È il paese dei Murales e del pittore Giovanni De Gregorio, noto come “Il Pietrafesa”, uno dei massimi esponenti della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco.

Veri e propri affreschi realizzati da pittori professionisti impreziosiscono le architetture di Satriano di Lucania, in provincia di Potenza, nell’area del Melandro.

Il centro storico si presenta al visitatore come una pinacoteca a cielo aperto, tra un intricato avvicendarsi di violetti su cui insistono palazzi gentilizi databili tra ‘600 e ‘700. Il paese, oltre ad essere uno dei “Borghi autentici d’Italia”, ricade all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val D’agri – Lagonegrese ed è tra più caratteristici della Basilicata per il suo grazioso centro storico e la ricchezza artistica che ha fatto guadagnare a Satriano l’inclusione tra i 190 “Borghi autentici d’Italia”.

Il borgo ha dato i natali al Pietrafesa (1579 – 1656), le cui opere sono disseminate nelle chiese di gran parte della regione Basilicata.

Satriano ha dato i natali al più illustre pittore lucano del seicento, Giovanni De Gregorio.

In origine (XII) l’antica Pietrafesa, un piccolo borgo rurale a valle dell’abitato di Satrianum, sorgeva a ridosso di una roccia denominata “Castello”. Il paese conquista la propria autonomia durante il regno della regina Giovanna II d’Angiò di Napoli, quando si attesta che Francesco Sforza divenne Signore di Pietrafesa.

Al nome della cosiddetta “regina Giovanna” si riconduce la causa dell’abbandono dell’abitato di Satrianum dal momento che, secondo una leggenda locale, sarebbe avvenuto a seguito della distruzione della città per ordine della sovrana tra il 1420 e 1430.

La donna infatti si sarebbe vendicata sugli abitanti di Satrianum a causa di un affronto subito, probabilmente un amore non corrisposto, oppure il rapimento da parte degli abitanti del luogo di una giovane dama di corte della regina.

Il racconto narra che gli abitanti, dunque, in seguito alla distruzione di Satrianum, di cui resta solo la torre normanna (XII secolo) il cui sito è oggetto di scavi archeologici, si sarebbero rifugiati nelle zone circostanti tra cui il vicino centro di Pietrafesa. Nel 1420 il feudo viene ceduto alla famiglia Caracciolo.

Nel corso del tempo la popolazione si sviluppò su altri punti del territorio denominate Piesco e Madonna della Rocca, un periodo fiorente per il borgo che arriva a sfiorare i 3000 abitanti. Qualche tempo dopo, nella seconda metà dell’Ottocento, gli abitanti di Pietrafesa decidono di tornare nella città medievale posta sull’altura sostituendone il nome da Pietrafesa a Satriano di Lucania, per non dimenticare l’antico insediamento.

Il delizioso borgo di Satriano di Lucania offre scorci suggestivi a chiunque lo attraversi tra gli splendidi portali in ferro, i pittoreschi murales e gli antichi palazzi.

A guardarli i soggetti e gli oggetti ritratti nei murales di Satriano sembrano quasi parte della realtà, tanto sono ben rifiniti dai pennelli degli artisti che li hanno realizzati come fossero guidati nella loro arte dal compaesano Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, uno dei massimi esponenti della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco.

Proprio al Pietrafesa è dedicato il Museo Multimediale “Il Palco dei Colori” con sede nella Rocca Duca di Poggiardo, noto come il Castello. A fare da cornice ai murales le facciate dei palazzi dai pregevoli portali e delle case che attraversano il borgo. Sapori tipici, bellezze artistiche, musica popolare contraddistinguono anche l’evento “Per le antiche vie del Pietrafesa”, il quale che si dispiega lungo le antiche stradine del borgo di Satriano di Lucania.

I MURALES DI SATRIANO DI LUCANIA

Opere d’arte di straordinaria bellezza raccontano all’ospite di Satriano di Lucania la quotidianità, le credenze popolari, particolari della vita del pittore noto come il Pietrafesa originario del paese del Melandro.

I murales di Satriano di Lucania sono veri e propri affreschi realizzati da diversi artisti e rappresentano una peculiarità del paese di cui decorano le facciate delle architetture che attraverso il centro storico.

Oggetto delle raffigurazioni sono temi vari: dagli antichi mestieri, a credenze magiche e momenti di vita del pittore De Gregorio, detto “Il Pietrafesa”, nato proprio a Satriano di Lucania e vissuto nella seconda metà del 1600.

