Il borgo medioevale di Vaglio Basilicata, in provincia di Potenza, fa bella mostra di sé alle pendici sud orientali di Serra San Bernardo, sul rilievo del Monte Cenapora.

Fil rouge della storia e della cultura di questo originale paesino della Basilicata, a partire dalla sua forma ellittica che ne evidenza l’origine alto-medioevale, è senz’altro l’archeologia, dal momento che numerosi scavi portati avanti nel tempo hanno portato alla luce preziose testimonianze di insediamenti e luoghi sacri.

Il territorio di Vaglio accoglie infatti le due importanti aree archeologiche di Serra, il cui pianoro nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. venne occupato dai Peuketiantes, e Rossano, sede del santuario dedicato alla dea Mefitis.

A contraddistinguere il simpatico comune di Vaglio, oltre all’archeologia, concorrono la cucina tipica locale e le coinvolgenti tradizioni popolari.

La storia di Vaglio Basilicata emerge dalle aree archeologiche che impreziosiscono il suo territorio e testimoniano la presenza di insediamenti e comunità risalenti fin dall’Età del Bronzo.

Già alla metà del VI millennio a. C., quello che è l’odierno territorio del comune di Vaglio vanta antiche  testimonianze archeologiche che provengono dalla località Ciscarella. Proprio su questo sito sono stati individuati insediamenti umani che rinviano all’Età del Bronzo Medio.

In località Rossano di Vaglio è stato rinvenuto il Santuario della dea Mefite, importante luogo di culto ristrutturato nel II secolo a.C. a testimonianza della presenza romana nel territorio, rimanendo attivo fino alla prima metà del I secolo d.C. Un’importante spaccato della storia di Vaglio coincide con l’anno 1268, quando Vaglio, per l’alleanza stretta con gli Svevi, viene distrutta dagli Angioini.

Diverse famiglie si sono contese e hanno ottenuto il feudo della cittadina: nel 1582 gli Spinelli, quindi Alfonso Salazar, poi il figlio Andrea, infine il nipote Francisco. Nel 1632 il paese viene acquistato da Gian Battista Massa, conte di Ventimiglia, cedendolo come dote alla figlia Gabriella che diviene moglie di Francesco IV, conte di Laurenzana, in provincia di Potenza.

Altra fase determinante per il passato del paese coincide con il 1861, periodo del Brigantaggio. Esattamente il 15 novembre, il brigante lucano Carmine Crocco, nato a Rionero, e il generale José Borjès attaccano Vaglio e vi stabiliscono i loro accampamenti, subendo però, infliggendo violenti assaliti e infliggendone, di contro, altrettanti.

Il borgo di Vaglio Basilicata ha una originale forma ellittica lungo cui si sviluppa l’impianto urbano, su tre strade lastricate in pietra arenaria locale.

Una volta qui il visitatore vive in pieno l’origine medioevale del centro antico in cui può addentrarsi percorrendo la principale Via Roma (Via di Sopra), o Via Vergara (Via di Mezzo) e Via Buonarroti (Via di Sotto). I tre assi storici sono collegati tra loro da stretti vicoli che, sormontati da strutture ad arco, si presentano come stradine scalettate attraverso le quali si accede al nucleo antico dalle strade esterne al perimetro della cinta muraria.

Il centro storico di Vaglio è accessibile varcando le due storiche porte di ingresso al paese: la “Porta Vecchia”, con arco a tutto sesto e “U’ Spurt”, la porta fortificata in pietra arenaria incorporata al palazzo Baronale. Nella piazza del paese si trova una bellissima fontana del 1800, mentre nelle vicinanze è situato l’ex Convento di Sant’Antonio di epoca rinascimentale, dal bellissimo portale.

Da non perdere a Vaglio Basilicata è il Museo della Civiltà Rurale che custodisce centinaia di oggetti appartenuti al periodo compreso tra 1850 e 1960, frutto della ricerca tra la popolazione locale o dono da parte degli stessi cittadini.

IL MUSEO DELLA CIVILITÀ RURALE

L’allestimento comprende circa 600 elementi appartenuti al contesto rurale di Vaglio Basilicata nel periodo compreso tra 1850 e 1960.

Visitare questo luogo è come entrare in un tempo ormai andato, quasi rivivendolo, tra gli attrezzi da lavoro degli antichi mestieri – come il calzolaio, il fabbro, il falegname, l’ebanista, il muratore, il cestaio e il barilaio – e abiti femminili e maschili dell’epoca.

