Sospesa tra il mare e i monti, a piccolissima distanza dall’uno e dagli altri, Valsinni, fino al 1873 chiamata “Favale”, si adagia sulla riva destra del fiume Sinni.

Il romantico borgo è dominato dal castello feudale in cui nacque e visse, seppur per brevissimo tempo, la giovane poetessa Isabella Morra (1500), considerata una delle voci più originali e autentiche della lirica femminile del ‘500, assassinata dai suoi fratelli che ne osteggiarono la storia d’amore con lo spagnolo Diego Sandoval de Castro. Intorno al maniero, in cui sembrano ancora risuonare la voce e il pianto della sventurata donna, si snodano, in file concentriche e sovrapposte, i vicoli del borgo antico, separati tra loro dai caratteristici “gafii”, un’apertura coperta a volta che passa sotto le case stesse.

Proprio alla poetessa è stato dedicato il Parco letterario (1993), attorno a cui ruotano eventi e racconti sulla vita della fanciulla e del paese dal caratteristico centro storico, le cui rilevanti emergenze architettoniche hanno consentito di ottenere la bandiera arancione del Touring Club Italiano, marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra attribuito alle località che soddisfano criteri di analisi correlati allo sviluppo di un turismo di qualità.

Fino all’XI secolo noto con il nome di Favale, il bel comune di Valsinni sorge su un estremo prolungamento del Parco Nazionale del Pollino.

Il paese è stato feudo di diverse famiglie dai Sanseverino, ai Vivacqua di Oriolo, ai Capaccio, ai Galeota, ai Morra, in particolare a Gian Michele Morra, padre della poetessa Isabella, finché, nel 1528, il feudo passò sotto la Corona di Spagna. Così, in seguito alla sconfitta delle truppe di Francesco I di Francia nei confronti di Carlo V, dal momento che il padre della poetessa era sostenitore del re francese, fu costretto ad emigrare a Parigi insieme ad uno dei suoi figli.

Isabella, con la madre e gli altri fratelli, rimase invece nel castello di Favale che, come è noto, è stato teatro della tragica vicenda della poetessa petrarchista uccisa dagli stessi fratelli a soli 26 anni. Questi infatti avrebbero scoperto, e non condiviso, la relazione della sorella con il poeta spagnolo Diego Sandoval de Castro, barone di Bollita.

A Valsinni tutto ruota attorno ai luoghi, alle poesie, alle vicende legate alla giovane poetessa cinquecentesca Isabella Morra.

La parte antica del borgo si sviluppa intorno al castello ed è percorribile solo a piedi, caratteristica che la rende particolarmente suggestiva. Le vecchie abitazioni sono strette l’una sull’altra e separate da vie anguste che si arrampicano sui fianchi dello sperone roccioso su cui sorge il paese. Di rilevante valore sono anche il Palazzo Melidoro, la chiesa Madrededicata all’Assunta, e il mulino di Palazzo Mauri, che conserva ancora grosse macine di pietra, testimonianza dell’antica tradizione locale di mugnai.

IL CASTELLO DI VALSINNI

Edificato presumibilmente su una preesistente fortificazione longobarda, nei primi dell’anno 1000, è uno dei manieri meglio conservati della regione.

“Suggestivo nell’architettura e imponente nella pienezza delle forme, classico nella fuga dei merli e delle feritoie”. Così Benedetto Croce definì la fortezza di Valsinni in “Vita di avventure, di fede e di passione, Isabella Morra e Diego Sandoval de Castro”, quando risalì l’aspra rupe, alla ricerca di tracce della poetessa petrarchista. Oggi monumento nazionale, il maniero dall’aspetto aragonese conserva al suo interno opere, documenti e scritti che testimoniano le vicende esistenziali di Isabella Morra, di cui sembrano risuonare ancora alcuni dei versi – pubblicati postumi – scritti durante l’angosciosa prigionia cui fu costretta prima della morte per mano dei fratelli.

«Torbido Siri, del mio mal superbo,/or ch’io sento da presso il fine amaro,/fa’ tu noto il mio duolo al padre caro,/se mai qui ‘l torna il suo destino acerbo» è una delle più struggenti strofe composte dalla giovane nel castello di Valsinni e rivolte al caro padre in esilio.

IL PARCO LETTERARIO “ISABELLA MORRA”

Il Parco Letterario di Isabella Morra conduce nell’intimo sentire della poetessa nata e morta nel castello del romantico borgo, recuperando, e quasi materializzando, il legame tra luoghi e poesia.

E ogni estate, nel borgo di Valsinni quei versi riecheggiano in occasione di eventi organizzati per non dimenticare e far rivivere la breve esistenza della fanciulla. Accade durante “L’estate di Isabella” un viaggio “sentimentale” a ritroso nel tempo che coinvolge l’intero centro medioevale del paese, il quale si affaccia sulla riva del fiume Sinni, da cui prende il nome. Questo è il luogo in cui, nel Cinquecento, visse la poetessa Isabella Morra, uccisa a soli 25 anni per una relazione con un nobile spagnolo osteggiata dalla famiglia.

A lei, alla sua breve esistenza e produzione poetica riscoperta da Benedetto Croce, è dedicato il Parco Letterario in cui la vita della giovane viene ripercorsa in versi e musica da menestrelli che accompagnano i visitatori per le vie del paese, in un suggestivo itinerario poetico che fa rivivere antiche atmosfere e riscoprire sapori autentici.

Salumi e formaggi saporiti, corposi vini e limpido olio locale, ma anche miele e squisite confetture imbandiscono le tavole di Valsinni.

