Nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, San Chirico Raparo è un paese molto suggestivo.

Gli stretti vicoli e le piccole piazze su cui domina la Torre San Vito, ma anche gli angoli più intimi del centro storico, lo rendono un piccolo gioiello che spicca su uno sperone di roccia che domina l’alta valle del torrente Ravanello.

Ad impreziosire il comune del Potentino sono anche le affascinanti risorse paesaggistiche e ambientali, tra le quali si distinguono la sorgente del torrente Trigello, il cui corso d’acqua che scompare in autunno e riappare in primavera, e boschi verdeggianti come quello della Sella del Titolo, ideale per passeggiate ed escursioni appassionanti.

Ricco è anche il patrimonio artistico composto da palazzi antichi e luoghi di culto affascinanti e mistici.

Il paese è appartenuto a diverse e notevoli famiglie: dai Sanseverino ai Carafa, dagli Spinelli ai Pignatelli di Marsiconuovo.

Attorno all’origine del paese sono state formulate due ipotesi, l’una riconduce alla antica città di Polisandra, in località Noceto, l’altra, la più accreditata, rimanda alla fondazione dell’abbazia basiliana di Sant’Angelo, ai piedi del monte Raparo.

Il primo nucleo abitativo risale all’epoca angioina e si sviluppa intorno ad un fortilizio scomparso poi a causa del sisma del 1857. Alla metà del 1700, San Chirico si presenta come un centro basato sulla produzione di manifatture tessili, esiste infatti notizia di un laboratorio dedicato proprio alla tessitura del cotone e della ginestra.

San Chirico Raparo prende parte ai moti del 1848.

Al centro antico di San Chirico Raparo si accede percorrendo la salita di via Duomo, ritrovandosi così dinnanzi ad una serie di architetture interessanti e ai segni del suo passato, come i ruderi del castello.

Tra gli edifici storici si possono ammirare Palazzo Ferrara costruito nel XIX secolo e caratterizzato da un notevole portale in pietra, e l’interessante Palazzo Barletta, in cui sono conservati arazzi e mobili d’epoca.

Non molto distante dalla Cappella Sant’Antonio, che affaccia su via Durante, ecco Casa Simonetti, degna di nota per l’importante raccolta di vasi apuli databili tra IV e III a.C. e di monete antiche che conserva al suo interno. Passeggiando lungo il centro antico non lascia indifferenti il percorso della cosiddetta “via delle Catacombe”.

Specialità gastronomiche appetitose sono annoverate tra le ricette di San Chirico Raparo, dalla cosiddetta “pastorale”, carne cucinata dai pastori,  alla “rafanata”, maccheroni fatti in casa e conditi con rafano.

Molto buoni sono anche i salumi ottenuti da lavorazioni tradizionali, come i formaggi freschi o stagionati, tra questi degni di nota sono la ricotta, il pecorino e il caciocavallo.

L’ambiente naturale in cui ricade San Chirico Raparo regala stati d’animo unici al suo visitatore, arroccato com’è su uno sperone che domina la valle del Torrente Racanello, affluente dell’Agri, alll’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’agri Lagonegrese.

Boschi verdeggianti e sorgenti cristalline circondano il paese. Il bosco Sella del Titolo, luogo ideale per passeggiate ed escursioni tra alberi di faggio, castagno, farnia e cerro.

Non si può non raggiungere poi il sito in cui sgorga la sorgente del torrente Trigello, il cui corso d’acqua scompare in autunno e riappare in primavera, per un fenomeno di natura carsica e di particolare suggestione.

Alle pendici del monte Raparo scorrono due sorgenti di acque sulfuree: la Santa Quaranta e la Cortignano.

I diversi luoghi di culto che puntellano San Chirico Raparo, tra il centro storico e siti limitrofi, ne impreziosiscono il patrimonio culturale e artistico.

Con la facciata settecentesca, suggestiva è la chiesa madre dei Santi Pietro e Paolo, edificata sui resti di una precedente chiesa.

All’interno sono conservati un crocifisso del 1300, proveniente dal monastero di Sant’Angelo, un polittico del 1500 di Simone da Firenze, un calice in argento di stile barocco e un fonte battesimale del 1500.

Nel centro antico si ergono anche la chiesa del Convento – che conserva un dipinto del 1550 raffigurante la Crocefissione e una statua della Madonna di Loreto del 1548 – e la Cappella di San Giovanni (XVIII sec.), nell’omonimo vicolo.

Risale alla fine del XVIII secolo, poi, la cappella di Sant’Anna, uno dei luoghi di culto meglio conservati in paese, infatti si può ammirare il pavimento originale in cotto e pietra locale. Molto pregevole è la settecentesca cantoria lignea su cui è conservato un organo coevo.

Particolarmente elegante è poi l’altare in scagliola del Settecento su cui è esposta una contemporanea statua lignea che raffigura l’Immacolata Concezione. Nella parte più periferica del paese si trovano invece i ruderi dell’abbazia di Sant’Angelo in cui sono visibili le celle dei monaci scavate nella roccia.

In una grotta nelle immediate vicinanze si possono ammirare inattese stalagmiti e un affresco rupestre che raffigura San Michele.

Nello splendido contesto ambientale in cui San Chirico Raparo ricade, all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, si estende il bel bosco del Titolo.

Costituito da maestose piante di cerro superiore anche ai 20 metri, è il luogo ideale per passeggiate ed escursioni tra alberi di faggio, castagno, farnia e cerro.  A pochi chilometri dal centro abitato si può raggiungere il massiccio del Monte Raparo per godere di spettacolari visioni panoramiche sulla vallata e contraddistinto da una notevole vegetazione di conifere, ma anche di agrifoglio che ne ricopre le pendici.

Questa esperienza crea maggiori attese se vissuta sotto le stelle, passeggiando e osservando il cielo, dalla cima del monte Raparo, illuminato solo dalla luna e ascoltando le voci del bosco in piena notte, nel corso di escursioni organizzate.