Castello di Valsinni

Arte e cultura

Il castello di Valsinni, edificato presumibilmente su una preesistente fortificazione longobarda, nei primi dell’anno 1000, è uno dei manieri meglio conservati della regione.

“Suggestivo nell’architettura e imponente nella pienezza delle forme, classico nella fuga dei merli e delle feritoie”. Così Benedetto Croce definì il castello di Valsinni in “Vita di avventure, di fede e di passione, Isabella Morra e Diego Sandoval de Castro”, quando risalì l’aspra rupe, alla ricerca di tracce della poetessa petrarchista. Oggi monumento nazionale, il maniero dall’aspetto aragonese conserva al suo interno opere, documenti e scritti che testimoniano le vicende esistenziali di Isabella Morra, di cui sembrano risuonare ancora alcuni dei versi – pubblicati postumi – scritti durante l’angosciosa prigionia cui fu costretta prima della morte per mano dei fratelli.

«Torbido Siri, del mio mal superbo,/or ch’io sento da presso il fine amaro,/fa’ tu noto il mio duolo al padre caro,/se mai qui ‘l torna il suo destino acerbo» è una delle più struggenti strofe composte dalla giovane nel castello di Valsinni e rivolte al caro padre in esilio.


Castello di Monteserico a Genzano di Lucania

Arte e cultura

Il castello di Monteserico ha origine bizantina, ma la sua struttura è stata ampliata in età normanna dal re Ruggero II.

Oggi agli occhi del visitatore la fortezza di Genzano di Lucania appare nell’assetto conferito da Federico II di Svevia (1230) e valorizzato dai restauri che si sono susseguiti nel corso del secolo scorso.

Il castello di Monteserico di Genzano di Lucania ha una pianta trapezoidale con due alte torri angolari quadrate, mentre la muratura è rivestita di grosse bugne, le quali, in corrispondenza delle finestre e dei portali, hanno un valore decorativo davvero elevato. Non si può non soffermare l’attenzione sulle facciate, la bifora architravata – impreziosita da due lunette ogivali intagliate nell’architrave – e un rosone decorato a raggi e archetti di fattura araba.

Attraverso una scala, dal cortile del castello di Genzano di Lucania, impreziosito da bifore e trifore, si può accedere alla sala del trono quasi del tutto restaurata.


Castello Caracciolo di Brienza

Arte e cultura

Proprio nel castello Caracciolo trova il suo fulcro naturale il centro storico di Brienza, caratterizzato per il modello ad avvolgimento. A partire dal maniero si divincolano una miriade di case e casette aggrappate alla roccia scoscesa.

L’antica fortezza, di origine angioina, come si può evincere dal mastio cilindrico, che svetta dalla sua imponente mole, e dalla semitorre circolare proprio al centro della cinta muraria, è uno dei gioielli di Brienza. Del castello Caracciolo è subito evidente una scalinata in pietra, a cielo aperto, la quale conduce ad un terrazzo a terrapieno proprio davanti all’ingresso principale.

Secondo un’antica tradizione il castello di Brienza si compone di 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno. L’illuminazione serale conferisce al castello Caracciolo di Brienza un’atmosfera incantevole che non lascia indifferenti quanti osservano la fortezza.

In estate la fortezza si trasforma in una location unica, dalle magiche atmosfere.


Sito Paleolitico di Atella

Arte e cultura

Sorge in uno scenario affascinante dai colori intensi che contraddistinguono l’area del Vulture Melfese. Qui, nelle vicinanze del cimitero di Atella, si può ammirare la zanna di un elefante antico (Elephas antiquus) risalente a 600.000 anni fa ritrovata durante uno scavo portato avanti dal Prof. Eduardo Borzatti von Lowestern dell’Università di Firenze. 

www.comune.atella.pz.it


Pitture rupestri "RIPARO RANALDI" di Filiano

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Fra i luoghi più rappresentativi nel panorama rupestre della Basilicata vi è il complesso di pitture rupestri del sito preistorico “Riparo Ranaldi”. Risalenti al periodo mesolitico (circa 10000 anni or sono), le figure sono realizzate su una parete di roccia arenaria posta a circa 800 m di altitudine in località Tuppo dei Sassi, a Filiano, luogo evidentemente frequentato da comunità primitive di cacciatori-raccoglitori. L’importante ritrovamento – effettuato nel 1965 dall’allora direttore del museo provinciale di Potenza, Francesco Ranaldi – può ritenersi la più antica e più originale documentazione della cultura dell’uomo in Basilicata. Le pitture, di colore rosso steso con le dita, rappresentano scene di caccia connesse probabilmente a rituali propiziatori. I dipinti, che occupano una superficie di 52 cm. per 46 cm, riproducono animali (probabilmente cervi) accostati a figure antropomorfe e simboli arborei.

