Al visitatore che vi giunge per la prima volta Cancellara appare come un presepe che, soprattutto al tramonto, puntellato di lucine, trasmette una sensazione di serenità e accoglienza.

Il borgo del paese sorge su una collina dalla quale fa capolino il castello baronale, nei cui pressi svettano le chiese di Santa Maria del Carmine e Santa Caterina d’Alessandria. Percorrendo l’intero centro storico si possono ammirare anche altre bellezze architettoniche che non lasciano indifferenti, ciascuna velata da una misteriosa leggenda.

Cancellara è nota anche per il “Salsiccia Festival”, un gustoso evento enogastronomico incentrato sulla prelibatezza di uno dei prodotti tipici locali in grado di deliziare anche i palati più esigenti.

L’origine del paese si data intorno al X-VII secolo a.C., mentre al periodo di influenza federiciana risale l’imponente castello medioevale, una delle più spettacolari attrazioni artistiche e culturali del paese.

L’ulteriore espansione culturale e spirituale del paese si deve ai Frati minori del Convento dell’Annunziata (XVIII sec.), cui si accompagna anche lo sviluppo urbanistico con la costruzione dei numerosi palazzi signorili.

Cancellara tra il 1647 e il 1648 partecipa ai moti popolari contro il fiscalismo spagnolo, mentre nel 1694 subisce un grave terremoto che ne danneggia seriamente il castello.
Il 1799 segna un altro momento storico importante per l’adesione del paese agli ideali della Repubblica Partenopea, mentre nell’Ottocento la città è sede di attività collegate alla carboneria pre-risorgimentale. Diversi terremoti mettono a dura prova Cancellara, fino a quello del 1980 che devasta la cinquecentesca chiesa madre.

Il rione più antico di Cancellara in dialetto locale si chiama “U Lammard”, il Lombardo, e rimanda alla probabile origine longobarda del paese.

Posto nella zona nord il quartiere medioevale è caratterizzato da moltissime e graziose case costruite in pietra. A dominare il paesaggio del borgo antico è però l’imponente castello baronale, che conserva ancora la caratteristica struttura feudale a fuso.

Costruito dalla famiglia Acquaviva d’Aragona intorno al Trecento, l’impianto si sviluppa su tre livelli intorno a un cortile interno quadrato. In esso sono stati ospitati, in un passato glorioso, i vari principi feudali: dai Caracciolo a i Carafa, fino ai Pappacoda.

Proprio vicino al maniero si può ammirare la chiesa matrice di Santa Maria del Carmine, mentre alle sue spalle, nella più parte bassa del borgo antico, si trova la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, la più antica del paese, poi dedicata a Sant’Antonio.

Il visitatore non resta indifferente davanti ai portali in pietra lavorata, mascheroni e logge di gusto classico che contraddistinguono le architetture molte delle quali sono raggiungibili attraverso stradine tortuose dal fascino senza tempo.

Quando dici “sapori” a Cancellara dici “salsiccia”, quella prelibata, gustosa, inimitabile, che solo qui può essere assaporata e preparata in diverse ricette.

Stagionata e dalla tipica forma a “U” è un capolavoro del gusto per le sue sfumature intense e lievemente piccanti. La salsiccia di Cancellara, a settembre protagonista di un consolidato festival enogastronomico, viene preparata “a punta di coltello”  e l’impasto utilizzato per rendere il suo sapore autentico e inimitabile viene arricchito con semi di finocchio selvatico e peperoncino rosso in polvere.

Ottimi sono anche i formaggi freschi e stagionati, oltre ai primi piatti a base di pasta fatta in casa condita con sughi di carne.

Il patrimonio ambientale che impreziosisce il territorio di Cancellara offre una molteplice diversificazione diversificazione di paesaggi che comprendono i Boschi Costa Lagariello e Littorio.

Il paese ricade nella affascinante valle dell’Alto Bradano, che lascia estasiati i visitatori per la sequenza di morbide colline che si succedono fino al fiume Bradano, incorniciate come sono dalla catena montuosa dell’Appennino lucano.

Nessuna descrizione più sapiente di quella offerta dallo scrittore lucano Raffaele Nigro ne “L’Alto Bradano” potrebbe rendere meglio l’idea di questo angolo di Basilicata: “…Salendo dalle pianure della Puglia, dopo il vestito erboso delle colline dolci del sud si sprigiona un paesaggio arcaico, meno popoloso, una fioritura di colli e cocuzzoli ai quali si aggrappano le strade, le masserie spesso in abbandono e i paesi. Paesi di calce e di pietra che fuggono verso valle in cerca di periferie agevoli ma che restano nonostante gli sforzi della modernità abbarbicati nei nuclei medievali alle parti alte dei monti…”.

La spiritualità a Cancellara si percepisce in luoghi sacri custodi di belle opere d’arte ed elementi di arredo di spiccato interesse e valore.

Proprio nei pressi del castello è visitabile la chiesa madre di Santa Maria del Carmine (XVI sec.), caratterizzata da un singolare campanile e con all’interno il cinquecentesco quadro della Madonna delle Grazie. Alle spalle del maniero, proseguendo lungo le caratteristiche viuzze del borgo antico, si raggiunge quella che fino a qualche secolo fa era la chiesetta di Santa Caterina di Alessandria, oggi conosciuta come cappella di Sant’Antonio. All’interno sono conservati i resti di Pietro Cancellario, comandante Romano che, secondo la tradizione, avrebbe dato nome e origine al paese.

Percorrendo una stretta e suggestiva stradina, si arriva poi alla cappella di San Rocco (XV sec.), con campanile e orologio settecenteschi. In Largo Monastero sorge l’ex convento francescano dei Frati Minori, edificato nel 1604 dai coniugi Caracciolo-Pappacoda de la Nois, signori di Cancellara. Annessa al complesso, oggi sede del Municipio, è la chiesa della Santissima Annunziata (1604), con portale in pietra locale scolpita (1763). L’interno, a due navate, conserva diversi dipinti, come una tela di scuola napoletana raffigurante un’Annunciazione,

dipinta nel Seicento da Giovanni Balducci, e affreschi, tra cui quelli che propongono diversi santi realizzati dal pittore lucano seicentesco Giovanni De Gregorio, detto “Il Pietrafesa”.

In località Serra del Carpine, a Cancellara, sono stati condotti scavi archeologici che hanno portato alla luce reperti di straordinario interesse e valore.

Sull’area sono stati rinvenuti corredi funerari e ceramiche facenti che testimoniano la presenza di un villaggio risalente al X-VII secolo a. C. Questi sono attualmente conservati all’interno del Museo archeologico provinciale di Potenza.