Il viaggio a ritroso nel passato è agevolato dalla meticolosa classificazione cui è stato sottoposto ogni utensile, fino all’indicazione del nome in lingua italiana e in dialetto vagliese. Particolarmente suggestivo è lo spazio in cui è stato riprodotto il tipico ambiente di una abitazione rurale, quasi fino a sentirne i profumi, i suoni e viverne l’atmosfera.

A Vaglio Basilicata il banchetto è un culto da cui non si può prescindere…

Pane, pasta, formaggi, salumi, verdure e ortaggi, vino, dolci tradizionali. Tanti e gustosi i prodotti tipici di Vaglio, tra i quali predominano le varietà di pasta fatta in casa e il buon pane, i secondi piatti di carne, per lo più capretto o agnello di latte alla brace, ma anche ottimi formaggi, dal pecorino, ai provoloni fino a trecce, scamorze e ricotte.

Stuzzicanti sono anche i salumi, come salsiccia, soppressata e capocollo. Gli squisiti prodotti tipici di Vaglio, i piatti e le prelibatezze della cucina locale sono protagonisti dello storico percorso enogastronomico e storico culturale che va in scena ogni anno ad agosto lungo l’intero borgo medioevale.

Passeggiando lungo il borgo di Vaglio Basilicata, e nelle immediate vicinanze dello stesso, si possono ammirare diverse architetture dal fascino indiscutibile.

All’interno del centro antico, lungo via Roma, nota anche come via di Sopra, ci si imbatte nella chiesa madre di san Pietro Apostolo (XV-XVI secolo) e in quella di San Giuseppe (XVI sec.). Di particolare interesse sono anche altri luoghi di culto, come le chiese di san Donato, detta anche di santa Maria di Nazareth (XI-XIII sec.) e quella di Santa Maria del Carmine (XV sec.), a una navata centrale con abside e da una laterale destra, e un bel portale con arco a tutto sesto (XVIII sec).

Di interesse sono anche il convento di Sant’Antonio (XVI sec.), con uno splendido affresco di Geronimo Todisco (1618) che si nota proprio all’ingresso, raffigurante la Madonna, Sant’Anna e il Bambino Gesù. Interessanti sono anche le chiese dell’Annunziata (XIV sec.) e del Calvario (XIX sec.).

LA CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO

Fondata tra il XV e XVI secolo, la bella chiesa sorge sul punto più alto del paese, lungo via Roma, sul sito di una preesistente fortezza normanna.

Un bel campanile affianca l’imponente struttura, la cui austerità è esaltata dalla lavorazione in pietra della facciata. Molto bello il portale settecentesco decorato dalle raffigurazioni dei Santi Pietro e Paolo e con, sulla sommità, lo stemma del paese di Vaglio che ritrae Ercole armato di clava e seduto su un leone.

A tre navate e a forma quadrata, con corporatura a cupola, una volta all’interno della chiesa si respira subito un’atmosfera di intensa spiritualità certamente accresciuta dalla predominanza della lavorazione in pietra nuda locale. A conferire particolare fascino al tempio sacro è la particolarità delle colonne inclinate, mentre la sua antichità trova conferma nella rappresentazione di una croce templare su una di esse.

Altari lignei e marmorei abbelliscono la chiesa, oltre a interessanti e numerose sculture (XVIII e XIX sec.) e tele di pregevole fattura, come La Sacra Famiglia e La Madonna del Rosario attribuite ad Antonio Stabile.

Di interesse sono anche il settecentesco organo a canne e la cantoria in legno scolpito, dipinto e dorato, (XVIII sec.), mentre alle spalle dell’altare maggiore si trova uno splendido coro ligneo, decorato da tavole intagliate in cui sono raffigurate scene di caccia, flora e fauna. Sotto l’altare maggiore è custodito il di San Faustino Martire, Patrono del paese, celebrato il 20 maggio.

LA CHIESA DI SAN DONATO

Eretta tra XI e XIII secolo d.C. la chiesa è dedicata anche a santa Maria di Nazareth perché dipendente (1257) dall’omonima chiesa di Barletta secolo.

La lavorazione in pietra, che comprende anche un piccolo campanile a vela e due splendidi absidi, rende la chiesa di san Donato davvero molto suggestiva, come il racconto legato alla sua doppia denominazione: di santa Maria di Nazareth, in riferimento agli arcivescovi di Nazareth che, scappati dalla Galilea, si rifugiarono a Barletta, trovando il loro punto di ritrovo nella chiesa di santa Maria di Nazareth, da cui dipendeva anche l’omonima chiesa di Vaglio.