www.comune.filiano.pz.it


Archeoparco del Basileus

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L’Archeoparco del Basileus a Baragiano si estende su un’area sede di numerosi ritrovamenti, tra cui la tomba del Basileus, un re dei Peuketiantes che proprio qui, 2.500 anni fa, visse e fu sepolto con le armi e i simboli del potere.

Il Parco è una “porta d’ingresso” per un viaggio nella storia e nel mito dell’archeologia lucana e si svolge in estate lungo postazioni scenografiche, in un percorso emozionale e trasversale nel tempo. Con l’obiettivo di divertire e semplificare le capacità di apprendimento soprattutto dei più giovani, attraverso oggetti, contesti e giochi fornisce uno spaccato della Basilicata compreso tra il VI e il IV secolo a.C.

All’interno dell’Archeoparco è stato creato anche l’ArcheoLab, il centro di interpretazione archeologica, suddiviso in tre sale multimediali, in cui i ragazzi possono approfondire la conoscenza dell’archeologia lucana e di Baragiano, per mettersi poi alla prova con un gioco-quiz finale di verifica. Di grande interesse sono anche Archeotour e Archeogame.

Il primo è l’innovativo sistema di guida turistica virtuale che, grazie alla rete Wi-Fi del comune, utilizza i QR Code per offrire, attraverso video, audio, immagini e testi, le informazioni su monumenti e luoghi di interesse storico e artistico che possano attirare i turisti. Archeogame, invece, consiste in una caccia al tesoro attraverso i luoghi del centro storico di Baragiano alla scoperta della cultura, della storia e delle tradizioni locali.

http://www.comune.baragiano.pz.it/baragiano/home.jsp

https://www.beniculturali.it/luogo/archeoparco-del-basileus


Sito Archeologico Monte Torretta

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Il sito archeologico ricade nel territorio di Pietragalla, passeggiando nell’esteso spazio ambientale che caratterizza la città nota per i Palmenti, ci si può spingere fino alla località Monte Torretta, nei pressi della frazione San Giorgio, a pochi chilometri dal paese. Qui sono visibili i resti di un insediamento fortificato, databile attorno alla metà del IV secolo a.C., la cui disposizione vede, sulla parte più alta della collina, l’acropoli, mentre sulla terrazza sottostante individua l’abitato, entrambi difesi da possenti mura costruite con blocchi di arenaria squadrati.

Nell’insediamento sono stati portati alla luce resti di un tempio italico e, nelle immediate vicinanze, due statuette risalenti al V e IV sec. a.C., oltre che una cospicua quantità di materiale architettonico, come un acroterio con testa di Gorgone del V secolo a. C. conservato nel Museo Archeologico Provinciale di Potenza.

www.comune.pietragalla.pz.it


Villa Romana di Barricelle

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La Villa Romana di Marsicovetere, situata nella frazione di Barricelle, è una villa rustica appartenuta alla potente famiglia lucana dei Bruttii Praesentes. La scoperta è avvenuta nel 2006 nell’ambito dei lavori per la costruzione di un oleodotto Eni, questa villa di oltre 1700 mq fu nel II secolo la residenza dell’imperatrice Bruzia Crispina, moglie dell’imperatore Commodo nel 178 d. C., appartenente appunto alla famiglia Bruttii Praesentes.

La struttura era situata ai piedi del monte Volturino lungo le sponde del torrente Molinara, affluente dell’Agri, in una posizione assolutamente strategica perchè vicina alla via Herculia importante snodo di collegamenti, lungo l’asse viario di collegamento Venusia – Potentia – Grumentum. La struttura originaria, di notevoli dimensioni, apparteneva al modello di villa rustica residenziale, ed era divisa sostanzialmente in tre parti:

  • una parte produttiva – “pars fructuaria” – riservata agli impianti produttivi, in particolare per la lavorazione dei prodotti dell’agricoltura (grano, olive, uva) e per la produzione di lana;
  • una “pars rustica” destinata al personale di servizio nella zona nord-orientale;
  • una parte residenziale – “pars urbana” – abitata invece dai proprietari, che vi si recavano per trascorrere il tempo libero, molto ampia e riccamente decorata.

