Trivigno è il paese dei “falò” in onore di Sant’Antonio Abate, un evento che ogni anno a gennaio avvolge il piccolo centro di un’atmosfera intima e calda allo stesso tempo, nelle più fredde sere dell’inverno lucano.

Il borghetto di fondazione medioevale sorge in posizione dominante sulla valle del Basento ed è circondato da un paesaggio ammaliante.

Diverse chiese ne costituiscono il patrimonio artistico, culturale e religioso, tra queste numerose sono rupestri come lo splendido tempietto che si può ammirare in contrada San Leo dedicato a Santa Maria e di origini benedettine, risalente ai primi decenni del Trecento.

È vero che non esistono notizie certe rispetto alle sue origini, ma si può affermare che nel XII secolo è stato feudo di Guglielmo Monaco e nel 1265, in seguito alla rivolta ghibellina, è casale di Albano.

Nel corso del XIV secolo Trivigno rimane disabitato per un lungo periodo, mentre nel XVI secolo, durante la dominazione angioina, il feudo viene ceduto al conte di Potenza, Antonio De Guevara, che lo possiede fino al 1569, finché passa a Giacomo Cosso. Nel 1595 Trivigno vive una fase di ripopolamento, quando vi si stabiliscono i Carafa.

Nel 1861 Trivigno viene saccheggiato dalla banda del brigante lucano Carmine Crocco.

Nel centro storico di Trivigno svettano diversi palazzi storici le cui facciate sono impreziosite da portali in pietra locale a sua volta decorata con motivi ornamentali seicenteschi.

Tra le architetture più interessanti si possono ammirare i Palazzo Russo, Brindisi e Coronati.

I piatti della tradizione trivignese sono quelli tipici della cucina lucana, con rivisitazioni di ricette che propongono, comunque, prodotti di derivazione contadina.

Tra le portate più apprezzate si distinguono quelle a base di pasta di casa preparate dalle sapienti mani delle donne del paese e spesso condita con sughi a base di carne o legumi.

I secondi piatti più diffusi propongono gustosa carne di agnello o capretto alla brace da accompagnare con conserve preparate sul posto e consistenti in sfiziose verdure locali.

Imperdibili sono anche i saporiti salumi e i formaggi.

A non molti chilometri da Trivigno si può visitare il Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, meta ideale per gli amanti di escursioni a piedi, a cavallo e in bicicletta.

Il Parco, che comprende la foresta di Gallipoli Cognato e il bosco di Montepiano, si estende per oltre 27 mila ettari di incontaminata bellezza paesaggistica dall’importante valore naturalistico, storico ed etno-antropologico.

Attraversato da imponenti esemplari di cerro, odorosi tigli, peri e meli selvatici, aceri, ontani e il raro agrifoglio è anche popolato da lupi, tassi, istrici e gatti selvaggi, oltre a volatali che non è raro avvistare in violo.

Da un punto di vista naturalistico è particolarmente interessante anche il Lago di Ponte Fontanelle, meglio noto come Diga della Camastra, incastonato nella vallata tra i comuni di Trivigno, Anzi, Albano di Lucania e Laurenzana. Un suggestivo lago artificiale lago scelto dagli appassionati per la pratica della pesca di diverse specie dalle trote, carpe e persici reali.

Il valore storico artistico delle chiese di Trivigno offre un interessante spunto per visitarle e apprezzarne ogni peculiarità.

Tra tutte merita di essere ammirata la chiesa madre di San Pietro Apostolo.

Pregiato è il suo cinquecentesco portale in pietra, decorato da foglie di acanto a rilievo e con, sull’architrave, una decorazione a triglifi con le chiavi e la mitra, simboli di San Pietro.

All’intenro la chiesa conserva un altare barocco con decorazioni in ferro battuto e un organo con cantoria in legno intagliato dipinto del XVIII secolo. Degne di nota sono anche la chiesa di San Rocco, la cappella di Sant’Antonio, la chiesa della Madonna del Carmine, dal bellissimo soffitto dipinto nel XVIII secolo da un autore ignoto.

Nel territorio sono sparse anche parecchie chiese rupestri, come quella di Santa Maria, in contrada San Leo, di origini origini benedettine e risalente ai primi decenni del Trecento. Di essa restano solo i ruderi dell’abside, del piccolo coro e delle strutture murarie delle navate laterali.