Itinerario in bici - L’Alta Valle del Bradano: Venosa, Palazzo San Gervasio, Genzano, Acerenza, Oppido Lucano, Irsina

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Itinerari

Il percorso parte dalla città oraziana di Venosa e si collega a Genzano da dove inizia un itinerario studiato per ciclisti allenati (presenza di diverse salite). È possibile, tuttavia, suddividere l’itinerario in almeno tre giornate di pedalata di media difficoltà .
Territorio a forte valenza agricola con ampie distese di campi di grano. Ogni centro attraversato è intriso di storia, dalla preistoria al medioevo passando dalla meravigliosa cattedrale di Acerenza al borgo di Irsina e alla bella fontana Cavallina a Genzano.

ITINERARIO

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Prima Parte: da Venosa a Genzano di Lucania
Partenza dal Castello di Venosa, si esce dalla città seguendo i segnali Genzano/Maschito. Procedere sempre su questa strada in direzione di Palazzo S. Gervasio, tra meravigliosi saliscendi in collina, dove non è difficile incontrare i cicloamatori in escursione o allenamento. Dopo circa 20 km si arriva nelle immediate vicinanze di Palazzo S. Gervasio, che è raggiungibile girando a sinistra all’incrocio della zona artigianale. Altrimenti girare a destra direzione Genzano e immediatamente dopo svoltare nuovamente a destra in direzione Forenza. Questo tragitto consente di percorrere un bel tratto in discesa immersi in un bosco di querce fino a raggiungere il laghetto Fontetusio, posto ideale per un break tra l’ombra degli alberi. Si riparte dalle sponde del laghetto per risalire sulla strada in collina per arrivare a Genzano, che viene raggiunto dopo circa 15 km.

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Seconda Parte: Genzano – Acerenza – Irsina
Partenza dalla villa comunale di Genzano muovendosi in direzione di Banzi sulla SP22. Dopo circa 4 km ad un incrocio, procedere dritto seguendo Acerenza immettendosi sulla SP6, iniziando un bel tratto in discesa, circa 7,5 k m , alla fine della quale si incontra un bivio. Svoltare a sinistra in direzione Acerenza / Tolve / Oppido Potenza e dopo circa 800 mt uscire a destra seguendo le indicazioni Acerenza. Inizia di qua la bella salita (circa 7 km – 4% ) , tra i tornanti, che porta direttamente nel centro storico terminando dinanzi al palazzo comunale. Seguire le indicazioni “centro storico” per portarsi nell’antico borgo medioevale sovrastato dalla mole dell’antica Cattedrale, tra i monumenti più importanti di tutta la Basilicata. Dopo una sosta si riparte dalle vicinanze del municipio, muovendosi sulla veloce discesa in direzione Potenza. A circa 5 km si raggiunge il fondo valle, a ridosso dello sbarramento della diga sul fiume Bradano. Oltrepassarlo e dirigersi all’incrocio successivo. Girare a sinistra in direzione della nuova strada per Oppido. La strada sale per circa 4 km con una pendenza del 5% , fino ad immettersi sulla SS169, che salendo più dolcemente, per altri 7 km giunge direttamente ad Oppido Lucano. Dopo una sosta nel centro storico si riparte in direzione Tolve, sulla vecchia SP35 che per un lungo tratto è chiusa al traffico per delle leggere frane che non impediscono però il passaggio connle biciclette. Inizia ora un tratto tra immense distese di grano e le colline che circondano Irsina, l’antica Montepeloso. La salita che conduce al bel centro storico è lunga circa 9 km con pendenza al 4% . Recentemente Irsina è entrata a far parte del Club dei Borghi più Belli d’Italia.


