Il piccolo borgo collinare di Spinoso, contornato da boschi e al centro del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, è uno splendido belvedere naturale sul lago del Pertusillo.
Spinoso offre così uno degli spettacoli naturali più affascinanti della Val d’Agri e si configura come il luogo ideale per chi ama passeggiare nei verdissimi boschi e ammirare i molti tesori architettonici del centro storico tra palazzi gentilizi, di 1700 e 1800, con i loro portali in pietra.
Il paesino della Val D’Agri si distingue anche per l’antica tradizione artigianale di ebanisti e di scalpellini che lavorano ancora la pietra secondo l’antica tradizione.
Il nome del piccolo comune della provincia di Potenza, nel cuore della Val D’Agri, deriva dal latino “spina” ad indicare l’“abbondanza”.
E proprio nel “Catalogo dei Baroni”, databile tra 1154 e 1168, il comune è denominato “Spinosa”, “Terra piena di spine”, appunto.
Il paese non ha origini molto antiche e nasce in seguito alla distruzione dell’antica e vicina Grumentum, fiaccata dalle continue invasioni da parte dei saraceni, quando la popolazione superstite riesce a rifugiarsi alle pendici del Monte Raparo.
Spinoso è una “terrazza” sulla natura, quasi adagiato sul Lago del Pertusillo e circondato da candidi boschi e verde ovunque.
Ma è anche un borgo dai preziosi tesori come i suoi numerosi edifici gentilizi dai maestosi portali in pietra di Padula e facciate in cotto provenienti da antiche fornaci locali. In piazza Plebiscito si elevano Palazzo delle Colonne, in stile neoclassico, Palazzo Romano (XVII sec.) e, a pochi passi, Palazzo Ranone, di stampo settecentesco, location di mostre ed eventi letterari.
Da non trascurare sono il monumentale Palazzo Caputo, con parco annesso, e il Palazzo Romano, nell’800 sede della “Scuola Romantica Spinosese”, una delle più importanti e prestigiose del meridione, in cui si sono formati nomi illustri tra i quali Giacomo Racioppi e Giacinto Albini.
Raggiunto Corso Garibaldi si possono ammirare i Palazzi Mileo, Robortazzi e Caputo, mentre in Via Marconi svetta Palazzo Delfino e in Via Vittorio Emanuele Palazzo Ranone, con il suo pregevole portale in pietra e un bel cortile interno.
Non si può dimenticare che a Spinoso può capitare di passare davanti alla casa dell’Abate Antonio Racioppi, in via Vittorio Emanuele, zio del pittore Michele Tedesco, originario di Moliterno, che proprio nel piccolo borgo sulle sponde del Lago del Pertusillo ha trascorso parte della sua infanzia.
Dopo una passeggiata del borgo antico e sulle sponde del Lago del Pertusillo, un meritato banchetto a base di tipicità realizzate con prodotti del posto è quello che ci vuole per dare un senso completo a una visita a Spinoso.
La pasta di casa è una delle specialità più diffuse e proposta in diverse forme, come i “Firriciedd”, o le minestre come “Ciciri e coria”, ceci e verdura, da assaggiare è poi la “Pulenta cu’ sauzicch’”, polenta con la salsiccia, e gli altrettanto gustosi “Pupacc’ mbuttìt’”, peperoni ripieni.
Ci si rende conto che i prodotti a base di maiale, castagna e patata dominano il panorama gastronomico locale.
Profumi, sapori, suoni inondando il borgo di Spinoso in occasione della manifestazione enogastronomica “Alla ricerca dei sapori perduti”. Ad agosto, ogni anno, vengono allestite dodici taverne quanti sono i mesi dell’anno, ognuna delle quali propone piatti tipici del territorio e della regione intera.
Il paesino di Spinoso sorge ai piedi del monte Raparo, sulla sponda del lago di Pietra del Pertusillo, nel cuore del Parco dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagongegrese.
Circondato da un paesaggio di boschi che si estendono fino alle sponde del lago, Spinoso si trova nel cuore della Val D’Agri, impreziosita da borghi dall’elevata cultura, dai profondi valori sacri e dalla natura incontaminata.
Qui si può spaziare tra diverse declinazioni di vacanza, a sfondo archeologico, con il sito dell’antica città romana di Grumentum e il vicino museo archeologico dell’Alta Val D’Agri, o di ispirazione spirituale tra la Madonna Nera di Viggiano, Patrona della Basilicata, e Sant’Arcangelo, cuore sacro della Basilicata e dell’area per il culto della Madonna Nera, Patrona della regione, e il convento di Santa Maria Orsoleo, oggi sede di un museo scenografico che consente un viaggio spirituale nella Basilicata del passato e del presente.
Nel piccolo borgo di Spinoso si concentrano diversi luoghi di culto di particolare fascino e valore artistico.
La chiesa madre di Santa Maria Assunta(1583), a croce latina, è in stile barocco e conserva pregevoli dipinti e altari lignei settecenteschi, di particolare interesse è una tela raffigurante la Madonna del Carmine e anime purganti (XVII sec.) del pittore Antonio Francesco Delfini. Bello è poi un polittico raffigurante la Madonna del Rosario (XVII sec.) di autore ignoto.
Nell’omonima strada spicca la chiesa di San Rocco del Popolo (XIX secolo) scrigno di un dipinto del ‘900, raffigurante La Sacra famiglia con San Rocco orante (1908) di Michele Tedesco, pittore macchiaiolo di fama europea nato a Moliterno nel 1834 e cresciuto proprio a Spinoso. Si tratta dell’unica opera di carattere religioso dell’artista Michele Tedesco.
La natura abbraccia totalmente il borgo di Spinoso, uno dei più caratteristici della Val D’Agri e anche per questo meta prescelta dagli amanti del relax o delle attività all’aria aperta.
Dalla cima del monte Raparo è possibile ammirare tutto il panorama che circonda la vallata del fiume Agri e, non molto distante, si espande il lago del Pertusillo, un invaso artificiale circondato da una pittoresca pineta, punto di riferimento per gli appassionati di Birwatching, dal momento che sulle sponde è facile individuate uccelli stanziali e migratori, o anche di pesca sportiva, per la presenza di carpe e trote.
A meno di 20 chilometri da Spinoso sorgono l’affascinante area archeologia di Grumentum e il Museo archeologico dell’Alta Val D’Agri.
Il museo negli ultimi tempo ha ampliato la propria offerta culturale con l’esposizione dei nuovi materiali provenienti dalle campagne di scavo legate ai lavori di estrazione petrolifera e da quelle relative alle concessioni di scavo nell’area urbana di Grumentum (Terme Imperiali e Foro).
All’ingresso si può ammirare una mostra temporanea che espone i risultati delle campagne di scavo condotte dal 2006 nel sito di Barricelle di Marsicovetere, che ha restituito i resti della villa romana appartenuta all’importante famiglia dei Bruttii Praesentes.
L’area archeologica di Grumentum, nei pressi del museo, è considerata il più importante sito romano presente in Basilicata. Le campagne di scavo condotte nell’area archeologica di Grumentum, definita la “Piccola Pompei” lucana, hanno riportato alla luce il teatro, il foro, le terme repubblicane e imperiali, l’anfiteatro, gli edifici pubblici e religiosi, ma anche alcune abitazioni private e la pavimentazione lastricata di un decumano.