Un piccolo e grazioso comune compreso all’interno del più esteso dei parchi italiani, quello del Pollino, questo è Carbone, che sorge sulla sponda sinistra del torrente Serrapotamo.

Ricco di boschi frondosi, di querce e di castagni, il paese della provincia di Potenza è una vera oasi di verde e tranquillità, mentre nel suo centro storico si possono ammirare palazzi nobiliari di pregio, caratteristiche casette, portali in pietra.

Carbone sorge nel Medioevo attorno all’antico monastero basiliano di Sant’Elia, il quale secondo la tradizione sarebbe stato fondato da San Luca Abate, intorno all’anno mille.

Due momenti storici drammatici determinano la notorietà del paese: l’incendio da parte dei francesi (1806), e la ribellione, al momento del plebiscito nazionale (1860), con il conseguente rogo delle urne per il voto. Un gesto, questo, che l’anno successivo porta alla fucilazione di alcuni giovani.

Carbone è un intimo paesino di montagna, con il suo centro storico che ha conservato gran parte degli aspetti urbanistici originari.

Puntellato da diversi edifici nobiliari di pregio, come Palazzo Castello, Palazzo De Nigris e Palazzo Castronuovo, il borgo antico è decorato anche da pregevoli portali litici, dimore gentilizie e graziosi vicoli e caratterizzato da case in pietra.

Da non perdere sono inoltre la chiesa madre (XVI sec.) intitolata a San Luca Abate e la cappella dell’ex convento di San Francesco.

La cucina di Carbone non tradisce la bontà e genuinità di quella lucana in generale e propone diverse specialità.

Per gli amanti dei gusti forti spiccano i dolci a base di “sanguinaccio”, oltre ai gustosi salumi accompagnati dalla squisita  focaccia carbonese. Tra i primi piatti, come in gran parte della Basilicata, non possono mancare le diverse tipologie di pasta fatta in casa, quali fusilli e orecchiette. Ottima anche la produzione di frutta secca, marmellate, funghi, tartufi, miele e castagne. Il vino locale concorre ad arricchire il sapore di ogni portata.

Carbone è uno dei comuni in cui è possibile scoprire le pepite d’oro del Serrapotamo lungo un itinerario enogastronomico che coinvolge sei piccoli borghi del Pollino, i quali punteggiano la suggestiva valle del Serrapotamo.

Il caratteristico abitato di Carbone occupa parte del versante del torrente Serrapotamo e ricade nel Parco Nazionale del Pollino.

Non molto distante dal paese sorge il bosco Vaccarizzo che, riconosciuto come sito di importanza comunitaria (SIC) e segnalato dalla Società botanica italiana come biotipo di rilevante interesse vegetazionale, si stende su una superficie di 200 ettari con faggi, abeti bianchi ed esemplari di ontano napoletano e aceri campestri.

Il territorio è ricco anche acqua tra le numerose sorgenti e fontane, molte delle quali adiacenti all’abitato.

Interessanti luoghi sacri si possono visitare nel piccolo borgo di Carbone, tra tutte senza dubbio si distingue la chiesa Madre (XVI sec.) intitolata a San Luca Abate.

Edificata nel 1050 conserva alcune tele di scuola napoletana del 1600, un reliquario d’argento del XVI secolo e alcuni oggetti recuperati dal monastero distrutto. Nella cappella dell’ex convento di San Francesco, poi, si possono ammirare affreschi del 1700 e una tavola raffigurante la Madonna con i Santi del 1500. Edificata nel 1547 e dedicata alla Santissima Vergine dell’Annunziata, la chiesa del convento conserva numerosi quadri e statue lignee.

Pregevole è il quadro della Porziungola, realizzato da Francesco Oliva e, altrettanto preziosa, è anche la statua di San Donato, protettore di Carbone, insieme a quella di San Francesco.

Dalle brevi passeggiate a piedi o in bicicletta alle escursioni e al trekking, queste e altre sono le attivitò praticabili nel territorio di Carbone, come negli altri comuni che ricadono nel Parco Nazionale del Pollino.

A circa 5 chilometri dal centro abitato si trova il bosco Vaccarizzo, al centro del quale sorge una grande fontana, raggiungibile dalla contrada Vullo. Si tratta di un’area di straordinaria bellezza per le specie vegetali che lo popolano, come ontano napoletano e aceri campestri, tra le quali ci si può addentrare in piacevoli percorsi.

Gli appassionati possono dedicarsi anche alla raccoltà delle numerose varietà di funghi, come il pregiatissimo tartufo bianco e tartufo nero, oltre che godere pienamente delle risorse naturalistiche del luogo, magari traendo refrigerio nei pressi dei laghetti artificiali con piccole dighe creati lungo il corso del Serrapotamo.