L’imponenza del Monte Sirino e l’azzurro del mare della vicina Maratea, “Perla del Tirreno”, il borgo medioevale e la leggenda che immagina proprio qui sia stata sepolta la Monna Lisa di Leonardo da Vinci rendono Lagonegro meta di un viaggio emozionante.
Ricade nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese e sorge alle falde del monte Sirino, ogni anno raggiunto in pellegrinaggio da un indefinito numero di devoti della Madonna del Sirino, appunto, uno dei più elevati momenti di spiritualità vissuti in Basilicata.
Per la sua favorevole posizione Lagonegro d’inverno è prescelto dagli appassionati di sci attratti dalle piste che si snodano sul monte Sirino, d’estate dagli amanti del verde per godere della incontaminata natura tra fitti boschi che ben si prestano a escursioni di ogni genere.
Lagonegro è il paese dell’apprezzatissimo cantautore italiano, Pino Mango.
Lagonegro deve le sue origini all’insediamento di monaci basiliani che IX secolo edificano il Convento di San Filippo.
L’attuale denominazione del paese risale all’incirca al periodo compreso tra IX e X secolo, quando il borgo viene circondato da mura e torri delle quali sono visibili ancora affascinanti tracce, una di queste è rappresentata dalla suggestiva “Porta di Ferro”, antico accesso al centro antico, la cui parte in pietra è stata rifatta nel 1552, al di sopra di essa è evidente lo stemma della città post-feudale: San Michele Arcangelo che uccide il drago.
Annessa dai normanni alla contea di Lauria, fino all’epoca degli svevi, successivamente è stata di dominio dei Sanseverino, degli Sforza e dei Carafa.
Un paese dai due “volti” Lagonegro, quello antico, arroccato intorno ai ruderi del castello feudale, e quello nuovo che affaccia su una grande piazza alberata, denominata il “Piano”.
Sulla “piazza Grande” sorgono la parrocchiale della Trinità e il settecentesco palazzo Corrado, con balconi in ferro battuto, alla cui destra si può ammirare la chiesa della Madonna delle Grazie, fiancheggiata da una cappella, mentre a sinistra si vede la chiesa di Sant’Anna, dalla facciata in stile rinascimentale con elementi barocchi.
Luogo della grande rivolta contadina del 1551, al castello, sulla parte antica, si arriva percorrendo una lunga scalinata del 1603 costruita in sostituzione del ponte levatoio, che supera la “Porta di Ferro” ristrutturata a metà del ‘500. Oltre questo antico accesso si scorge una scalinata che sale fino alla chiesa di San Nicola di Bari, e proprio all’interno di questa chiesa tradizione e leggenda collocano la sepoltura, nel 1506, di Lisa del Giocondo, la Monna Lisa che Leonardo Da Vinci ha dipinto nel suo capolavoro artistico.
In questa parte antica ci si muove tra vicoli e ripide scalinate.
I prodotti del sottobosco emanano profumi invitanti e contribuiscono a ricette gustosissime e prelibate.
A predominare sono i funghi proposti in diverse soluzioni, in particolare con la pasta di casa, dai cavatelli ai fusilli alle orecchiette. Indiscussa è la qualità dei salumi.
Non da meno sono i colorati fruttini come i lamponi e le fragoline impiegate, quest’ultime, anche nella preparazione di ottimi liquori.
Aree verdi e scenari indimenticabili circondano Lagonegro, d’altro canto la sua posizione alle falde del monte Sirino, offre spettacoli naturali entusiasmanti.
Dietro alla cosiddetta “La spalla dell’Imperatrice”, in una cornice incantevole emerge la Riserva Naturale del Lago Laudemio, (o Lago Remmo), a oltre 1500 metri di quota, di origine glaciale e per questo di particolare interesse ambientale e naturalistico, circondato da una fitta faggeta che, insieme ai monti circostanti, offre al visitatore uno scenario paesaggistico estremamente suggestivo.
In questo contesto fiabesco possono inoltrarsi gli amanti del trekking per passeggiate rilassanti o seguire sentieri che, a seconda delle difficoltà, salgono fino alle più alte vette dove respirare aria pura e ammirare panorami mozzafiato.
A metà strada tra il Monte Sirino e il Mar Tirreno, chi raggiunge quest’area può assistere a spettacoli della natura diversi ma ugualmente affascinanti e incontrare innumerevoli specie faunistiche. Sul massiccio del Sirino dimorano il lupo, la lontra e la salamandra dagli occhiali, ma anche una variegata flora, tra castagneti e di faggeti schiude al visitatore un mondo verde straordinario.
Nel territorio di Lagonegro la spiritualità ha il volto della Madonna del Sirino, che sull’omonimo monte, ogni anno, è protagonista di emozionanti pellegrinaggi.
Nella seicentesca cappella della Madonna della Neve, dimora tutta l’estate la sua statua, da Lagonegro trasportata fin qui a spalla dai fedeli, in una suggestiva processione la terza domenica di giugno, per poi fare il percorso inverso, verso la chiesa della Trinità, in piazza Grande, la terza domenica di settembre.
Tra alberi e palazzi del ‘700 e dell’800, il tempio nell’ampia navata ospita, tutto l’anno, l’immagine della Madonna del Sirino (1758). Non molto distanti spiccano anche l’ottocentesca chiesa della Madonna delle Grazie e la chiesa di Sant’Anna, che conserva una scultura lignea del XV e una pala di altare di Francesco Gaetano raffigurante Sant’Anna (1665).
