In realtà fino al 1973 Paterno, comune della fertile pianura della Valle dell’Agri, era una frazione di Marsico Nuovo.

Raggiungere il monte Amoroso, che svetta proprio alle spalle del paese, consente di ammirare uno dei panorami più belli della Basilicata e della Valle dell’Agri, con uno sguardo fino alla Certosa di San Lorenzo a Padula, in Campania.

Il suo nome deriva da “Paternicum”, che significa “terra dei padri”. Originariamente la popolazione viveva  nel luogo in cui oggi sorge la chiesa madre di San Giovanni Evangelista, mentre nelle campagne circostanti erano sparse le case dei contadini.

In seguito alle continue invasioni, gli abitanti decidono di conciungersi a quelli di Marsiconuovo di cui Paterno resta frazione fino al 1973, quando il comune diventa autonomo.

Non si può non ricordare che Paterno ha origini antichissime e che in epoca romana ha visto sorgere, circondate dalla sua bella e fresca pianura, numerose ville rustiche. In località “Aggia” sono stati trovati i resti di una di esse.

Il passaggio dei romani è testimoniato anche a “Valle Romana”, sede di una campagna di scavi che negli anni ’60 del secolo scorso ha portato alla luce numerosi reperti.

Vicoli, stradine giardini e palazzi storici, con annesse chiesette e archi, si incrociano a Paterno attraverso i quali si possono raggiungere anche i principali luoghi di culto come la chiesa madre dedicata a San Giovanni Evangelista.

Da ammirare è Palazzo Arco della Volpe, risalente agli inizi del XIX secolo, con una caratteristica struttura ad arco attraverso cui, un tempo, passava la strada che conduceva ad un antico rione del paese.

Davvero imponente è poi la struttura del Palazzo Rautiis, del XIX secolo, sorto come casino di campagna, dall’imponente sagoma e con due torrette laterali e robuste mura in pietra.

Nella tradizione enogastronomica di Paterno è particolarmente diffusa la produzione di latticini, ma il nome del comune della Valle dell’Agri è associato anche ai Fagioli.

I latticini che arrivano sulle tavole della Val D’Agri ma anche dell’intera Basilicata sono prodotti all’interno di aziende locali con latte rigorosamente del posto, tra questi si distingue il caciocavallo podolico.

Il territorio di Paterno ha tutti i colori e le sfumature della natura verdeggiante della Valle dell’Agri e ricade nella bella ambientazione del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegnrese.

Quest’area  della Basilicata si presenta come uno splendido affresco abbellito da borghi ricchi di storia e cultura e valori sacri e dove la natura assume le sue indefinite sfaccetture. Quello della Valle dell’Agri, infatti, è un territorio cangiante, in cui ad imponenti montagne, scendendo verso valle, cedono il passo dolci colline, a loro volta alternate a fertili pianure, campi e boschi dalle tonalità intense.

A Paterno si può strutturare un vero e proprio itinerario religioso alla scoperta dei principali luoghi di culto presenti in paese.

Subito si impone alla vista la collinetta del rione Raia, laddove sorge la chiesa di San Rocco, mentre attraverso una serie di stradine e vicoli si raggiunge la chiesa madre dedicata a San Giovanni Evangelista.

Molto suggestiva è poi la Chiesa del Sacro Cuore con una piccola grotta di roccia in cui è collocata una statuetta in pietra raffigurante la Madonna. Lasciandosi alle spalle il paese, in località Pecci Piazzolla, si può ammirare la chiesa di San Bartolomeo e la cappella privata nota anche come Palazzo Rautiis, risalente al XIX secolo.

Come gran parte dei comuni che fanno parte del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese anche Paterno può rappresentare un buon punto di partenza per una totale immersione nella natura e nelle attività di questa splendida area verde.

Il parco infatti consente al visitatore di intraprendere escursioni di ogni genere, prediligendo magari percorsi per il trekking e il cicloturismo.

Trovandosi nel territorio di Paterno, un’escursione da consigliare sicuramente è anche quella alla volta della sorgente “Sorgitora”, cui si arriva partendo da via Acquareggente e proseguendo per via Pioniello, attraverso un percorso piuttosto stretto e tortuoso.

Da vedere sono gli “inghiottitoi”, fenomeni di carsismo presenti sul rilievo montuoso, costituito da rocce calcaree, che interessano il percorso da intraprendere per raggiungere la meta della sorgente.