Itinerario letterario su Carlo Levi
«…fu dapprima esperienza, e pittura e poesia…e poi teoria e gioia di verità per diventare infine apertamente racconto…». Racconto della Basilicata, della sua gente, della sua storia, questo ha rappresentato per Carlo Levi il suo “Cristo si è fermato ad Eboli”, ispirato dal confino trascorso in terra lucana (1935-1936). Accusato di appartenere ad organizzazioni sovversive antifasciste, Levi arriva a Grassano per poi essere trasferito ad Aliano.
Durante il soggiorno in Basilicata lo scrittore esercita per la prima volta la professione di medico, nonostante avesse conseguito nel 1923 la laurea in Medicina, a Torino, città in cui nasce il 29 novembre 1902. Ad Aliano, Gagliano come più volte chiama il paese lucano nel suo libro, secondo la pronuncia locale, Levi stringe un’amicizia profonda con la gente del posto che vede in lui un riferimento come uomo, perché ne comprende le difficoltà e la sostiene, e come medico, curandone, gratuitamente, i malanni.
In Basilicata il confinato torinese coltiva anche un’altra delle sue passioni, la pittura, e, dipingendo, incornicia i volti di quegli uomini e quelle donne, mettendone in evidenza l’animo, la fatica, il dolore per la miseria. Quei volti diventano i protagonisti dei dipinti esposti, nel 1954, alla Biennale di Venezia. La vita di tutti giorni e il confronto con il popolo lucano, inoltre, gli suggeriscono appunti per il suo taccuino, appunti che, nel 1943, diventano le pagine del suo capolavoro: “Cristo si è fermato ad Eboli”.
Come egli stesso dirà: «Come in un viaggio al principio del tempo “Cristo si è fermato ad Eboli” racconta la scoperta di una diversa civiltà. È quella dei contadini del Mezzogiorno: fuori della Storia e della Ragione progressiva, antichissima sapienza e paziente dolore. Il libro tuttavia non è un diario; fu scritto molti anni dopo l’esperienza diretta da cui trasse origine, quando le impressioni reali non avevano più la prosastica urgenza del documento».
Levi muore a Roma, il 4 gennaio del 1975, ma, secondo le sue volontà, viene sepolto ad Aliano, nel cimitero in cui spesso la gente lo incontrava con cavalletto e colori. Nel paese in cui: «Mi pareva di essere staccato da ogni cosa, da ogni luogo, remotissimo da ogni determinazione, perduto fuori del tempo…».
Opere
Letteratura
Cristo si è fermato a Eboli (1945)
Paura della libertà (1946)
L’Orologio (1950)
Le parole sono pietre – Premio Viareggio – (1955)
Il futuro ha un cuore antico (1956)
La doppia notte dei tigli (1959)
Un volto che ci somiglia. Ritratto dell’Italia (1960)
Tutto il miele è finito (1964)
Pittura
Ritratto del padre (1921)
Il fratello e la sorella (1925)
Le officine del gas (1926)
Candida (1927)
Parigi (1927)
Donna con cloche (1928)
Autoritratto con barba (1929)
Vele (1929)
Caramelle Baratti (1930)
Ritratto della madre (1930)
L’eroe cinese (1932)
Ritratto di Carlo Rosselli (1932)
Leone Ginzurg (1933)
Lamento funebre per Rocco Scotellaro (1933-34)
La strega e il bambino (1936)
Ritratto di Paola vestito a fiori (1938)
Ritratto di Gadda (1942)
La guerra partigiana (1944)
Ritratto di Pablo Neruda (1951)
Inferno e Paradiso (1972)
Nuotatore
Lucania ’61
I dipinti del confino
La santarcangiolese (1936)
La strada alle grotte (1935)
Paesaggio di Aliano o Aliano in grigio-rosa (1935)
Ritratto di Paola sul cuscino (1935)
Tonino o ragazzo lucano (1935)
Il capitano e le volpi (1935)
Itinerario
Questo itinerario culmina in uno dei luoghi chiave nella vicenda lucana di Carlo Levi: Grassano, il primo paese della Basilicata in cui lo scrittore torinese viene confinato. È il 3 agosto del 1935 e alloggia nell’albergo “Prisco”, in Corso Umberto. La partenza è invece fissata in Guardia Perticara, poco distante da Aliano, qui Levi viene trasferito dopo la permanenza a Grassano. Meno servito dai mezzi di trasporto, Guardia Perticara “Gagliano”, secondo la pronuncia locale, si rivela più adatto al periodo di isolamento imposto allo scrittore torinese.
