Paesaggi incontaminati ed echi di storia che riconducono le sue origini all’antica Magna Grecia – al punto da voler far derivare il suo nome dalla moglie di Pitagora, Teana, che pare qui trascorresse le sue estati – Teana è un piccolissimo e gradevole comune compreso nel Parco Nazionale del Pollino.
Definito la “piccola Mesopotamia”, il borgo è favorito dalla vicinanza della Diga di Monte Cotugno, l’invaso artificiale più grande d’Europa, e nel suo grazioso centro urbano di impianto medioevale presenta stradette contorte con vicoli ciechi sui quali un tempo sorgeva la rocca dei longobardi.
Qui si celebra uno dei più curiosi e originali carnevali della Basilicata.
Sorto tra il X e l’XI secolo, periodo di dominio longobardo, Teana è un paese storicamente agricolo, in passato noto per la coltura del baco da seta. Presto diviene un centro religioso abitato da monaci basiliani.
Se alcune fonti fanno derivare il suo nome da quello della moglie di Pitagora, “Teana” – e non a caso la leggenda vuole che il paese sia stato fondato da appartenenti alla scuola pitagorica – altri attribuiscono la fondazione del borgo ad antichi coloni greci, altri ancora la rimandano al greco “teganos”, per la conformazione rocciosa del sito di Teana.
Acquistata dal conte di Missanello, viene poi rivenduta alla famiglia dei Donnaperna di Senise, con il titolo di “Baronia”.
Una grande peste distrugge Teana nel 1656, successivamente colta anche da un grosso incendio.
Teana è il paese delle sculture monumentali di Marino di Teana (Teana 1920 – Périgny 2012), riconosciuto dalla critica internazionale come uno dei maggiori scultori di metallo del XX secolo.
Le opere di rara bellezza sono allestite in un museo “a cielo aperto”, in diversi punti del borgo.
Il percorso scultoreo consiste in cinque istallazioni di diversa ma ugualmente affascinante fattura: in marmo bianco di Carrara è la “Nave siderale”, collocata nello splendido Palazzo Lecce, poi ” Alba”, sistemata all’interno del centro storico, in prossimità della casa natale dell’artista e del Museo della civiltà contadina.
Tutte le altre si possono ammirare davanti al Municipio: “Federico II Hohenstaufen a cavallo”, in bronzo e “Omaggio al Mediterraneo” e ” Omaggio a Lao-Tse”, in acciaio.
Altri lavori di Marino sono esposti in Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Italia.
I principali monumenti che si possono ammirare in paese sono i ruderi del castello longobardo, la chiesa della Madonna del Carmine e le cappelle di San Cristofaro e di Santa Maria delle Grazie.
Da visitare è senz’altro anche il Museo della Civiltà Contadina, in cui è conservata un’interessante raccolta di oggetti d’uso quotidiano e strumenti di lavoro, tipici della civiltà agro-pastorale. L’intera collezione di oggetti consta di oltre 250 pezzi, provenienti dal territorio di Teana e da tutto il Senisese.
Le eccellenze prodotte nel territorio di Teana si riconoscono per la genuinità e resistere è davvero impossibile.
Tra i piatti tipici ci sono i “rasckatiell di miskiglio”, pasta fatta in casa preparata con un mix di farina di grano e di legumi, in particolare fave e ceci, poi condita con pomodori freschi e basilico; ottimi sono anche i “maccaruni cà millica”, un’altra prelibata tipologia di pasta casereccia, questa volta condita con la mollica di pane. A completare il paniere di bontà: vino, salumi, miele e formaggi.
Tra i monti Caramola e Volturino, attraversata dai torrenti Cannalia e Sammarella e dalla fiumara Serrapotamo, Teana sorge nell’anima più profonda del Parco Nazionale del Pollino, assumendo il tipico aspetto “mesopotanico”, favorito, dalla vicinanza dell’invaso di Monte Cotugno, il più grande invaso tra quelli artificiali europei.
Meta di turisti alla ricerca di paesaggi naturali e incontaminati, l’invaso è la location ideale per lasciarsi andare ad appassionanti escursioni a piedi o in bicicletta. Incantevoli sono i panorami che si stagliano attorno alla Serra San Giovanni o a quella del Moreto, ma in breve tempo si può raggiungere anche la verde località del Vallone.
La chiesa madre di Teana, dedicata alla Madonna del Carmine è una delle più belle del circondario ma purtroppo devastata dal terremoto del 1857 che ne ha fatto crollare la lamia sovrastante oltre che due livelli e la cupola del campanile.
Imponente nella struttura, presenta due bei portali in pietra bianca, il principale è ad arco e affiancato da due lesene con capitelli, eleganti decori su pietra, invece, impreziosiscono quello più piccolo su cui si notano anche due lesene sormontate da una trabeazione a sua volta sovrastata da un’immagine della Madonna con Bambino.
Sul lato svetta il campanile a base quadrata con copertura a cuspide. Delicati stucchi abbelliscono l’interno, la cui volta a botte presenta pregevoli affreschi, ma da ammirare è anche il quadro dell’ Annunziata sulla sinistra dell’altare maggiore in marmi policromi. Nel centro storico si trova anche la chiesa di San Cristofaro.
Improvvisazione, istinto, curiosità caratterizzano “L’Urs e U’ Carnuluvar”, il carnevale di Teana, uno dei più noti e seguiti in terra lucana.
Protagonisti principali sono L’Orso e il Carnevale e proprio nei confronti di quest’ultimo, l’ultimo sabato, è ambientato il “processo”, parodia della “Passione di Gesù”.
Un folto corteo di maschere, fin dalle prime ore del mattino, sfila nel bosco vicino al paese, dove si incontrano i personaggi più caratteristici: la “sposa” e lo “sposo” vestiti di tutto punto, quattro carabinieri rigorosamente in divisa, un prete, un giudice e due medici.
Nessuno parla per non essere riconosciuto, l’unico a pronunciare una parola, e sempre la stessa, “salsiccia”, è “u’ Pezzente”, mendicante che cammina sostenuto da un bastone e raccimola denari e cibo in una sacca di juta.
Tutta vestita di nero c’è poi “Quaremma”, pazzamente innamorata di Carnevale, suo marito, un povero contadino ormai perso nei fumi dell’alcol, trascinato barcollante da due carabinieri. Tra le maschere si distingue anche l’Orso, figura selvaggia dall’andatura minacciosa.
Questo strano ma vivace corteo si spinge fin nel centro storico tra balli e canti in dialetto, finché non si assiste alla fucilazione del “Carnuluvar”.
L’incantevole spazio ambientale e naturale che circonda e caratterizza Teana non è solo una risorsa da ammirare, ma da vivere in ogni suo angolo.
Dalle escursioni nei dintorni della Diga di Monte Cotugno – l’immenso specchio d’acqua punto favorevole alla pesca sportiva, ma anche luogo ideale per passeggiate in bicicletta o a piedi – alle numerose attività che l’immensa area verde del Pollino consente di praticare tra percorsi trekking, mountain bike, rafting lungo il fiume Lao, nordic walking, ma anche torrentismo e canyoning, nelle Gole del Raganello o, ancora, arrampicata e free climbing.
Da non perdere il percorso naturalistico alla scoperta di panorami mozzafiato che si possono ammirare lungo i sentieri che portano alla Serra San Giovanni o a quella del Moreto o, ancora, per recarsi alle verdi sorgenti del Vallone.
È disponibile, inoltre, una pista ciclopedonale che collega il centro abitato di Teana con il bosco La Serra.