Nella splendida cornice dell’area Vulture Alto Bradano sorge il comune di Montemilone, fra le ondulate colline a pochi chilometri dal confine con la Puglia.
Antichi portali in pietra, balconate in ferro battuto, caratteristiche casette ed edicole sacre disseminate in diversi punti sono i segni di un passato intenso seppur incerto e contriuiscono a rendere interessante il borgo agli occhi del visitatore che non resterà assolutamente deluso.
Nei suoi dintorni si staglia il paesaggio tipico dell’area nord della Basilicata che lo rende oltremodo affascinante e degno di una visita.
Montemilone è un paese dalle origini molto antiche, tant’è che nelle sue campagne si trovano i resti dell’acquedotto romano che portava l’acqua alla vicina città di Canosa.
Si può testimoniare con certezza la presenza romana nella zona montemilonese grazie alla presenza di ritrovamenti archeologici risalenti al II° secolo d.C. Il suo territorio è interessato anche dalla presenza dei monaci basiliani, traccia dei quali resta nel santuario Santuario della Gloriosa, comunemente noto anche come Santuario della Madonna del Bosco che ancora oggi domina la valle dei Greci.
Diverse figure si sono alternate nel corso dei secoli nel feudo di Montemilone, dai Normanni di Roberto il Guiscardo agli Svevi, sarà poi la volta della dominazione spagnola, cui seguiranno gli Austriaci (1707-1734) e poi i Borboni.
Va ricordato che il bosco di Montemilone ha offerto asilo ai briganti del rionerese Carmine Crocco.
Diverse architetture sorprendono il visitatore di Montemilone, dove numerose e caratteristiche sono le fontane, distribuite tra il paese e la campagna.
Nel centro antico del paese, si può ammirare poi la Torre dell’Orologio, per l’esattezza nella Piazza del Vecchio Municipio, edificio del XIX secolo.
Nella Piazza degli Emigranti, sulla facciata di un palazzo è ben visibile il murale raffigurante “Il liceziamento di Giustino”, opera del pittore Giovanni Brenna di Rionero in Vulture, dipinto nel 1984.
Una volta a Montemilone non può mancare una passeggiata tra le stradine di “Fronzone”, proprio sotto la chiesa madre del paese. Si tratta del rione più antico dove si resta totalmente affascinati dalle vecchie case contadine, alcune delle quali presentano ancora i solai di travi di legno e di canne.
Spostandosi nella campagna montemilonese si possono ammirare i resti dell’acquedotto romano, il quale portava l’acqua alla città di Canosa dalla sorgente presente nell’agro di Montemilone. Secondo alcune fonti l’acquedotto sarebbe stato edificato per volere di Erode Attico Tiberio Claudio, console nel 143 d.C.
I sapori di un tempo predominano nella cucina montemilonese, ricca di verdure, legumi e carne e in grado di propone varie pietanze, con piatti unici e peculiari da assaporare.
Tra i prodotti tipici spiccano i salumi, ottima è la salsiccia preparata secondo la tradizione locale, piccante o dolce, col finocchio e la polvere di peperoncino, e poi i formaggi, in particolare i caciocavalli e la ricotta di pecora.
Concorrono ad impreziosire le portate i prodotti della terra come i funghi cardoncelli, gli asparagi, le cipollline, le cime di rapa, le cicorielle campestri. Sfiziose sono poi le “Pèttele”, frittelle fatte con pasta di farina lievitata e lavorata, che le donne di Montemilone preparano soprattutto in occasione delle vigilie di Natale e Carnevale.
Boschi, sorgenti, torrenti e aree da pascolo, caratterizzano l’area del Vulture Melfese, una delle aree più belle della Basilicata in un contesto ambientale dominato dal monte Vulture, vulcano ormai spento, il cui cratere è occupato dai due laghi vulcanici di Monticchio.
Proprio per la sua conformazione, in questo punto del territorio lucano è possibile praticare escursioni di ogni genere, dal trekking alla mountain bike, alla scoperta di interessanti aspetti paesaggistici, botanici ed ecologici. Lo sguardo si perde tra gli straordinari vigneti, da cui prende vita l’ottimo Aglianico del Vulture Doc, e gli uliveti, da cui deriva l’intenso olio della varietà Ogliarola del Vulture, oltre a sconfinati frutteti.
Ma il Vulture è anche habitat naturale e ideale per specie faunistiche, soprattutto rapaci, come la poiana, il nibbio reale, il gheppio o lo sparviero.
I fedeli a Montemilone hanno due luoghi di culto come riferimento, i quali possono essere anche meta di visitatori che ne apprezzino le opere conservate.
Per il luogo in cui si erge, su una collina circondata da rigogliosi boschi di querce, e per il valore sacro, genera sensazioni uniche una visita al santuario di Santa Maria della Gloriosa, noto anche come santuario della Madonna del Bosco.
Costruito nel 1187, l’edificio è considerato tra i primi sorti in Basilicata. A tre navate e in stile romanico e bizantino, sulla facciata si possono ancora ammirare un bel rosone ottagonale e il portale in pietra.
Da non perdere è poi la chiesa madre dedicata a Santo Stefano, patrono del paese, a una sola navata a croce latina, nel 1946 arricchita dalle decorazioni del Pennino. Quattro lesene su alti piedistalli, terminanti in capitelli ionici, caratterizzano la settecentesca Chiesa dell’Immacolata, al cui interno conserva la scultura lignea della Madonna con Bambino del XIV secolo.
Parte della splendida area del Vulture Melfese, una delle più suggestive, ricche e affascinanti del territorio lucano, il contesto che circonda Montemilone è ricco di acque sorgive e di una rigogliosa vegetazione.
Tra questi simboli della natura e della sua straordinaria capacità di sorprendere si possono trascorrere piacevoli giornate presso le fontane “Chiancone” e “Schiaffone”, approfittando di spensierati momenti di pausa da trascorrere nelle vicine aree pic-nic.
Anche gli amanti del cicloturismo hanno la possibilità di vivere in pieno la propria passione seguendo un lungo e interessante itinerario che parte da via Madonna del Bosco e abbraccia l’intero e paesaggistico territorio, avendo così l’opportunità di godere di una vista sul folto bosco, habitat ideale per molte specie animali.