La chiesa di Santa Maria del Sepolcro

In stile gotico catalano, il santuario, noto semplicemente come chiesa di Santa Maria, sorge nel l’omonimo rione e custodisce interessanti elementi decorativi.

Superato il portico a tre archi, sormontato da un tetto a capanna, nella chiesa di Santa Maria si osserva il portale principale in pietra calcarea che incornicia il portone ligneo cinquecentesco, il tutto sormontato da una lunetta contenente l’affresco della Deposizione delle tre Marie. All’interno la chiesa è suddivisa in due navate.

Lascia senza fiato il soffitto a cassettoni ottagonali in legno policromo dorato e intagliato. Pregevole anche l’altare barocco decorato a stucco con uno sportello dorato al cui interno un’urna custodisce la reliquia del sangue di Cristo riposta da monsignor Bonaventura Claverio (1656).

Un’imponente statua della Vergine su trono con il Bambino sulle ginocchia, decora l’altare della chiesa. Diverse le opere conservate: un olio su tela raffigurante la Madonna delle Grazie con San Francesco e San Patrizio (1582), un quadro che ritrae la Madonna tra i San Francesco e San Rocco (seconda metà del VI secolo) e un dipinto che rappresenta l’Adorazione dei pastori (XVII secolo).

Ma a lasciare sbalorditi e a corto di parole è senza dubbio il Cristo Velato. L’opera, realizzata nel 2014 dall’artista altoatesino Helmut Perathoner, è una delle rarissime copie presenti in Italia del Cristo Velato del Sanmartino, esposta nella Cappella San Severo di Napoli,  tra i più grandi capolavori della scultura italiana. Il Cristo Velato custodito nella chiesa di Santa Maria del Sepolcro, inizialmente esposto soltanto durante il periodo quaresimale, da qualche tempo è visitabile tutto l’anno, a seguito delle numerose richieste dei fedeli e degli appassionati d’arte. La scultura è stata realizzata interamente con il cirmolo, un legno proveniente dalle Alpi, noto per la sua straordinaria morbidezza che lo rende facilmente lavorabile, ricoperto poi da strati di gesso sul quale è stato applicato un particolare colore volto a conferirgli le sembianze di marmo. Una vera e propria opera, dunque, che rilegge completamente il capolavoro originale.