L’aula interna è a due piccole navate affiancate e divise da un unico arco, ciascuno decorato da una piccola abside semicircolare, cui si accede attraverso due portali simmetrici sormontati da una finestra. Splendido il ciclo di affreschi (XII- XVII sec.) e prezioso l’arredo liturgico, come i due altari lignei (XVIII sec.) e due statue settecentesche, raffiguranti san Donato e la Madonna con il Bambino. Sotto la chiesa si trova un piccolo cimitero con una cripta.

Le più antiche testimonianze archeologiche relative al territorio di Vaglio Basilicata (metà VI millennio a.C.) interessano la località Ciscarella, che presenta anche tracce di antichi insediamenti umani relativi all’Età del Bronzo Medio.

Vaglio Basilicata è uno dei luoghi simbolo delle scoperte archeologiche della Basilicata, in particolare per la presenza di due aree centro di attrazione di studiosi, appassionati, studenti e scolaresche, come i siti di Rossano di Vaglio, dove sorge il santuario dedicato alla dea Mefitis, e di Serra di Vaglio, anche location, in estate, di performance teatrali di grande livello che ripropongono versi di commedie e tragedie della tradizione classica e racconti di grandi scrittori.

Ma dal 2006, il territorio di Vaglio ospita anche il Museo delle Antiche Genti di Lucania che, a scopo didattico, propone ricostruzioni, virtuali e a grandezza naturale, dei principali contesti archeologici con fedeli riproduzioni dei materiali.

L’AREA ARCHEOLOGICA DI ROSSANO DI VAGLIO

Sorge proprio in prossimità di una sorgente, in un paesaggio incontaminato, dopo aver percorso e incrociato numerosi tratturi.

A spiccare, nell’area archeologica di Vaglio Basilicata è il santuario di Rossano, dedicato alla dea Mefitis, risalente al IV secolo a.C. e abbandonato subito dopo la metà del secolo d.C. Si possono ancora ammirare l’altare e i resti del basamento della statua, peraltro mai ritrovata, della dea che dà il nome al santuario.

Molti gli ex-voto rinvenuti, tra i quali si distingue una grande lamina in bronzo che raffigura un’anfitrite che cavalca un delfino, statue bronzee e marmoree, gioielli in oro e argento e statuine in terracotta di animali. Sono inoltre stati riportati alla luce oltre 50 epigrafi, in alfabeto greco, lingua osca e latino, e più di 1000 monete, sottolineano l’importanza e la centralità raggiunte dal santuario fino al momento del suo abbandono, avvenuto subito dopo la metà del I secolo d.C.

L’AREA ARCHEOLOGICA DI SERRA DI VAGLIO

Nel sito che domina l’alta valle del Basento, si compie un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo, scoprendo insediamenti del popolo dei “Peuketiantes”.

La storia del sito di Serra di Vaglio si conclude tragicamente, nei primi decenni del III secolo a.C., in seguito ad un violento incendio. Proprio qui, tra gruppi sparsi di capanne e nuclei di sepoltura, sono emersi i resti di un abitato risalente alla seconda metà dell’VIII secolo a.C., momento in cui i Peuketiantes occupano stabilmente il pianoro di Serra.

Rimanda agli inizi del VI secolo a.C., in località Braida di Serra, l’edificazione di una monumentale residenza di un gruppo aristocratico indigeno e, sempre sullo stesso punto, in seguito agli studi condotti, sono state scoperte nove tombe principesche databili tra fine VI e metà V secolo a.C., appartenute ai “basilei”, re, esponenti delle aristocrazie nord-lucane dei Peuketiantes.

I gioielli più preziosi, oggi custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu” di Potenza, sono stati rinvenuti nella sepoltura della “principessa”, una bambina dell’età di sei o sette anni, deposta in posizione fetale. Dalle tombe maschili sono emersi elmi, scudi e spade e gambali. Particolare interesse desta poi la cosiddetta “casa dei pithoi”, riproduzione fedele di un edificio del IV secolo a.C.

IL MUSEO DELLE ANTICHE GENTI DI BASILICATA

Fondato nel 2006, secondo la concezione di “museo diffuso”, il museo di Vaglio integra il percorso nei siti archeologici di Serra e Rossano.

Valorizzando le risorse locali, nell’ottica della più innovativa idea di museo territoriale, il Museo delle Antiche Genti di Lucania espone, a scopo didattico, suggestive ricostruzioni virtuali e a grandezza naturale dei principali contesti archeologici, con fedeli riproduzioni dei materiali, favorendo così una migliore conoscenza del patrimonio culturale.