L’antico borgo di Savoia si arrampica su un’altura che domina il Melandro ed è circondato da una splendida natura verdeggiante e incontaminata.
Qui ancora aleggia il nome di Giovanni Passannante, l’anarchico originario di Savoia che nel 1878 attenta alla vita di re Umberto I di Savoia, durante una sua visita a Napoli. Dietro questo episodio si cela la ragione del passaggio del nome da Salvia in Savoia di Lucania, per riparare al gesto di Passanante, cui comunque il paese ha dedicato il “museo salviano”.
L’abitato di Savoia si presenta come un tipico paese medioevale mantenendo inalterata la sua morfologia originaria in cui spicca la sagoma del castello e della chiesa madre, intorno ai quali sono state costruite le abitazioni contadine addossate l’un l’altra.
La presenza del paese, con il nome di Salvia, è attestata già in epoca normanno-sveva come casale. Subisce diverse dominazioni straniere ed è feudo dei Sanseverino di Marsico, dei de Hansche e, nel periodo aragonese, dei Gesualdo e dei Caracciolo.
Il nome del comune muta nel 1879, da Salvia in quello attuale per dimostrare la fedeltà del paese alla casa Savoia, dopo l’attentato compiuto nel 1878 dall’anarchico salviano Giovanni Passanante a danno di re Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele II.
L’antico castello, da queste parti noto anche come “rocca”, con il borgo medioevale e la trama di vicoli che rappresentano la caratteristica più evidente del borgo fitta per il loro incunearsi tra le facciate in pietra.
A osservarlo bene, nella sua struttura con impianto trapezoidale che si sviluppa intorno ad una corte interna, si nota che le frequenti trasformazioni non ne hanno alterato significativamente l’architettura medioevale.
La facciata principale, che guarda su piazza Marconi, s’impone allo sguardo per la sua linearità, così anche il portale in pietra con un arco a tutto sesto. Due torri svettano negli spigoli di Vico I del Popolo, mentre una terza è visibile tra l’ingresso della corte e del giardino esterno.
Allontanandosi dal punto su cui sorge il maniero e proseguendo lungo i vicoli di Savoia si possono osservare ancora quasi intatte le piccole case contadine raccolte a schiera addossate le une alle altre amo’ di baluardo difensivo.
Dopo una passeggiata alla scoperta del borgo non può mancare una visita al “museo salviano” in cui si possono ripercorrere le gesta del controverso cittadino concittadino Giovanni Passannante, l’anarchico che nel 1878 attentò alla vita di re Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele II.
IL MUSEO DELLA MEMORIA, STORIA DI UN ANARCHICO: PASSANNANTE, CIMELI E DOCUMENTI DEL FASCISMO DI SAVOIA DI LUCANIA
Una sezione è dedicata al movimento anarchico, un’altra alla storia del Fascismo.
In questi spazi viene presentata la controversa figura di Passannante, colui che attentò alla vita di Re Umberto I di Savoia, nel 1878, oltre alla proiezione del cortometraggio che ripercorre le fasi del processo cui fu sottoposto lo stesso Passannante.
Il Museo espone anche la collezione Vernotico, tra quelle italiane una della più fornite di cimeli e documenti del periodo del regime fascista.
È un vero piacere sedersi a tavola e gustare i prodotti tipici della cucina di Savoia di Lucania, dove predominano i sapori antichi, tra salumi, peperoni “cruschi”, formaggi freschi, verdure e ortaggi sott’olio.
I primi piatti sono per lo più a base di pasta fresca e gradevoli zuppe di legumi, mentre tra i secondi predominano portate a base di carne.
A suggellare la bontà della tradizione culinaria concorrono gustosi dolci tradizionali.
Boschi e scorci panoramici circondano Savoia di Lucania, uno dei bei comuni del Melandro.
La natura più incontamianata predomina nel vicino bosco Luceto fitto di cerri e carpini dai rami e dalle radici inestricabili e priva di sentieri ben battuti, forse per questo particolarmente affascinante. Ci si può spingere inoltre fino al Vallone del Tuorno, “tuono”, affluente del Melandro, per arrivare a scoprire sei meravigliose cascate, in alcuni casi alte fino a 20 metri.
Il paesaggio del Luceto è inoltre impreziosito da scorci di selvaggia bellezza, come le millenarie stalattiti e stalagmiti, le sorgenti di acqua solforosa e un vecchio mulino ad acqua, “lu Mulniedd”. Zona ricca di castagni e felci è poi quella del monte Carvarino, in località Macchia Carrara, dove gli appassionati possono raccogliere funghi galletti e piante di fragole e lamponi in abbondanza.
L’area costituisce anche un sito di elevata spiritualità per la presenza della maestosa statua dedicata a San Rocco, Patrono di Savoia, posta proprio sulla vetta del monte.
Una volta qui, si può godere di una splendida vista che abbraccia l’intera Valle del Melandro.
Tappa irrinunciabile tra le architetture di Savoia di Lucania è quella nella chiesa madre dedicata a San Nicola di Bari, in pieno centro storico, a pochi passi dal castello.
Un elegante portale in pietra locale abbellisce la facciata, senza’altro più semplice è invece il portale laterale con leggere cornici.
d’impatto è anche il campanile a base quadrata e a quattro piani.
L’interno, a pianta quadrata, è a tre navate e custodisce grandi tele che narrano scene di episodi biblici di Nuovo e Vecchio Testamento. Pregevole è l’altare maggiore di fattura barocca e dedicato all’Immacolata, di cui ospita la statua lignea nella nicchia centrale.
Gli amanti della natura nel territorio di Savoia di Lucania trovano la location ideale per vivere momenti a totale contatto con la natura più incontaminata e selvaggia.
Boschi e scorci panoramici circondano il paese, come il bosco Luceto fitto di cerri e carpini dai rami e dalle radici inestricabili che, seppur privo di sentieri ben battuti, assume un fascino unico. Dotati del giusto abbigliamenti e seguendo le dettagliate indicazioni, ci si può inoltrare fino al Vallone del Tuorno, “tuono”, affluente del Melandro e ad “Acqua Solforosa”.
Dopo una discesa tra gli alberi un tratto lungo il corso del torrente, un rumore di acqua rivela la presenza di sei meravigliose cascate, alcune delle quali sono alte fino a 20 metri. Passeggiando nel suggestivo ambiente del Luceto si è sorpresi da scorci di selvaggia bellezza, come le millenarie stalattiti e stalagmiti, sorgenti di acqua solforosa, e un vecchio mulino ad acqua, detto “lu Mulniedd”.
Chi desidera immergersi nella natura percorrendo sentieri più agevoli può optare per un’escursione sul monte Carvarino, in località Macchia Carrara, tra castagni e felci.
Questo itinerario può assumere un carattere di tipo spirituale-naturalistico per la presenza della maestosa statua di San Rocco, Patrono di Savoia di Lucania, posto proprio sulla vetta del monte, da cui si gode di una splendida vista sull’intera Valle del Melandro.