La villa fu utilizzata per un lungo lasso di tempo compreso fra il II sec a.C. e il VII sec. d.C .

Durante le fasi di scavo sono venuti alla luce numerosi reperti archeologici, come oggetti di uso quotidiano, oggetti legati alla sfera lavorativa e funeraria. Particolarmente significative sono 12 tegole bollate, un signaculum (sigillo) in bronzo, un’epigrafe funeraria e un anulus signatorius (un anello con la funzione di timbro per la cera che sigillava i documenti).


Parco Letterario Federico II di Melfi

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Il Parco Letterario Federico II è stato istituito nel 2015, ubicato a Melfi, ed intitolato a Federico II, imperatore e politico, uomo di grande cultura e apertura mentale (la sua corte di Palermo fu luogo di incontro fra la cultura greca, ebraica, cristiana e araba). Egli fu anche scrittore e poeta, ma non nell’accezione classica del termine. Infatti, Federico II ha avuto un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della Scuola siciliana, egli stesso ha scritto il “De Arte Venandi cum Avibus”, oltre ad aver dato mandato a Pier delle Vigne, a Papignani e ad altri di rinnovare le leggi, lavoro che nel 1231 portò alla promulgazione delle Costituzioni di Melfi, raccolte nel Liber Augustalis.

L’obiettivo del parco letterario di Melfi è quello di affiancare all’interesse agrario e metalmeccanico, che oggi maggiormente caratterizza la zona, anche quello culturale.  Proprio per valorizzare e rendere fruibili le ricchezze naturali e culturali di questo territorio il parco prevede eventi dedicati di notevole spessore culturale, assolutamente da non perdere.


Parco Letterario Francesco Lomonaco di Montalbano Ionico

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Il parco letterario Francesco Lomonaco, è stato istituito il 14 luglio 2019. E’ dedicato oltre che all’autore originario di Montalbano Jonico, tra i protagonisti dei moti rivoluzionari per la Repubblica Partenopea, soprannominato il Plutarco italiano, amico e maestro di Alessandro Manzoni e medico di Ugo Foscolo e del fratello, nonché autore di numerosi libri,  anche a diverse figure di spicco del panorama culturale italiano quali: Nicola Romeo, l’abate Placido Troyli, il sacerdote Nicola Maria Troyli, Niccolò Fiorentino e Prospero Rondinelli.

Nicola Romeo fu uno studioso di geometria pura, fondatore della casa automobilistica AlfaRomeo e figlio dei montalbanesi Maurizio Romeo e Lucia Guida; l’abate Placido Troyli, monaco cirstercense fu autore  della monumentale Historia generale del Reame di Napoli; il sacerdote Nicola Maria Troyli, archeologo e uomo di cultura, a lui si deve la scoperta dell’importanza delle famose Tavole di Heraclea dopo un casuale ritrovamento, amico di Papa Clemente XIV insegnò greco e filosofia; Niccolò Fiorentino fu autore di diverse opere tra cui Principi di giurisprudenza criminale, Istituzioni di pratica criminale, Riflessioni sul regno di Napoli, Ragionamento su la tranquillità della Repubblica, Saggio sulle quantità infinitesime e sulle forze vive e morte, morì nel 1799 di capestro borbonico in piazza del Mercato a Napoli; infine a Prospero Rondinelli, bibliotecario a vita, autore del libro Montalbano Jonico e i suoi dintorni, memorie storiche e topografiche e di diversi manoscritti.

Si tratta di un Parco virtuale che si riferisce ad un luogo reale e a vicoli, strade, piazze, personaggi illustri e gente comune, a libri, manoscritti, storie, vicende, ricordi. Quindi non ha recinti, muri, cancelli, orari per i visitatori. Il suo obiettivo è quello di far conoscere il patrimonio culturale di una comunità che necessita, così come suggerisce l’etimologia stessa del termine cultura, di essere “coltivato” e se è possibile arricchito, sottraendolo all’incuria e all’abbandono.

Un luogo della memoria comunitaria dunque, suscettibile di continui arricchimenti, ma anche uno specchio in cui riflettere la contemporaneità e le sue sfide e un think tank sulle nuove problematiche e le possibili risposte senza staccarsi dalle radici storiche e culturali.

http://www.parcoletterariolomonaco.it/