Paesaggi lussureggianti e selvaggi e poi casette strette l’una all’altra dominano la dolce collina su cui sorge il piccolo comune di San Martino d’Agri.
In questo borgo del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, la vita ha come sottofondo il tranquillo scorrere del fiume Agri nascosto tra le rassicuranti braccia della Murgia di Sant’ Oronzo.
Il centro storico è davvero suggestivo, con il dominante Palazzo Baronale, dal quale si raggiunge la centrale Piazza Plebiscito e una fitta rete di vicoletti e gradinate che si aprono in altre, graziose piazzette, punto di contatto con i caratteristici rioni del paese, ciascuno con una cappella, una chiesa o una fontana.
Percorrendo il borgo antico si impongono allo sguardo anche palazzi antichi decorati da maestosi portoni in legno e pietra locale lavorata a mano.
La denominazione di San Martino d’Agri, piccolo centro di poche anime risale ai secoli XI-XII d.C., ma si ha ragione di pensare che il paese abbia origini ancor più remote se si considerano alcuni reperti archeologici.
Essi infatti, rinvenuti in alcuni siti locali, sono di origine romana e sono datati tra II-I secolo a.C.. Va detto però che l’impianto urbano di San Martino risale al IX-X secolo d.C., al tempo in cui monaci provenienti dall’Oriente stabilirono qui i propri cenobi, fino a fondare il convento ancora esistente con gli splendidi affreschi del chiostro.
Successivamente il paese subisce le dominazioni normanna, sveva e borbonica fino a divenire feudo di proprietà della famiglia Sanseverino di Bisignano che lo tengono fino alla fine del XVII secolo, quando passa nelle mani dei Sifola, cui si deve il nome del Palazzo baronale, nel cui potere rimane fino al 1806, per poi appartenere alla Contea di Chiaromonte, quindi ai Templari e ai cavalieri di Malta. Nel XV secolo il paese viene ripopolato da una colonia di profughi albanesi.
Ogni angolo del borgo di San Martino D’Agri può ispirare un itinerario che consente di visitarlo nella sua intima e sorprendente totalità.
Nei pressi del Convento di San Antonio, dagli splendidi affreschi che ne decorano il chiostro, si erge la chiesa di San Francesco, custode di pregevoli opere d’arte. Proseguendo lungo Corso Vittorio Emanuele si impone allo sguardo “Casa Demma” (XIX secolo), all’interno impreziosita da interessanti affreschi e, all’esterno, da un bel portale in pietra.
Di qui si raggiunge la centrale Piazza Plebiscito, dove si può visitare “Casa Sivolella”, col suo portale in marmo e l’annessa Cappella della Madonna delle Grazie, ma molto bella è anche quella del Gesù Morto, in via Garibaldi, e la casa della poetessa Teresina De Pierro, abbellita da un pregevole portale in marmo (1853).
Una volta in Largo San Lorenzo può essere ammirato il Palazzo baronale Sifola del XVI secolo. Scendendo lungo via Cavour ecco uno degli edifici storici più interessanti di San Martino, si tratta di Palazzo De Frino con caratteristiche loggiate e dal portale in pietra.
Altrettanto interessante è quello di “Casa Franco”, che si incontra proseguendo su via Cola de Rienzo, avendo anche l’occasione di apprezzare una serie di suggestivi vicoletti. A questo punto non sfugge la chiesa Madonna della Rupe.
I “maccarun” o “frrciedd” sono le due tipologie di gustosa pasta preparata a mano dalle donne di San Martino D’Agri da provare con prelibati sughi a base di carne di maiale o agnello, ma non deludono condite con mollica di pane fritta e rafano.
Maiale e agnello dominano anche tra i secondi piatti, soprattutto da quest’ultimo derivano tipicità come gli “gliummriedd” o il “sufritt”, involtino speziato il primo, un soffritto di interiora il secondo. Molto diffusa è poi la “rafanata”.
Particolarmente consolidata è poi la tradizione casearia con specialità quali la ricotta e la toma.
Il piccolo borgo di San Martino D’Agri rientra nella splendida cornice del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, il più giovane tra le aree protette nazionali italiane.
Il paese, sul quale svetta l’imponente monte Raparo, è immerso in lussureggianti querceti misti di rovere, roverella e castagni e di particolare interesse è la “lecceta della Murgia di Sant’Oronzo”, peraltro sito di interesse comunitario, caratterizzata da colline sabbiose, quasi rotondeggianti, e per lo più argillose, e da rilievi che danno vita a una complessa ma affascinante morfologia fatta di pareti verticali.
San Martino D’Agri, il cui nome suggerisce l’appartenenza ad una delle aree più affascinanti del territorio lucano, la Valle dell’Agri, appunto, confina con il comune di Spinoso, che sorge sulle sponde della immensa Diga del Pertusillo, un invaso artificiale circondato da una pittoresca pineta.
Belle architetture sacre attraversano il borgo e il territorio di San Martino D’Agri, la principale è la chiesa di San Francesco, edificata nel 1512 e ristrutturata nel 1714. Al suo interno si possono ammirare lodevoli opere d’arte.
Di particolare pregio sono una pala d’altare del XVI secolo, raffigurante una Madonna del Rosario, due dipinti con una Madonna col Bambino, dei seguaci del pittore Antonio Stabile, un Crocifisso e un dipinto dell’artista nato a Satriano di Lucania, Giovanni De Gregorio, noto come “Il Pietrafesa”.
Molto interessanti sono anche i nove pannelli di un polittico del 1538. Davvero affascinanti sono, nel chiostro del Convento, gli affreschi che raccontano la vita di San Francesco, databili nel 1743 e attribuiti a Pietro Giampietro da Brienza.
Non molto distante dall’abitato sorge il Santuario della Madonna della Rupe, sul monte Raparello, una costruzione in pietra risalente ai secoli IX-XI, distrutta nel 1857 e ricostruita nel 1893. Una volta all’interno è possibile ammirare una tavola del XVII secolo di autore ignoto in cui è rappresentata la Madonna del Carmelo con Bambino e Santi.
Da non perdere anche il convento di Sant’Antonio, risalente agli inizi del XVI secolo, con l’annessa chiesa che conserva pregevoli dipinti e affreschi, in particolare nel chiostro, oltre a pregevoli sculture.
Gli spazi verdi che contraddistinguono il territorio di San Martino D’Agri consentono di scoprire posti nuovi e suscitano particolari emozioni negli amanti dell’escursionismo e della vita all’aria aperta.
Tra relax e avventura è possibile compiere passeggiate a contatto con la natura, nei pressi del suggestivo torrente Trigella, ad esempio, rimanendo letteralmente incantati al cospetto della mulattiera che risale le falde orientali del monte Raparo, dominante sul piccolo borgo di San Martino, la quale conduce ai ruderi dell’abbazia di Sant’Angelo o di San Michele.
Non molto oltre, sono ancora visibili le celle scavate in una grotta, dove è possibile ammirare un affresco risalente all’XI secolo e raffigurante San Michele e un orante.
San Martino D’Agri, il cui nome suggerisce l’appartenenza ad una delle aree più affascinanti del territorio lucano, la Valle dell’Agri, appunto, confina con il comune di Spinoso, che sorge sulle sponde della immensa Diga del Pertusillo.
Un invaso artificiale circondato da una pittoresca pineta, punto di riferimento per gli appassionati di Birwatching – dal momento che sulle sue sponde è facile individuate uccelli stanziali e migratori – o anche di pesca sportiva, per la presenza di carpe e trote.