In questo piccolo borgo, posto su un colle dal dolce pendio, risuonano le voci dei suoi abitanti che parlano prevalentemente la lingua albanese, per non tradire le sue origini arbëreshë, aspetto peraltro comune a quelle di altri due paesi lucani del Vulture: Barile e Maschito.
Il delizioso borgo di Ginestra è il luogo ideale per passeggiare in totale serenità respirando un’aria salubre in un’atmosfera intima, tra stradine, scalinate e vicoli su cui scorre la storia del paese incisa nei nomi delle piazze e delle vie, in albanese: Alessio, Skanderbeg, Schipetari, Lombardomassa, Jura, solo per ricordarne alcuni.
Il bel borgo di Ginestra è sorta sulle rovine dell’antica lombardo-massa, città longobarda, distrutta dai normanni, e ha origini albanesi.
Il paese è stato fondato da una comunità di esuli albanesi guidati dal condottiero Francesco Zhura, che nel 1478 ha beneficiato del territorio del piccolo borgo, costruendo case e diffondendo la propria cultura e le proprie radici, grazie alla concessione delle terre da parte degli aragonesi.
Le origini albanesi infatti continuano a vivere negli usi e nelle tradizioni della gente di Ginestra che ha nel nome il riferimento alla colorata pianta presente lungo i pendii di tutto il suo territorio.
Il borgo arbëreshë di Ginestra si visita in poco tempo, ma lascia impressa a lungo nel visitatore l’emozione di un viaggio nella storia.
Tra i vicoletti balza subito agli occhi la doppia denominazione di vie e piazze in italiano con la traduzione arbëreshe, a dimostrazione di quanto siano radicate le origini albanese del piccolo centro lucano.
Tra gli angoli più caratteristici occorre ricordare la principale via Garibaldi con la sua singolare pavimentazione, dove si può ammirare inoltre il Palazzo Allamprese risalente al XVI secolo e, sempre nel centro del paese, in piazza Raffaele Ciriello, il caratteristico arco forno.
Il sapore e il profumo dei salumi resta impresso a chi siede alla tavola del piccolo paese di Ginestra, più che mai se salsiccia, soppressata e capocollo sono accompagnati da ottimo vino Aglianico del Vulture Doc.
Non è un caso d’altronde che Ginestra sia noto come “Il borgo dei sapori”. Molto buono anche l’olio e i formaggi di pecora, tra tutti la ricotta e lo stagionato pecorino, ma il vero piatto tipico del paese è il cosiddetto “dose”, tagliatelle preparate a mano, la cui particolarità è il non avere un taglio preciso, che si degustano soprattutto nei periodi invernali.
Ginestra sorge nel cuore del Vulture, sull’Appennino Lucano, circondato da paesaggi spettacolari.
Da un lato, proprio nel versante che conduce al Monte Vulture, si può ammirare un paesaggio dominato da file di viti e ulivi, a dimostrazione della vocazione del comune alla produzione di pregiato vino Aglianico Doc e ottimo olio. Dall’altro, si lascia ammirare una pittoresca veduta in cui si succedono immense e dorate distese di campi di grano.
Tipicamente rurale, il paesaggio è dominato anche da tratturi, fontane e casolari diroccati che conferiscono al contesto una dimensione surreale.
Tesori sacri compongono il patrimonio artistico e culturale di Ginestra, tra i quali spicca la cinquecentesca chiesa madre dedicata a San Nicola che domina la scena nell’omonima piazza.
All’interno, a navata unica con volta a botte, a destra del presbiterio si può ammirare un fonte battesimale in pietra locale, mentre a sinistra domina il gruppo scultoreo e pittorico della Madonna di Costantinopoli, patrona del paese, affascinante per l’armonioso rapporto tra forma e colori.
Di forte impatto è il mosaico bizantino del Cristo Pantocratore. A destra dell’ingresso si impone un Crocifisso ligneo scolpito da Giuseppe Figarazzi.
In Via Maria Santissima di Costantinopoli, accanto al cimitero, svetta poi il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli, edificato nel 1588, ma nel 1935 sottoposto ad una serie di rifacimenti che ne hanno stravolto la struttura originaria.
Sull’altare maggiore è esposto l’affresco della Madonna di Costantinopoli, d’impianto cinquecentesco, ma completamente ridipinto. Interessante, per le espressioni del volto della Madonna e di Gesù Cristo morto, anche la cinquecentesca tela dipinta a olio raffigurante la Pietà, posta a sinistra dell’altare.
Rapiscono l’attenzione del visitatore i dipinti a olio su tela posti in alto a destra sulla parete interna del portale che ritraggono la Madonna del latte con San Carlo Borromeo e San Nicola, a sinistra la Deposizione.
Le origini albanesi di Ginestra continuano a vivere in alcune manifestazioni religiose come la festa che si celebra proprio in onore della Madonna di Costantinopoli, protettrice di Ginestra.
Il giorno di Pentecoste la Vergine è al centro di solenni festeggiamenti che culminano in una processione per le suggestive stradine del paese. L’evento prende origine dall’apparizione di Maria, venuta dall’Oriente, ad un uomo al quale avrebbe chiesto di erigere un luogo di culto in suo onore, proprio laddove sorge l’attuale Santuario di Santa Maria di Costantinopoli.