Da vedere anche il Museo della Civiltà Contadina.

IL MUSEO MULTIMEDIALE “IL PALCO DEI COLORI DE IL PIETRAFESA”

Nella residenza signorile della Rocca di Poggiardo il visitatore viene accolto dallo stesso Giovanni De Gregorio, detto “Il Pietrafesa”.

La figura del più celebre tra i pittori lucani del Seicento si manifesta all’ingresso attraverso uno specchio che introduce e accompagna gli ospiti lungo un percorso che conduce nella sala del video-ambiente. Qui lo spettatore è proiettato in una dimensione onirica, in cui immagini, giochi di luci e musica si rincorrono in un flusso incessante. Oltre quaranta opere digitalizzate costituiscono un tragitto multisensoriale.

In altissima definizione e custodite in tavole touch-screen, le immagini, molte inedite, rimandano ai capolavori dell’artista lucano disseminati tra Basilicata, Campania e Calabria. In un’altra sala del Museo, sfogliando un libro digitale sospeso a mezz’aria, si ripercorre il contributo culturale di artisti, poeti, musici, giuristi ed ecclesiastici del Seicento lucano. Tutti i giorni solo su prenotazione

IL MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA

L’antico Palazzo Loreti, appartenuto ad una ricca famiglia del Settecento, oltre ad essere sede del municipio, ospita anche il Museo della Civiltà Contadina e il Museo Archeologico Satriano Antica.

Il primo spazio espositivo della piccola struttura museale propone la fedele ricostruzione di un’abitazione contadina di tipo tradizionale, e comprende, nello stesso ambiente, la cucina, la camera da letto e il ricovero per gli animali. Nella seconda stanza sono esposti gli oggetti del lavoro contadino.

Cucina genuina e saporita impreziosita da prodotti locali che la rendono indimenticabile al palato di chi la prova.

Ottimi i formaggi, saporite salsicce e insaccati dal sapore unico irrorati da buon vino troneggiano sulle tavole satrianesi. I primi piatti vedono come protagonisti i ‘cavatelli’ fatti a mano, una tipologia di pasta casereccia che, come le orecchiette e i fusilli sono conditi da squisiti sughi di carne.

Imperdibili sono poi i fagioli con le patate e il baccalà. Tipico piatto per gli amanti del genere è la minestra di cavoli con l’osso di prosciutto. Molto usati sono i peperoni ripieni, come contorno a portate di carne tra cui predominano capretto e agnello.

Satriano sorge nell’area del Melandro, in provincia di Potenza, e ricade nello splendido scenario del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, il più giovane dei Parchi nazionali italiani.

Il parco è caratterizzato da un’eccezionale biodiversità animale, che comprende nuclei di piccoli mammiferi carnivori, come la puzzola e il gatto selvatico, e la lontra, oltre al lupo che è presente in buona parte del territorio dell’area verde. Non mancano negli spazi acquatici gli anfibi, con avvistamenti di ululone dal ventre giallo e salamandrina dagli occhiali.

Per nulla deludente è la biodiversità vegetale tra alberi, fiori e varie specie di naturali. Tutti i  borghi compresi nel parco hanno storie e peculiarità sorprendenti per cultura, valori sacri, natura

Proprio nello spazio ambientale di Satriano si svolge il Lucania Etnofolk Festival, finalizzato alla valorizzazione della musica folk popolare che trova ampio spazio in Basilicata per gli aspetti culturali e gli strumenti musicali che contraddistinguono soprattutto questo ambito territoriale.

Interessanti a Satriano di Lucania sono anche gli edifici sacri che custodiscono pregevoli opere artistiche, come gli affreschi del pittore originario del paese lucano e noto come “Il Pietrafesa”.

Il borgo del paese del Melandro, con i suoi suggestivi vicoletti su cui insistono palazzi gentilizi sei settecenteschi, si sviluppa attorno alla chiesa madre dedicata a San Pietro Apostolo, ricostruita negli anni Cinquanta sull’originaria chiesa seicentesca, di cui si può ammirare solo il campanile. Interessante è anche la chiesa dell’Assunta, il cui nucleo originario risale al XII-XIII secolo.