Molto bella è poi la chiesa del Crocifisso, di fine ‘600, custode di un crocifisso ligneo di Giacomo Colombo (1691) e altre pregevoli opere come due angeli di pietra scolpita (XVI sec.).
Nella parte più antica di Lagonegro ecco la chiesa romanica di San Nicola (IX-X sec.) con all’interno preziose opere d’arte databili tra ‘500 e ‘700, in particolare un crocifisso e una Vergine con San Giovanni, realizzate dallo scultore Altobello Persio. Ma questo tempio è noto perché, tra leggenda e tradizione, vi si colloca la sepoltura della Monna Lisa, ritratta da Leonardo Da Vinci nello splendido quadro esposto al Louvre e noto come “La Gioconda”.
Per il suo portale lapideo si distingue anche la chiesa del Rosario, a una sola navata e con controsoffitto affrescato.
Non si può non visitare su un pianoro di ontani, faggi e castagni il Monastero di Santa Maria degli Angeli (IX sec.) con annessa chiesa scrigno di una pregevole tela seicentesca di Mattia Preti raffigurante L’incontro fra San Francesco e San Domenico.
LA CAPPELLA DELLA MADONNA DELLA NEVE
Ad alta quota nel nome di Maria, sul monte Sirino (1907 metri), ogni anno nella terza domenica di giugno viene condotta portata a spalla la statua delle Madonna del Sirino.
Risalente al 1629, la chiesetta si raggiunge percorrendo un sentiero di spettacolare bellezza, tra rocce e boschi di faggi. Il piccolo tempio ha forma quadrangolare ed è totalmente rivestito di pietre a secco. In una nicchia in legno sull’altare è deposta la statua della Vergine con il Bambino in trono mentre sorregge un globo, che dimora in questo luogo di pace e preghiera tutta l’estate.
Il Monte Sirino, alle cui pendici sorge Lagonegro, è la meta prescelta dagli amanti dello sci alpino e di fondo grazie alla presenza del comprensorio in cui ricadono le stazioni di Lago Laudemio e Conserva di Lauria.
Uno scenario incantevole a 2000 metri sul livello del mare, con uno sguardo sul Mar Tirreno, visibile dalla cima del Monte Papa, e poi il Monte Alpi e tutto il massiccio del Pollino, mentre verso nord svettano le cime dell’Appennino Lucano. Più in là ecco la cima del Monte Sirino e poi il Lago glaciale Laudemio, (o Lago Remmo), a oltre 1500 metri di quota, intorno al quale si possono praticare anche nordic walking e passeggiate con le racchette da neve.
La pista “Forcella Monte Papa” – di oltre 2 chilometri – si raggiunge grazie ad una seggiovia biposto, mentre due sciovie consentono l’accesso alla pista “Principianti” – lunga 239 metri – e alla pista “Monte Sirino” – di 376 metri.
Non solo in inverno meta turistica per gli amanti dello sci, il massiccio del Sirino, alle cui pendici sorge Lagonegro, incastonato su una rupe dalle pareti a strapiombo, tutto l’anno offre l’opportunità di praticare trekking a piedi o a cavallo e nordik walking sulle sue cime.
Tra gli spettacolari boschi di faggio o sulle rive del lago glaciale Laudemio (o Lago Remmo), lago di origine glaciale a oltre 1500 metri di quota, ci si può inoltrare soprattutto in primavera e avventurarsi in piacevoli passeggiate. In questo periodo, durante le escursioni, si resta affascinati dal colore verde smeraldo che il lago assume per la presenza di una particolare specie di alga.
Non lascia certo indifferenti il ricco patrimonio floristico e faunistico del massiccio del Sirino, popolato da lupi e lontre, e attraversato da specie vegetali tipiche del posto come l’astragolo del Sirino e la vicia serinica.
Gli itinerari praticabili sul monte Sirino sono adatti anche ai ciclistici particolarmente esperti i quali, come gli appassionati di trekking, possono spingersi fino alla cappella della Madonna del Sirino seguendo il sentiero che i fedeli percorrono in occasione dei pellegrinaggi di giugno e settembre.
Si può godere così di un’atmosfera spirituale unica in un contesto ambientale fiabesco.
Le splendide spiagge di Maratea e l’imponente statua del Cristo Redentore, che domina il paesaggio dall’alto del monte San Biagio, non distano poi così tanto da Lagonegro.
Un modo per dire che una volta nel comune del Potentino compreso all’interno del Parco dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, la “Perla del Tirreno” è una tappa obbligata!
La strada scende tra le montagne e all’improvviso gli occhi del visitatore si immergono totalmente nel blu delle cristalline acque tirreniche che fanno di Maratea un paradiso naturale.
Location irrinunciabile per chi ama rilassarsi al sole, immergersi in fondali marini profondi e limpidi per la pesca subacquea, ma anche per chi cerca riparo e relax in grotte marine o piccole insenature, con i suoi 32 chilometri di estensione la costa marateota assume un fascino particolare.
Sarà che la sua rocciosa scogliera si alterna a piccole spiagge delimitate dall’azzurro del mare e dal verde della macchia mediterranea, dando vita alle splendide località balneari di Acquafredda, Cersuta, Fiumicello e Castrocucco.
Grazioso e confortevole il porto di Maratea garantisce servizi e accoglienza ai natanti e nelle serate estive diventa una delle attrazioni del posto.