Quello di Episcopia è un borgo piccolo e accogliente, all’interno del Parco Nazionale del Pollino, nel cui centro storico spicca la sagoma del castello edificato dai normanni.
I vicoli, i palazzi storici, le chiese e il verde circostante rendono questo posto incantevole e assolutamente da visitare.
Di particolare fascino è il santuario della Madonna del Piano, fondato tra i vigneti dai cistercensi su un precedente insediamento basiliano, all’interno del quale ogni anno nel corso di un suggestivo pellegrinaggio si vivono intense emozioni.
Il fatto che dal paese si domini l’intera valle del Sinni è scolpito anche nel nome i Episcopia da “Epis Kopia”, “vedetta”.
Nel tempo il paese è stato feudo di vari signori fino a quando i Sanseverino lo cedono ai Della Porta, che a loro volta lo vendono alla famiglia Brancalassi. Di tutte le dominazioni che hanno interessato Episcopia è simbolo il suo castello, chiuso fra due torrioni cilindrici, con alcuni affreschi del XVI secolo.
Il primo impatto, nel centro storico di Episcopia, si ha con il castello, del quale sono subito evidenti due torrioni contrapposti, uno di forma cilindrica e l’altro di forma quadrangolare.
L’originaria costruzione del fabbricato si può far risalire all’epoca longobarda. Per la sua posizione, posto su un elevato sperone roccioso, il maniero regala al visitatore un’ottima veduta su tutta la valle sottostante.
Ai tempi di Federico II di Svevia il castello ha subito, tra gli altri, interventi di modifica che hanno portato al riutilizzo di una torre e alla ricostruzione dell’altra, ma il complesso ha subito interventi anche per volere degli angioini.
All’ingresso della struttura, che poggia su un camminamento costituito da un’ampia gradinata a sua volta sorretta da una struttura ad arcate, sul maestoso portale si lasciano ammirare affreschi raffiguranti uno stemma, composto da un guerriero ed un rettile, mentre proprio in cima alla stessa gradinata, ai lati del grande portone, si distinguono i supporti del ponte levatoio.
La cucina che si può provare ad Episcopia è tradizionale e genuina con la predominanza di pasta fatta in casa e gustose carni cucinate per lo più alla brace. Gli amanti dei gusti più decisi possono provare anche gli “gnommarieddi”, involtini di interiora di agnello e capretto arrosto. Molto apprezzati sono anche i dolci tipici di Episcopia tra i quali si distingue la tradizionale “cicerata” natalizia.
Episcopia ricade nel versante lucano del Parco Nazionale del Pollino che, diviso tra la Basilicata e la Calabria, con i suoi 192.000 ettari, è il più esteso d’Italia.
Lungo itinerari e percorsi accattivanti ci si inoltra in fitti boschi di faggio, abeti e castagni e altipiani erbosi, fino ad “incontrare” sinuosi, fieri e secolari, i Pini Loricati, simbolo del parco, visibili soprattutto sulla cima di Serra di Crispo, denominata il “Giardino degli Dei” proprio perché considerata uno dei santuari di questa rara specie arborea dal tronco contorto.
Tra queste distese si aggirano esemplari di lupo appenninico, cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici e lontre, ma anche picchi e gufi reali. Caratterizzato dalle vette più alte dell’intero arco appenninico meridionale, sorvolate da aquile reali, falchi pellegrini e gheppi, senz’altro va menzionata Serra Dolcedorme, “tetto” del parco.
Il convento e la chiesa di Sant’Antonio sono da considerare parte del patrimonio storico e artistico dall’elevato valore presente ad Espiscopia, oltre alla chiesa madre e al santuario della Madonna del Piano.
Il complesso di Sant’Antonio si erge su un pendio che domina la valle del Sinni, eretto con molta probabilità nella seconda metà del 1500 con impianto francescano, come dimostrano i tre corpi di fabbrica e l’aula ecclesiale articolati intorno al chiostro quadrangolare porticato.
Piuttosto ben tenuto, il convento è stato riportato in parte alla sua antica bellezza, in particolare il chiostro può essere considerato uno scrigno nella cornice di archi e volte. Benché la chiesa, a navata rettangolare, presenti una fattura barocca, sono evidenti sovrapposizioni di altri stili avvenute nel 1700, a partire dagli stucchi, le cui decorazioni raffiguranti frutti e fiori rimandano alla scuola napoletana. Le quattro facciate sono impreziosite da un parametro decorativo con coppie di lesene e cornici, mentre la cuspide è decorata da un rivestimento in maioliche a dischi policromi.
Molto interessante è poi la chiesa madre di San Nicola, eretta nel ‘500, che al suo interno custodisce numerose opere d’arte come la statua dellla Madonna con il Bambino (XV sec.), ogni anno portata in processione verso il santuario di Santa Maria del Piano che sorge non molto distante dal centro abitato.
Il 4 e il 5 agosto di ogni anno si celebra la festa in onore della Madonna del Piano, nel corso di una processione molto sentita dai fedeli, i quali compongono il corteo trasportando a spalla o sul capo fasci di grano, qui tipicamente denominati “scigli” e “gregna”, legati ad una struttura di legno. A rendere ancor più suggestivo il rito sono le danze in cui i “contadini” si esibiscono con falci e mazzi di spighe, per mantenere vivo il ricordo della rivolta contadina dei secolo trascorsi.
Nella splendida cornice del Parco Nazionale del Pollino in cui anche Episcopia ricade si possono praticare brevi passeggiate a piedi o in bicicletta, ma anche escursioni e trekking, anche a cavallo e poi rafting e parapendio.
Il visitatore amante della natura ha solo l’imbarazzo della scelta per “vivere” i colori del Parco Nazionale del Pollino, perdendosi tra le folte foreste verdeggianti che consentono di “incontrare” i numerosi esemplari di Pino Loricato, fino ad imbattersi in diverse specie faunistiche: lupo appenninico, cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici e lontre, ma anche picchi e gufi reali, mentre le vette più alte dell’intero arco appenninico meridionale sono sorvolate da aquile reali, falchi pellegrini e gheppi.