Il Mezzogiorno e Scotellaro
a cura di Goffredo Fofi e Sebastiano Martelli
Matera, 15 dicembre alle ore 16 nella sala conferenze dell’Open Space
Promosse dalla Regione Basilicata e dall’Apt Basilicata con la collaborazione della Fondazione Matera Basilicata 2019 e del Comune di Tricarico, in linea con gli indirizzi programmatici formulati dal Comitato scientifico, continuano le iniziative per celebrare il centenario della nascita di Rocco Scotellaro. La data prescelta, il 15 dicembre, viene questa volta a coincidere con il giorno della morte, sicché sarà possibile ricordare insieme centenario della nascita e settantesimo della morte. Il titolo del Seminario è “Il Mezzogiorno e Scotellaro: cinema, documentari, fotografia”.
Il tema è già tutto preannunciato nella multiforme esperienza di Scotellaro che coltivò nel concreto l’incontro dei diversi saperi al fine di farne una declinazione unitaria tutta intesa a portare il mondo contadino nel mondo grande e complesso della modernità, senza passaggi traumatici. Scotellaro ebbe contatti con grandi Maestri della fotografia, da Henri Cartier-Bresson a Fosco Maraini. Non è senza significato, quindi, che in questa circostanza si parlerà di Antonio Biasiucci, tra i più rappresentativi esponenti in Italia della fotografia d’autore e che nutre la sua arte anche con una profonda conoscenza della vita e del lavoro dei contadini, per i quali “non fa mai sera”.
La lettura antropologica sempre deve essere alla base della ricerca sul Mezzogiorno per far emergere le linee di tendenza dei mutamenti; non a caso, a mo’ di premessa ci sarà la relazione di un antropologo di prestigio e competente sul tema, Paolo Apolito, che intreccerà il discorso tra fotografia e documentari.
Più in generale, Scotellaro può essere richiamato per i suoi rapporti con i pionieri degli studi socio-antropologici in Basilicata e nel Mezzogiorno, George Peck e Friedrich Friedmann, e con Ernesto De Martino insigne etno-antropologo, in vivace confronto. C’è poi il cinema, che in questo Centenario sta assumendo sempre più rilievo, grazie agli studi di Sebastiano Martelli che trovano coronamento nella pubblicazione del volume (Edizioni Quodlibet) I fuochi di San Pancrazio, curato insieme a Goffredo Fofi. Nel dittico degli inediti entra anche il volume dei Taccuini (Edizioni Quodlibet), a cura di Franco Vitelli e Giulia Dell’Aquila.
Il focus del discorso di Martelli è rivolto a ricostruire l’originalità del progetto attraverso il quale Scotellaro voleva trasferire nel cinema, nei primi anni Cinquanta, il mondo contadino; sicché ne discende la necessità di collocare questa indagine filmica e storica in un quadro più vasto che metta a confronto esperienze molteplici.
Proprio questo tema (I contadini nel cinema) sarà affrontato da Emiliano Morreale, accademico dell’Università la Sapienza di Roma e critico cinematografico di punta nel panorama militante. Da Scotellaro sceneggiatore a Scotellaro che diventa personaggio cinematografico nel film con la regia di Maurizio Scaparro e Bruno Cirino attore principale; lavoro che sarà sottoposto ad analisi da parte di un agguerrito storico del cinema, Pasquale Iaccio. C’è poi un film documentario in corso di realizzazione, di cui daranno stimolante testimonianza i registi Alessandra Lancellotti ed Enrico Masi, operosi anche nella ricerca, che già si sono positivamente cimentati con Carlo Levi. La chiave di lettura da loro utilizzata guarda all’intersecazione tra paesaggio rurale e Scotellaro. Presiederà i lavori, (anche con una relazione su Biasiucci fotografo) Stefano De Matteis, noto antropologo dell’Università di Roma Tre e già editore d’avanguardia con la sua Ancora del Mediterraneo.