Parco Nazionale del Pollino

Diviso tra la Basilicata e la Calabria, con i suoi 192 mila ettari e oltre, il Parco Nazionale del Pollino è l’area protetta più estesa d’Italia e tra le più variegate dal punto di vista paesaggistico. La sua denominazione deriva dalla vetta del massiccio del Pollino, chiamato dai greci “Mons Apollineum”, il monte di Apollo, immaginando il Pollino come l’Olimpo della Magna Grecia. 

Vegetazione e Fauna

Suddiviso in cinque vallate principali: Mercure, Frido, Sarmento, Serrapotamo e Sinni, il Parco Nazionale del Pollino è uno scrigno di bellezze naturali, di sapori e di storia. La sua vegetazione, diversificata in fasce altitudinali, si distingue per la varietà delle specie presenti, per la vastità del territorio e per le differenti condizioni ambientali che ne determinano lo sviluppo.

Boschi di querce, castagni e cerri, dominano la fascia supramediterranea. Ciò che però rende unica la vegetazione montana del Parco Nazionale del Pollino è il suo simbolo per eccellenza, il Pino Loricato, visibile soprattutto sulla cima di Serra di Crispo, denominata il “Giardino degli Dei”, proprio perché considerata uno dei santuari di questa rara specie arborea. 

Scendendo verso i pianori carsici, invece, è possibile ammirare, dal disgelo in poi, una straordinaria varietà di fiori, che vanno dalle orchidee selvatiche, alle genziane e ai narcisi,  dai colori e dai profumi indimenticabili. Viggianello, ad esempio, è definito  il “borgo delle ginestre” proprio perchè, soprattutto nel mese di maggio, distese di fiori ne caratterizzano il paesaggio.

Oltre alle varietà vegetali, il Parco Nazionale del Pollino, per via della sua posizione geografica, offre una ricca varietà di specie faunistiche. Dodici specie di rapaci, dall’aquila reale al falco pellegrino al grande gufo reale. Tra i mammiferi sono presenti tutte le specie più significative dell’Appennino Meridionale, come il lupo, il gatto selvatico, la lontra, l’istrice, il capriolo e il cervo.

Tradizioni, cultura, attività

Natura, sport e cultura si coniugano in questa straordinaria area verde della Basilicata, custode non solo di bellezze ambientali, ma anche di musei in cui aleggiano antiche memorie, storia e tradizioni della civiltà contadina e delle comunità arbëreshë. 

 Porta d’ingresso al Parco del Pollino è Rotonda, sede dell’Ente Parco, dove, dopo aver assaporato piatti e ricette con i suoi prodotti tipici, la melanzana DOP e i fagioli Dop o i peperoni cruschi Igp di Senise, si può andare a visitare l’Ecomuseo nel complesso monumentale di Santa Maria della Consolazione.

Tra le mete preferite per i pellegrinaggi e i ritiri spirituali c’è anche il Santuario della Madonna del Pollino, impreziosito dalla statuta bronzea della Madonna con il Bambino, realizzata dall’artista olandese Daphnè Du Barry, a San Severino Lucano.

Due i borghi del versante lucano del Parco del Pollino fondati da gruppi di profughi albanesi che nel XVI secolo abitarono questi luoghi, per sfuggire alle invasioni turche: San Paolo Albanese e San Costantino Albanese.

Qui è possibile visitare i musei demoetnoantropologici ammirare le architetture che richiamano il passato arbëreshë e assistere ancora oggi a funzioni religiose fortemente legate al rito greco-bizantino. 

Sospeso tra il mare e i monti c’è poi Valsinni, borgo indissolubilmente legato alla figura di Isabella Morra, di cui è possibile visitare il parco letterario e il castello feudale dove si consumò la sfortunata esistenza della poetessa cinquecentesca che catturò l’attenzione di Benedetto Croce.

Ancora vive le tradizioni dei riti arborei, i “matrimoni tra gli alberi”, che si svolgono ogni anno tra la primavera e l’estate, per celebrare l’unione tra un tronco d’albero e una cima in un arcaico rituale propiziatorio. 

Per gli amanti dell’avventura, sono molteplici le attività outdoor e le attrazioni, fra cui uno dei ponti tibetani più lunghi al mondo, il Ponte tra i Due Parchi, che unisce il Parco Nazionale del Pollino al Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’agri Lagonegrese.

Tanti i cicloturisti che scelgono le strade del Parco, per vivere un’esperienza slow totalmente immersi nella natura.