San Severino Lucano, paese del Parco Nazionale del Pollino è meta ideale per gli amanti della natura e location di innovativi eventi culturali e musicali, ma anche meta di un suggestivo pellegrinaggio fra i più sentiti in Basilicata: quello in onore della Madonna del Pollino. La statua della Madonna ogni anno, a maggio, è condotta a spalla da instancabili fedeli dalla Chiesa Madre del paese, fino al santuario, sul sacro monte, per fare ritorno a San Severino, la seconda domenica di settembre.
Il suo nome è legato ad una natura incontaminata impreziosita da numerosi corsi d’acqua, come i torrenti Frido e Peschiera, che solca con il suo scorrere il Bosco Magnano, uno degli ambienti più suggestivi di questo spazio verde di Basilicata.
Il paese sorge nei primi venti anni del XVI secolo e il suo nome deriva dai San Severino, nota famiglia di feudatari del XV secolo cui per lungo tempo è appartenuto il feudo. I primi insediamenti stabili, però, a San Severino affiorano tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500.
In quanto paese di recente fondazione tra gli avvenimenti salienti della sua storia occorre certamente ricordare che, in seguito all’abolizione della feudalità, il paese si struttura a tutti gli effetti come comune nel 1806.
Dopo l’Unità d’Italia (1860), San Severino non sfugge al fenomeno del brigantaggio, come gran parte dei comuni lucani, ma anche per la conformazione del suo territorio che ben si prestava a offrire rifugi e nascondigli.
Nell’accogliente borgo di San Severino Lucano si individuano piccoli tesori architettonici e culturali che comunicano l’intima atmosfera del borgo.
Percorrendone il centro storico, dove nella parte centrale si individua subito la chiesa madre di Maria Santissima degli Angeli, si è sorpresi da portali lapidei e palazzi databili nella seconda metà del XIX secolo e da suggestivi i vicoletti tipici dei paesi di montagna su cui affacciano balconcini decorati di fiori.
Nel territorio di San Severino si riconoscono inoltre anche caratteristiche architetture come i mulini.
Una delle vere attrazioni artistico-culturali, letteralmente calata nel paesaggio del territorio di San Severino, esattamente in località Timpa della Guardia, è l’opera di arte contemporanea “RB- RIDE”, la “Giostra rallentata” di Carsten Höller.
Costituita da una giostra panoramica con 12 braccia, dal movimento lentissimo, l’opera favorisce la contemplazione del paesaggio naturale mozzafiato che si può godere da quel punto del Parco Nazionale del Pollino.
L’originale attrattiva compone un percorso di arte contemporanea insieme ad altre grandi opere permanenti realizzate da artisti di fama mondiale per i paesi del Pollino.
Una cucina povera e genuina quella di San Severino impreziosita da ricette innovative che esaltano i prodotti tipici dell’intera area del Pollino. Tra i primi piatti si possono degustare le ottime orecchiette fatte a mano, note come “rascadietti” le saporite tagliatelle con i fagioli, “Lagane e fasul’”.
Molto buoni sono i salumi ricavati da animali allevati nello stesso territorio, così come i formaggi, dal pecorino al caciocavallo. Ottimi anche i funghi tipici del sottobosco del Pollino e non è raro poter degustare nelle saporite portate proposte gli squisiti prodotti del Pollino dai peperoni “cruschi” Igp di Senise alla Melanzana rossa Dop di Rotonda.
Tra le carni predomina l’utilizzo di capretto al forno, agnello e vitello alla brace, oltre a specialità più decise come le “mazzacorde”, interiora condite con aglio, prezzemolo e peperoncino, o il “suffritto”, fegato e interiora al sugo.
San Severino Lucano ricade nel cuore del Parco Nazionale del Pollino che, diviso tra la Basilicata e la Calabria, con i suoi 192.000 ettari, è il più esteso d’Italia.
Considerato uno dei massicci più belli e caratterizzanti dell’Appennino Lucano, la sua denominazione deriva dalla vetta del massiccio del Pollino, il Mons Apollineum, che gli Achei definirono monte di Apollo, individuandolo un po’ nell’Olimpo, per la sua imponenza tale da sfiorare quasi il cielo.
Lungo itinerari e percorsi accattivanti ci si inoltra in fitti boschi di faggio e cerri, come Bosco Magnano situato nei pressi di San Severino Lucano, ma anche di abeti e castagni e altipiani erbosi.
