimismo di chi voglia rievocare, anche solo con la memoria, le antiche usanze che animano i Carnevali della Basilicata.
Quasi tutti con inizio il 17 gennaio, in occasione di sant’Antonio Abate, per culminare nel giorno del Martedì Grasso e del Mercoledì delle Ceneri, sono sempre riusciti a raccontare il territorio creando un binomio perfetto tra realtà e finzione, con il solo scopo di nutrire le emozioni di un intero popolo, quello lucano. E continueranno a farlo.
Basterà allora chiudere gli occhi per ritrovarsi con in testa i cappelli di paglia e indosso i mantelli a ruota dei suonatori dei Campanacci di San Mauro Forte. Non ci vorrà molto per vivere la sensazione di ascoltare il suono fragoroso, e al contempo cupo, di grosse campane, simbolicamente distinte in “maschi” e “femmine”, metafora di fecondità.
A Tricarico, intanto, si vedranno girare per le strade del paese eccentrici e ignoti figuranti pronti a confrontarsi in una lotta ancestrale: sono L’Mash-kr” (Le Maschere) di Tricarico, il “toro” e la “mucca”. Aguzzando l’immaginazione si potranno indossare i caratteristici cappelli delle mucche, a falda larga, coperti da foulard e da un velo, decorati da nastri colorati lunghi fino alle caviglie, oppure il copricapo nero del toro.
E chissà quali volti si nascondono dietro alle inquietanti Maschere Cornute di Aliano, frutto del lavoro certosino di artigiani locali. Dipinte e caratterizzate da corna che spuntano sulla fronte e da adunchi nasi pendenti, sfilano con in sottofondo fisarmoniche e cupa cupa.
Spostandosi poi nello scenario del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, l’atmosfera silenziosa e solenne che pervade il bosco rimanda al “Rumit” del Carnevale di Satriano di Lucania. È l’uomo albero rivestito di edera, simbolo della foresta che cammina invasa da 131 Rumit, quanti sono tutti i comuni lucani. Sullo sfondo si intravedono l’Orso e la Quaresima, maschere tipiche che inscenano un matrimonio.
Eccoli Carnevalone e Quaremma, Carnevalicchio e “U’ Fus (la Parca Romana), sfrontati protagonisti del Carnevalone Tradizionale di Montescaglioso vestiti di carta, cartoni, stoffe di abiti in disuso, mentre senza ritegno pretendono monete e ingurgitano cibo e vino. La domenica precedente e lo stesso Martedì Grasso vanno in scena anche i carri allegorici del Carnevale Montese espressione di satira e fatti di attualità.
L’Orso e il Carnevale di Teana regalano un altro tuffo nel passato, compagni di viaggio di anomali personaggi: la sposa e lo sposo, giudici e medici, “u’ Pezzente” e la Quaremma, inspiegabilmente innamorata dell’alcolizzato, povero, sciatto Carnevale.
E se anche ballare è divenuto ormai un vezzo lontano, basta poco per immaginarsi abbigliati di lunghe tuniche rosse, un cappuccio e un mantello che coprono spalla e braccia, e rivivere l’insolita dimensione del Domino di Lavello tipica maschera del comune lucano.
Un gruppo di maschere guidate dalla principale, Il Capodanno, si snoda poi lungo le strade di Cirigliano. Sono “I mesi dell’anno e le quattro stagioni” che accompagnano la bara del Carnevale, bruciato nel rogo.
Come accade infine per Il Carnevale di Paglia di Viggianello, mentre sotto gli occhi dello spettatore scorrono le splendide immagini di un paesaggio che abbiamo la speranza di rivedere. Presto. Perché è tutto solo rinviato.