Il silente borgo rurale di Grottole sorge su un promontorio tra i fiumi Bradano e Basento e il suo nome evoca le “grotticelle”, locali in realtà ancora visibili lungo le pendici del paese e utilizzati dagli artigiani per plasmare dall’argilla vasi e brocche.

Vagando tra le strette viuzze lastricate ci si imbatte in scale, vicoli, archi e stradine in salita, mentre sulle antiche casette ad un piano dette “jrutt” svettano i suggestivi resti della maestosa chiesa dedicata ai Santi Luca e Giuliano, rimasta incompiuta e denominata “Diruta”.

Quello di Grottole è uno dei centri più antichi della regione, come testimoniano i ritrovamenti di insediamenti preistorici, greci e romani.

Fortificato dai Longobardi, in epoca normanna il comune passa sotto il dominio di Guglielmo Braccio di Ferro, e successivamente di Roberto il Guiscardo, per poi entrare essere gestito dai conti Loffredo. Numerose altre famiglie entrano in possesso del feudo di Grottole fino a quando nel 1738 subentrano i Sanseverino di Bisignano.

Un borghetto suggestivo in cui ci si perde tra palazzi storici e architetture dall’elevato valore storico, come il castello feudale.

Il maniero sorge sulla sommità della collinetta della Motta, distaccata dal centro abitato, spicca il castello feudale con la sua torre centrale, a base quadrata, e diversi ambienti che formano il corpo vero e proprio del palazzo. Oggi si può ancora ammirare il pregevole e grande camino, posto proprio in prossimità della torre e decorato da stucchi.

Di notevole importanza a Grottole è poi l’artigianato locale incentrato sulla lavorazione dell’argilla che, plasmata, prende la forma di piatti, vasi e brocche.

Cucina povera, semplice e genuina, quella di Grottole è legata ai prodotti della terra, dai sapori e profumi accattivanti.

Tra i primi piatti si distinguono soprattutto la pasta di casa, in particolare le orecchiette e i cavatelli preparati soprattutto con sughi decisi insaporiti da peperoncino, pecorino e carne. Non sono da sottovalutare i piatti a base di legumi, verdure e ortaggi quali: tra i quali predominano fave, ceci, fagioli, melanzane, zucchine e peperoni.

Prelibate portate a base di agnello e capretto sono i tipici secondi piatti, tra i quali si annoverano anche la “ciallédd’”, pane cotto raffermo, con pomodoro, basilico, cipolla, olio, sale, e uova.

Grottole, insieme ai comuni di Miglionico e Matera, rientra nella splendida Riserva regionale di San Giuliano.

La storia della riserva è legata alla nascita dell’omonimo invaso artificiale, che comprende il lago di San Giuliano, circondato da una fascia di bosco, tratti fluviali a monte e a valle del lago artificiale. Proprio sulle sponde del lago, nell’agosto 2006, è stato rinvenuto uno scheletro fossile di balena risalente al Pleistocene.

La riserva è dotata di un centro visite Museo Naturalistico e un’aula didattica all’aperto, uno spazio ideale per i più piccoli. Qui è possibile praticare arrampicata sportiva, tiro con l’arco, birdwatching e vari percorsi naturalistici.

Nello stesso territorio, a pochi chilometri dall’abitato di Grottole, si estende l’area boschiva denominata “Le Coste”, che a sua volta comprende uno spazio attrezzato dotata dei confort necessari anche a famiglie con bambini che vogliano trascorrere piacevoli giornate all’aperto.

Di notevole impatto sono inoltre la cosiddetta Foresta e l’altopiano di Sant’Antonio Abate, peraltro poco distante da un’interessante area archeologica, circondato di macchia mediterranea e specie floristiche e faunistiche molto rare.

Grottole vanta un pregevole patrimonio religioso che comprende, nel centro storico, i resti dell’antica chiesa dedicata ai Santi Luca e Giuliano costruita a partire dal 1509, detta comunemente “Diruta”.

Abbandonata nella metà del settecento in seguito a vari crolli e costruita in più fasi sui resti di due piccoli tempi, la chiesa è caratterizza da un aspetto suggestivo e imponente. La porta maggiore si può ammirare in via Garibaldi, con quanto resta dell’imponente facciata e del suo ampio e cinquecentesco portale.

Ancora è visibile la torre campanaria con lo stemma dei Del Balzo-Orsini. A navata unica e centrale sui due lati la chiesa è delimitata da tre nicchioni con arco a tutto sesto, che si innesta nel transetto attraverso un ampio arco trionfale.

Da non perdere è poi la chiesa madre di Santa Maria Maggiore, con annesso l’ex convento dei frati domenicani, all’interno decorata da altari lignei, una cantoria e un coro, oltre a numerose tele e statue. Pregevole è una statua in pietra raffigurante la Madonna con Bambino, di scuola lucana.

La chiesa di Santa Maria la Grotta, riconsacrata nel nome di San Rocco, conserva un grande quadro di autore ignoto ma di scuola classica, raffigurante vari episodi biblici e un pulpito di noce massiccio intagliato. Sulla sommità dell’altopiano di Altojanni svetta il Santuario di Sant’Antonio Abate, poco distante dai resti archeologici  di una città medioevale.

I ruderi della Torre di Altojanni, a circa 12 chilometri dal comune di Grottole costituiscono il prezioso patrimonio archeologico che insiste sul territorio del paese materano.

I ritrovamenti sorgono nei pressi del santuario di Sant’Antonio Abate e rappresentano quanto resta di una costruzione difensiva, di una chiesa e di numerose fosse utilizzate per la conservazione delle derrate alimentari.

Si tratta in pratica di una vera e propria città medioevale scomparsa per cause sconosciute, probabilmente, già nel XV secolo.