Guardia Perticara rientra nel club “I borghi più belli d’Italia”, insieme ad Acerenza, Castelmezzano, Pietrapertosa e Venosa. Dal 2011 sul piccolo paese della provincia di Potenza “sventola” la “Bandiera arancione”, marchio di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club ai piccoli comuni dell’entroterra italiano.
Aliano
A poco più di 15 chilometri, aggrappato al bordo di un dirupo, ecco Aliano, il comune della provincia di Matera immerso nel paesaggio lunare dei “calanchi”, imponenti e suggestive colline argillose erose dalla pioggia e dal vento. Non esiste fotografia più nitida che delinei i tratti del paesino che lo ospitò come quella scattata da Carlo Levi dal terrazzo della sua casa: «Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone […] e venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco».
Ad Aliano oggi è possibile visitare il Parco Letterario e la Casa Museo dello scrittore torinese.
Craco
Puntando a nord, si procede alla volta di Craco, il “paese fantasma”, così definito in seguito alla frana che nel 1963 distrusse la cittadina della provincia materana costringendo gli abitanti a trasferirsi a valle, nella frazione Peschiera di Craco. Inserito nella Watch List 2010 del WMF, Craco è patrimonio storico e culturale dell’umanità. Oggi, attraverso un percorso di visita guidata, lungo un itinerario messo in sicurezza, è possibile raggiungere il corso principale del paese, fino a quello che resta della vecchia piazza principale, sprofondata proprio in seguito alla frana.
Matera
Location cinematografica da oltre sessant’anni, scelta da nomi altisonanti del grande schermo italiano e straniero – da Pier Paolo Pasolini a Mel Gibson -, Matera è la “Città dei Sassi”, il Barisano, a nord ovest, e il Caveoso, a sud, con al centro la Civita, il nucleo più antico dell’abitato. Dal ’93 Patrimonio Mondiale dell’Unesco, i Sassi rappresentano un complesso urbano composto dall’avvicendarsi di vicoli e scale, grotte, palazzotti signorili e chiese scavati nel tufo. Culla dell’arte e del sapere, al punto da esser candidata a “Capitale Europea della Cultura 2019”, Matera ospita numerosi musei: il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola”, il Museo della Scultura Contemporanea (Musma), con sede nell’antico Palazzo Pomarici, e quello Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, nello splendido Palazzo Lanfranchi. Su questo territorio sorge anche il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, anch’esso Patrimonio Mondiale dell’Unesco, uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia. Dal fascino inequivocabile, in località Pietrapenta, è di straordinaria bellezza “La Cripta del Peccato Originale”, la chiesa-grotta definita “Cappella Sistina” della pittura parietale rupestre per il ciclo di affreschi realizzato cinquecento anni prima di Giotto, che illustra il racconto biblico dei primi capitoli della Genesi.
Tra Palazzi storici e chiese custodi di interessanti opere d’arte, Grassano è uno degli esempi più importanti di insediamento urbano edificato dall’Ordine di Malta in Basilicata. Tra i Palazzi signorili si distingue Palazzo Materi, cui fa riferimento anche Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”. Sul punto più alto del paese svetta la Chiesa Madre, originariamente cappella del castello del Commendatore di Malta. Una volta a Grassano merita una visita anche il Convento di Santa Maria del Carmine dove sono conservate tele del Seicento e del Settecento, oltre a prestigiosi affreschi (‘700) e una Via Crucis di Domenico Guarino. Il territorio di Grassano è caratterizzato da agglomerati di cantine-grotte, scavate in suggestive pareti verticali, sono i cosiddetti “Cinti” di Grassano.