Da non perdere sono poi la quattrocentesca cappella della Madonna della Rocca, ricavata proprio nella roccia, e la cinquecentesca cappella di San Giovanni, con all’interno un affresco di Giovanni De Gregorio, detto “Il Pietrafesa”, uno dei massimi esponenti della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco, nato proprio a Satriano di Lucania. L’artista ha firmato molte delle opere conservate in numerose chiese della regione.

Un uomo albero rivestito di edera, la pianta che ricopre i boschi di Satriano di Lucania, il “Rumit”, è il protagonista del Carnevale, ma anche rito arboreo, del comune che ricade nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.

Il rito inneggia alla natura e al suo forte legame con l’uomo e, il sabato precedente il Martedì Grasso, rappresenta una foresta che cammina, composta da 131 Rumit, quanti sono i comuni della Basilicata, lanciando un messaggio ecologista e colorando di verde una piazza del paese. A dare lo spunto è la cineistallazione “Alberi” di Michelangelo Frammartino già presentata al MO.MA di New York.

La mattina della domenica precedente il Martedì Grasso, come da tradizione secolare, i Rumit spontanei vagano per le strade del paese bussando alle porte e lasciando un buon auspicio in cambio di un dono. Nel pomeriggio si tiene la sfilata delle altre maschere tipiche: l’Orso, la Quaresima e la messa in scena del Matrimonio con lo scambio dei ruoli.

Nello straordinario scenario del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, in cui ricade Satriano di Lucania, si possono praticare diverse attività all’aria aperta in ogni stagione.

Nella cornice del parco ricade il Bosco Ralle, in territorio di Satriano di Lucania, uno spazio che si presta ad entusiasmanti escursioni negli ampi spazi all’aperto tra gigantesche piante di faggio e altre specie vegetali che sono frequentemente oggetto di approfondimento da parte degli studenti delle scuole lucane, e non solo, nel corso di gite per giovani esploratori.

Nel perimetro del parco sono inoltre allestiti comodi spazi picnic per momenti di ristoro e relax, ma il riposo all’aria aperta è garantito anche sulle distese di verde che circondano l’area per godere della magica atmosfera che circonda l’intero spazio.

L’area del bosco si presta a diverse attività, oltre a passeggiate ed escursioni, nel corso delle quali è possibile scoprire la Fontana delle brecce, ci si può spingere fino al laghetto artificiale, luogo ideale per gli appassionati di pesca sportiva. Nel territorio circostante sono consentite anche piacevoli passeggiate a cavallo.

Trekking e cicloturismo sono le possibilità offerte all’interno dell’immenso Parco dell’Appennino Lucano agli amanti della natura.

Nel territorio di Satriano, inoltre, è possibile trovare le note “falesie” lucane”, consistenti in una roccia prevalentemente calcarea immersa in una natura selvaggia incontaminata, per arrampicate sportive entusiasmanti, grazie alla presenza di pareti verticali, di piccola e media difficoltà.

Quel che resta dell’antica Satrianum, secondo una leggenda distrutta da un incendio causato dalla regina Giovanna II d’Angiò di Napoli, è la cosiddetta Torre di Satriano, la quale rientra nel vicino comune di Tito e ha portato alla luce straordinari reperti archeologici.

Con inizio verso la fine degli anni Cinquanta, le ultime campagne di scavo condotte sul sito che ricade nell’area del Melandro, oltre alla torre quadrata (forse del XII sec), hanno restituito i resti della cattedrale vescovile, che potrebbe risalire al periodo medievale, e di alcune abitazioni.

Nel corso delle indagini archeologiche è stata recuperata, in particolare, ceramica maiolicata di produzione pugliese, databile tra il XIII e il XV secolo, momento di distruzione e di abbandono del centro medioevale. Fin dai primi scavi, comunque, è emersa un’intensa frequentazione dell’area sin dall’Età del Bronzo con una continuità di occupazione protrattasi fino al basso Medioevo.

Tra la sommità e le terrazze che circondano la collina sono state rinvenute diverse aree di sepoltura legate alla presenza di un abitato risalente al VI – V secolo a. C. Spostandosi più a valle, è emerso un santuario del periodo lucano edificato vicino ad una sorgente nel corso del IV secolo a. C.

Nell’antico Palazzo Loreti, appartenuto ad una ricca famiglia del Settecento, oltre ad essere sede del municipio, ospita anche il Museo Archeologico Satriano Antica e il Museo della Civiltà Contadina.