È uno dei comuni compresi all’interno del Parco Nazionale del Pollino, sulla sponda del fiume Sinni, alle pendici del monte Caramola, e sorge laddove un tempo si trovava la Certosa di San Nicola, oggi nota come “Turra”.
Il paesaggio di Francavilla è un meraviglioso contesto ambientale e naturalistico dal particolare interesse per l’alternarsi delle zone montane alle medie colline con altopiani dalla lussureggiante vegetazione in cui predominano alti faggi, cerri e abeti.
Nel territorio di Francavilla in Sinni, in località “Piano Lacco” si trovano i resti di un possibile insediamento e di strutture fortificate di epoca medioevale, che potrebbero testimoniare un primo nucleo abitativo.
Francavilla sorse nel XV secolo laddove un tempo si trovava la Certosa di San Nicola territorio di proprietà del Principe Severino di Chiaromonte.
Alla storia e all’evoluzione del borgo è legato un suggestivo racconto secondo il quale , nel 1420, la Principessa Giovanna si sarebbe rivolta a San Nicola affinché guarisse il figlio malato, promettendo in cambio della grazia la concessione ai monaci della Certosa il territorio che corrispondeva all’antico abitato di Francavilla.
Così i Certosini avrebbero edificato una borgata allestendo alloggi per coloro che provenivano dai paesi limitrofi per lavorare le terre e i boschi circostanti.
Fino alla abolizione del feudalesimo Francavilla in Sinni è rimasta sotto il controllo dei Certosini, ma fra il 1808 e il 1812, la Certosa viene distrutta dalle armate francesi per mano di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte.
Non si può non ricordare che nel territorio di Francavilla in Sinni, in località “Piano Lacco” si trovano i resti di un possibile insediamento e di strutture fortificate di epoca medioevale, mentre sulla collina del monte Catarozzo sono ancora evidenti i resti del cosiddetto castello “di Rubbio”.
Di particolare valore e fascino è poi quella che da queste parti viene denominata la “ Turra”, ex Certosa di San Nicola, fondata in contrada santa Elania, comunemente detta Fra Tommaso, nel 1395 da Vencislao, conte di Chiaromonte. Come si può evincere dalle sue mura la Certosa doveva essere maestosa, considerata terza solo a quella di Padula, in Campani, e di Serra San Bruno, in Calabria.
Sono le verdure i principali ingredienti che rendono particolarmente sfiziosa la cucina a Francavilla in Sinni.
Tra le prelibatezze a base di ortaggi infatti spiccano la “ciambotta”, un misto di verdure tra peperoni, melanzane, pomodori e l’aggiunta di cotica di maiale, “zafaren ammaianet”, peperoni rossi essiccati fritti con pastella di farina e uova e poi “frittet co li sparij”, frittata con asparagi e pezzi di salsiccia.
Non mancano poi gli insaccati, la pasta fresca fatta in casa e l’ottima carne di capretto allevato nelle masserie del territorio, il tutto accompagnato da vino locale.
Tra i piatti tipici predominano le “brasciol d’scorz”, braciole di cotica di maiale cotte nel sugo e “lagane e fasul”, tagliatelle con fagioli.
Da non perdere è la sagra paesana dedicata al vino, ma con inclinazione sacra nota come “Madonna di Pertusavutte”, la quale si celebra l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione. Per l’occasione, in onore della Madonna la gente si raccoglie intorno alle botti e spilla il vino, tra canti e balli al suono di “totarelli” e “cupa-cupa”, (strumenti artigianali ottenuti dalla pelle di capra e di montone).
È il Parco Nazionale del Pollino a fare da cornice al paesaggio di Francavilla, di particolare impatto alla vista di chi osserva per il curioso alternarsi delle zone montane del Caramola alle medie colline con altopiani dalla lussureggiante vegetazione caratterizzata per lo più da faggi, cerri e abeti.
Nel territorio sono presenti inoltre i tre piccoli laghi Viceconte, in località Avena, del Pesce e d’Erba, in località Caramola.
All’interno del Parco del Pollino, e nei dintorni di Francavilla in Sinni, possono rappresentare siti di straordinario interesse per gli amanti della natura il Rifugio Acquafredda, la sorgente Catusa, la zona di Casa del Conte e poi la zona panoramica di Pietra Sasso, oltre all’area geologica della Timpa delle Murge, costituita da rocce magmatiche che, formatesi sul fondo marino, sono emerse dopo diversi movimenti tettonici.
Da non perdere è poi la Riserva Naturale Orientata del Bosco “Rubbio”, ad una altitudine di 1250 metri sulle pendici del Pollino lucano.
Presso il fiume Sinni e lungo il bosco dell’Avena, a soli 3 chilometri dal paese, sgorga un’acqua solforosa, denominata “acqua fetente”.
Il patrimonio architettonico ed artistico di Francavilla è costituito da diversi luoghi di culto in cui sono venerati santi e madonne nel corso di solenni celebrazioni durante l’intero anno.
Da visitare assolutamente, la chiesa parrocchiale di San Felice e San Policarpo, entrambi protettori del paese, è stata edificata nel nel XIX secolo e custodisce una grande tela raffigurante la presentazione al Tempio (XVIII sec.), mentre in un’altra è presentata la Madonna in trono con Santi.
Non passa inosservata anche la pala che ritrae San Giovanni Battista, eseguita dal pittore lucano Francesco Giangrezio da Francavilla (‘600). Bello è l’altare maggiore oltre ad altari secondari in legno dipinto ad imitazione del marmo intarsiato del XVIII secolo. Anch’esso del XIX secolo, in località San Biase, da non perdere è poi il santuario della Madonna di Pompei (XIX sec.), festeggiata la quarta domenica di agosto.
In paese, invece, si trovano la cappella di Sant’Antonio (XIX sec.) e quella di San Giuseppe (XIX sec.) in cui è conservata una tela raffigurante la Madonna dell’Assunta, oltre alla cappella dell’Assunta( XIX sec.).
Per escursioni nei boschi tra vari percorsi che consentono di intraprendere escursioni a piedi e a cavallo, all’interno del Parco del Pollino e nei dintorni di Francavilla in Sinni, possono rappresentare siti di straordinario interesse il Rifugio Acquafredda, la sorgente Catusa, la zona di Casa del Conte e poi la località panoramica di Pietra Sasso, oltre all’area geologica della Timpa delle Murge, costituita da rocce magmatiche che, formatesi sul fondo marino, sono emerse dopo diversi movimenti tettonici.
Da non perdere è poi la Riserva Naturale Orientata del Bosco “Rubbio”, ad una altitudine di 1250 metri sulle pendici del Pollino lucano.