L’età dell’oro normanno sveva | Melfi

Melfi rivestì un ruolo prioritario nell’età dell’oro normanno sveva e la sua importanza si può cogliere ancor oggi osservando le testimonianze artistiche e architettoniche presenti in città. L’egemonia politica e militare normanna si percepisce ammirando il maestoso castello di Melfi, uno dei più grandi e imponenti del meridione, costruito dai Normanni in posizione strategica fu fatto ampliare da Federico II di Svevia. Conserva tutt’oggi l’aspetto medievale riecheggiato dalle dieci torri che lo circondano, delle quali sette sono rettangolari e tre pentagonali, il suo ruolo di prestigio permane nel tempo, infatti è oggi sede del Museo Archeologico Nazionale del Melfese che conserva i reperti archeologici ritrovati nell’area.

Dal simbolo civile al simbolo religioso di Melfi: la Cattedrale dell’Assunta. I lavori di costruzione iniziarono nel 1076 ad opera di Roberto il Guiscardo primo conte italiano della dinastia degli Altavilla. La cattedrale ha subito numerosi rimaneggiamenti stilistici nel corso dei secoli, del periodo normanno oggi è visibile solamente il campanile con il grifone bicromato, lo stemma degli Altavilla.

Fra gli altri edifici religiosi vanno menzionati la Chiesa di San Lorenzo, risalente al 1120 è l’edificio più antico visibile oggi in città riconoscibile per il suo battistero ottagonale e la Chiesa di Santa Maria ad Nives risalente al XII secolo con un singolare portale arricchito da decorazioni geometriche. Tra gli edifici di culto meritano un cenno a parte le Chiese rupestri di Santa Margherita e di Madonna delle Spinelle, veri e propri scrigni che contengono tesori artistici e storici di immenso valore.

Il centro storico di Melfi è interamente circondato da una cinta muraria, lunga più di 4 km, eretta a scopo difensivo. Lungo le mura turrite si aprono diverse porte di ingresso alla città, di esse l’unica rimasta in buono stato è la cosiddetta porta Venusina. Eretta in epoca sveva conserva su un lato lo stemma di Melfi e sull’altro quello dei Caracciolo che nel ‘400 restaurarono le mura. Secondo le fonti Federico II vi fece apporre una lapide commemorativa che ricordava il ruolo glorioso e prestigioso svolto al tempo dalla città di Melfi.

Fra le altre testimonianze del periodo vi sono due palazzi del centro storico, Palazzo del Vescovado originario dell’XI secolo, ma rimaneggiato in epoca barocca e Palazzo Araneo con impianto medievale e facciata rinascimentale.

 

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