Pietragalla è il paese dei fantastici “Palmenti”, in dialetto locale definite “rutte”, cantine-grotta scavate nella roccia utilizzate ancora oggi per la conservazione del vino.
Questi caratteristici antri sono raggiungibili percorrendo le strade e i vicoli del borgo medioevale, i quali si arrampicano fino al punto più alto del paese dominato dall’imponente campanile della chiesa madre dedicata a San Nicola di Bari e dal castello, l’attuale Palazzo Ducale.
Nei pressi del paese, sul monte Torretta, è visitabile anche un insediamento precedente all’XI secolo a.C. e abitato fino al III secolo a.C.
Il nome del paese deriverebbe da “Pietra Gialla”, in riferimento al colore del materiale impiegato per la costruzione delle case, il tufo.
Per la prima vota Pietragalla viene citato in un documento dell’anno 1118 e secondo alcune fonti, essendo il nome del paese di origini medioevali, la fondazione del paese coinciderebbe con il X secolo.
Il comune subisce l’influsso della presenza francese, periodo a cui risale la costruzione dell’attuale strada Breccia, influenza che, tra l’altro, si riscontra anche nell’uso dell’attuale dialetto, nelle tradizioni e nei costumi.
Fino al 1381 il feudo di Pietragalla appartiene ai conti di Morconi, quindi a Lorenzo Anzaloris. Nel XV secolo il feudo di Pietragalla passa poi ai Conti di Pacentro e con la famiglia Orsini inizia il programma di ampliamento del Palazzo Ducale.
Il Brigantaggio, e i gruppi di uomini capitanati da Carmine Crocco e da José Borjès raggiungono anche Pietragalla, la cui è stata definita a più riprese eroica.
Vicoletti e archi che si inerpicano fino al punto più alto del borgo medioevale consentono di scoprirne gli angoli più caratteristici e dal valore storico artistico.
Oltre alla bella chiesa madre dedicata a San Nicola di Bari, in questo punto del centro storico si può ammirare anche il castello, oggi Palazzo Ducale, imponente per dimensioni e complessità architettonica.
Il suo impianto si divide in due parti: la prima parte, che conserva i caratteri dell’antico castello, edificato intorno al 1100 e la seconda, che invece rimanda all’ampliamento del complesso avvenuto ad opera di architetti napoletani, nella seconda metà del ‘400.
Il visitatore resta senz’altro affascinato dalle ampie loggiate che impreziosiscono la struttura, mentre all’interno sono custodite tele settecentesche e pregevoli dipinti.
Per chi è amante della cucina dal sapore deciso e autentico, a Pietragalla può deliziare il palato con quello che da queste parti è definito “migliatieddo”.
Si tratta di un involtino, composto dalle frattaglie di agnello cucinato e condito secondo ricette tradizionali, che conferiscono a questo piatto un gusto inimitabile.
Sfizioso e ottimo è poi il calzone ripieno di cipolla, un must nella gastronomia pietragallese. Molto diffusa è poi la preparazione di pasta condita con la mollica del pane, in dialetto nota come “maccaron c’ la mddea”.
Il circondario di Pietragalla è ricco di boschi e scorci che restituiscono un panorama certamente tra i più suggestivi della Basilicata.
Ma la vera attrazione naturalistica accoglie il visitatore proprio all’ingresso del paese, sono i “Palmenti”, un borgo vinicolo formato da costruzioni di architettura rupestre e costruito dai francesi della Provenza, sullo schema di quelli presenti anche nel loro territorio. Il nome infatti dovrebbe avere proprio origine francese da “Balmetti”, dal ligure “Balma”, “incavatura”
Queste cantine grotta presentano un’architettura unica e originale che conferisce all’interno contesto in cui sorgono scenari e atmosfere fiabesche per la disposizione armoniosa tale da fornire un colpo d’occhio in chi le osserva.
Al loro interno sono dotate di vasche ricavate nella roccia tufacea, per la lavorazione e la fermentazione dell’uva (palmenti). Chi volesse osservarle nella loro complessità può raggiungere Via Mancosa, lungo la quale si concentra il maggior numero di “rutte”, altra denominazione di queste cavità sotterranee.
Sul punto più alto del centro antico di Pietragalla, insieme al castello, sorge la chiesa Madre dedicata a San Nicola di Bari costruita nel 1200 e consacrata nel 1654.
L’attuale stile neoclassico deriva dalle modifiche apportate tra il 1712 e il 1750. Ad esaltarne la fattura concorre il campanile sormontato da una cupola che ricorda quelle bizantine.
A tre navate, in corrispondenza di quella centrale, l’abside ospita l’altare maggiore. Visitando la chiesa non passano inosservati il fonte battesimale in pietra lavorata a motivi geometrici, il settecentesco crocifisso ligneo, dipinti su tela e una tavola ad olio, raffigurante l’Annunciazione dell’Angelo alla Madonna.
Di particolare valore è poi la statua raffigurante San Teodosio, Patrono di Pietragalla.
La presenza di numerose aree verdi ispira nel visitatore comode passeggiate nei boschi ed escursioni nelle vicine vallate, la condizione ideale, insomma, per chi ricerca una meta tranquilla immersa nella natura.
Di particolare impatto è il Bosco Grande di Pietragalla la cui folta vegetazione consiste soprattutto in cerro, roverella e farnetto.
Passeggiando nell’esteso spazio ambientale che caratterizza il territorio di Pietragalla ci si può spingere fino alla località Monte Torretta, nei pressi della frazione San Giorgio, a pochi chilometri dal paese.
Qui sono visibili i resti di un insediamento fortificato, databile attorno alla metà del IV secolo a.C., la cui disposizione vede, sulla parte più alta della collina, l’acropoli, mentre sulla terrazza sottostante individua l’abitato, entrambi difesi da possenti mura costruite con blocchi di arenaria squadrati.
All’interno dell’intero insediamento sono stati portati alla luce resti di un tempio italico e, nelle immediate vicinanze, due statuette (V e IV sec. a.C.) e una cospicua quantità di materiale architettonico, come un acroterio con testa di Gorgone del V secolo a. C. conservato nel Museo Archeologico Provinciale di Potenza.