Ma un “incontro” magico è quello con i sinuosi, fieri e secolari Pini Loricati, simbolo del parco, visibili soprattutto sulla cima di Serra di Crispo, denominata il “Giardino degli Dei” proprio perché considerata uno dei santuari di questa rara specie arborea dal tronco contorto.
Tra queste distese si aggirano esemplari di lupo appenninico, cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici e lontre, ma anche picchi e gufi reali. Caratterizzato dalle vette più alte dell’intero arco appenninico meridionale, sorvolate da aquile reali, falchi pellegrini e gheppi, senz’altro va menzionata Serra Dolcedorme, “tetto” del parco.
Corsi d’acqua, come i torrenti Frido e Peschiera che interessano proprio il territorio di San Severino Lucano, e affioramenti rocciosi, profonde faglie e inquietanti voragini attraversano il Parco del Pollino, “popolato” anche da fossili risalenti a decine di migliaia di anni fa, come lo scheletro di un Elepfhas antiquus italicus, alto quattro metri e vissuto circa settecentomila anni fa rinvenuto nelle Valli del Mercure e attualmente custodito nel Museo Naturalistico e Peleontologico di Rotonda, sede del Parco.
Natura, sport e cultura si coniugano in questa straordinaria area verde della Basilicata scrigno non solo di bellezze ambientali, ma anche di musei in cui aleggiano antiche memorie, storia e tradizioni della civiltà contadina e delle comunità arbëreshë.
La chiesa madre di Maria Santissima degli Angeli e il Santuario della Madonna del Pollino sono il cuore sacro di San Severino Lucano, “teatro” di uno dei più sentiti pellegrinaggi mariani della Basilicata, quello in onore della Madonna del Pollino.
Nella cinquecentesca chiesa Madre è custodita la statua della Madonna di Pollino, ogni anno, in tarda primavera, la Vergine è condotta nel suo santuario, posto su uno sperone roccioso a qualche km da San Severino: qui rimane fino al giovedì che precede la prima domenica di luglio, quando per tre giorni prende vita una grande festa popolare che si svolge a ritmo di musiche e danze popolari fino alla domenica, giorno in cui la statua viene riportata in paese accompagnata da una lunga processione.
Il settecentesco santuario della Madonna di Pollino, in posizione dominante su uno sperone roccioso delle pendici settentrionali del monte Pollino, a oltre 1550 metri, sembra sia stato edificato proprio laddove la Madonna sarebbe apparsa per la prima volta ad un pastorello.
Molto semplice nella sua struttura è rifugio dell’anima e del cuore dei fedeli che da giugno a settembre fanno visita alla Madonna.
A pochi metri dal santuario cattura lo sguardo di ogni pellegrino la splendida scultura in bronzo, alta oltre due metri, realizzata dall’artista olandese Daphnè Du Barry, raffigurante la Vergine, con il Bambino tra le braccia e protese verso chi la osserva, quasi nell’atto di donare il proprio Figlio al mondo.
Dall’imponente architettura in stile romanico, la chiesa di Maria Santissima degli Angeli è a tre navate e al suo interno si accede attraverso un pregevole portale. Subito si nota una bella volta lignea e, man mano che ci si addentra, si svelano i nove altari di marmo multicolore e un suggestivo crocifisso ligneo del ‘500.
Escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike, percorsi per esperti o per famiglie che desiderano godere semplicemente dello straordinario paesaggio circostante. Il territorio di San Severino Lucano è una tappa imperdibile per tutti gli amanti della natura.
Proprio l’area del Santuario della Madonna del Pollino costituisce uno degli ideali punti di partenza per escursioni alla volta delle vette più alte del Parco del Pollino: da Serra di Crispo a Serra delle Ciavole, dal Monte Pollino a Serra del Prete e Dolcedorme.
Tutti i percorsi consentono di entrare a diretto contatto con le immense distese di faggi, abeti e pini loricati che insistono nel parco.
A seconda degli itinerari intrapresi ci si ritrova anche all’interno dell’immenso Bosco Magnano, magari costeggiando i torrenti Frido e Peschiera, circondati dalla mista vegetazione di cerri e faggi ma anche ontani, pioppi e aceri.
L’area è ottimale per gli amanti del trekking o di semplici passeggiate, consigliata anche a famiglie con bambini, lungo i vari percorsi ci si ritrova tra cascate e laghetti, ambienti rupestri e rocce monumentali ricche di biodiversità; dai più esperti il territorio può essere percorso anche in mountain bike.