Un trionfo di sapori tradizionali, con antipasti tipici, pasta fatta a mano accompagnata da legumi o sughi arricchiti da mollica di pane, carni, soprattutto di maiale come la “nghenderata”, salata, speziata e conservata in un vaso, e, ancora, dolci squisiti, come la torta ripiena, “a’ngornata”, in dialetto locale si possono gustare nelle trattorie del borgo in cui nacque Isabella Morra.

Il romantico borgo di Valsinni ricade nel versante lucano del Parco Nazionale del Pollino che, diviso tra la Basilicata e la Calabria, con i suoi 192.000 ettari, è il più esteso d’Italia.

Considerato uno dei massicci più belli e caratterizzanti dell’Appennino Lucano, la sua denominazione deriva dalla vetta del massiccio del Pollino, il Mons Apollineum, che gli Achei definirono monte di Apollo, individuandolo un po’ nell’Olimpo, per la sua imponenza tale da sfiorare quasi il cielo. Lungo itinerari e percorsi accattivanti ci si inoltra in fitti boschi di faggio, abeti e castagni e altipiani erbosi, fino ad “incontrare” sinuosi, fieri e secolari, i Pini Loricati, simbolo del parco, visibili soprattutto sulla cima di Serra di Crispo, denominata il “Giardino degli Dei” proprio perché considerata uno dei santuari di questa rara specie arborea dal tronco contorto.

Tra queste distese si aggirano esemplari di lupo appenninico, cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici e lontre, ma anche picchi e gufi reali. Caratterizzato dalle vette più alte dell’intero arco appenninico meridionale, sorvolate da aquile reali, falchi pellegrini e gheppi, senz’altro va menzionata Serra Dolcedorme, “tetto” del parco. Corsi d’acqua e affioramenti rocciosi, profonde faglie e inquietanti voragini attraversano il Parco del Pollino, “popolato” anche da fossili risalenti a decine di migliaia di anni fa, come lo scheletro di un Elepfhans antiquus italicus, alto quattro metri e vissuto circa settecentomila anni fa rinvenuto nelle Valli del Mercure e attualmente custodito nel Museo Naturalistico e Peleontologico di Rotonda, sede del Parco.

Tra i vicoli e i paesaggi coperti a volta che caratterizzano il borgo spicca la chiesa madre, dedicata all’Assunta.

La cattedrale di Valsinni è certamente una delle architetture che meritano di essere ammirate. Per quanto la struttura della chiesa sia di origini medioevali, va ricordato che essa è stata ricostruita nel 1853. Al suo interno la cattedrale dell’Assunta custodisce uno splendido crocifisso ligneo del Quattrocento.

La triste storia di Isabella Morra, la poetessa cinquecentesca nata a Valsinni e uccisa dai suoi stessi fratelli che ne contrastano una relazione amorosa, è stata raccontata nel film Sexum Superando – Isabella Morra.

Nel 2005 il film è stato diretto dalla regista Marta Bifano e prodotto da Paul John Flint e nel settembre dello stesso anno è stato proiettato in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La pellicola ripercorre la vera storia della giovane Isabella, considerata una delle poetesse petrarchiste rinascimentali più apprezzate, che all’età di 26 anni venne uccisa dai fratelli che ne osteggiarono una presunta relazione con il barone di Bollita – oggi Nova Siri, in provincia di Matera – lo spagnolo Diego Sandoval de Castro.

Alcune scene del film sono state girare nei castelli di Melfi e Lagopesole, entrambi dimora di Federico II di Svevia. Ha prestato il volto alla poetessa lucana l’attrice Micaela Ramazzotti.

In inverno, quando la neve imbianca totalmente le sue vette, il Pollino diventa uno straordinario luogo di incontro per gli amanti dello sci. Tra i comuni di Rotonda, Viggianello e Terranova di Pollino è possibile praticare sci di fondo e altri sport di montagna.

Particolarmente suggestive sono le ciaspolate e ciaspoluna, piacevoli e semplici passeggiate anche notturne con le racchette da neve, attività queste che consentono di scoprire la magia dei boschi. Per i più piccoli sono disponibili spazi in cui divertirsi con slittini e bob.

Il Parco Nazionale del Pollino non è solo un’area verde incontaminata, ma anche una palestra a cielo aperto per gli amanti della natura e delle attività “en plein air”.

Il visitatore che raggiunge quello che è considerato il Parco più esteso d’Italia, ha solo l’imbarazzo della scelta tra le attività praticabili, più o meno spericolate: dal trekking al rafting lungo il fiume Lao, dal nordic walking al torrentismo e canyoning, nelle Gole del Raganello, fino all’arrampicata e al free climbing, e poi, ancora, mountain bike e turismo equestre.

Va inoltre ricordato che il comune di Valsinni è sovrastato dal Monte Coppolo, dalla forte valenza storica e naturalistica, dal momento che qui sono conservate le mura dell’antica Lagaria, che alcuni studiosi identificano con la città fondata da Epeo, il mitico costruttore del Cavallo di Troia. Questi luoghi, oggetto di itinerari pensati per gli amanti del trekking, sono stati anche il rifugio di briganti, come i famosi fratelli Melidoro di Valsinni.

Quasi in cima a Monte Coppolo, si cominciano a delineare le mura della città e pare che proprio in questo punto vi fosse una delle torri di avvistamento dell’abitato dove, secondo una leggenda popolare, Isabella Morra si recava per scrutare il mare. I percorsi di trekking in genere procedono anche lungo un tratturo in salita nel bosco di Gallinico, che si estende a ridosso del monte Coppolo.