Itinerario in bici - Vino e colline: Venosa, Rapolla, Barile, Rionero, Ripacandida, Ginestra

Percorso di difficoltà medio/facile adatto anche a chi non pedala quotidianamente.
Il basso chilometraggio lo rende semplice ma ci sono alcune salite in collina da non sottovalutare. La scarsa presenza di traffico automobilistico, tranne che in vicinanza dei paesi più grandi, permette di pedalare in tutta tranquillità, tra i vigneti e le cantine dell’Aglianico DOC, oliveti e frantoi, interessanti siti archeologici e centri storici medioevali. Il giro ha come base Venosa, antica città fondata dai romani nel III sec a.C. Si  trovava sulla Via Appia ed era un centro importante che, tra l’altro, diede i natali al poeta latino Quinto Orazio Flacco. Oltre al Parco Archeologico non bisogna perdere la visita della SS Trinità, basilica paleocristiana con all’interno affreschi e un sarcofago con i resti degli Altavilla. All’esterno c’è l’Incompiuta, una chiesa di più ampie dimensioni mai completata.

ITINERARIO

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Punto di partenza del tour è il castello ”Pirro del Balzo” che ospita il Museo Archeologico Nazionale di Venosa. Lasciando il maniero alle proprie spalle si pedala sulla SS168: inizia il saliscendi verso il fondovalle, quindi mano ai freni e prestare attenzione al traffico automobilistico specialmente nelle ore di punta. Dopo circa 8,5 km alla fine di una discesa, il nostro percorso gira a sinistra verso la “SP Piano del Cerro”. Dopo circa 8 km si giunge a Rapolla. Suggestiva la panoramica sulle cantine (Parco Urbano delle Cantine), scavate nel tufo vulcanico, che ornano il costone della collina. Il centro è rinomato soprattutto per la produzione di un buon olio extravergine di oliva anche per la vinificazione (Malvasia, Aglianico e Moscato) oltre che per la presenza di un piccolo centro termale. Il percorso arriva in prossimità del monumento ai Caduti dove è presente una rotatoria. Una pausa può essere il momento ottimale per una visita al centro storico e alla Cattedrale, posta sulla sommità del paese, per ammirarne la facciata policroma e il portale in pietra. Ripartendo dalla rotatoria, lasciando alle proprie spalle la strada che giunge da Venosa, si prosegue diritto sulla SS93 direzione Barile, distante appena 6 km. Arrivati a Barile, immediatamente si prende a sinistra la deviazione per il centro storico e le cantine. Raggiungere via Roma (strada lastricata in pietra). Barile è uno dei paesi di origine albanese della regione che conserva ancora tradizioni etniche e linguistiche di tipo
arbëreshë. Inoltre è parte integrante, come Rapolla, dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e dell’Associazione Nazionale Città del Vino. Nella parte periferica si trovano le cosiddette “Seshe”, grotte scavate nel tufo realizzate dai primi immigrati albanesi, al giorno d’oggi usate per conservare il vino. Le “Seshe” sono visibili nel film di Pier Paolo Pasolini, “ll Vangelo secondo Matteo”(1964), dato che il regista decise di girare alcuni esterni della pellicola nel piccolo centro del Vulture. Le cantine sono anche utilizzate come contenitore culturale / gastronomico per manifestazioni legate al vino Aglianico e ai prodotti tipici locali. La tappa successiva è Rionero in Vulture, dove ci sono altre cantine di vino Aglianico che è possibile visitare su prenotazione. A pochi km da Rionero si possono raggiungere i Laghi di Monticchio che, situati alla falda sud occidentale del Monte Vulture, occupano le bocche crateriche dell’antico vulcano. Dopo aver lasciato Rionero si prende una discesa che dopo 8 km porta a Ripacandida. Da non perdere gli affreschi all’interno della Chiesa di San Donato, che raccontano scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Si attraversa
Ginestra, altro centro arbëreshe, e si percorrono gli ultimi chilometri in salita per rientrare a Venosa. Fate attenzione perché è un tratto con possibile traffico. L’ arrivo è su Via Appia, dalla parte opposta alla rotatoria utilizzata nella fase di partenza.


Itinerario in bici - Sulle cime del Pollino: Rotonda, Piano Ruggio, Viggianello

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Itinerari

Un giro ad anello per ciclisti allenati. Presenza di salite impegnative, passando per i principali rifugi presenti vicino i sentieri che portano alle cime più alte.

ITINERARIO

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Si inizia con una costante salita di circa 25 km, per una pendenza media del 4-5% e un dislivello di circa 1069 mt per poi scollinare a circa 1600 mt (Piano Ruggio – Rifugio De Gasperi).
Dalla piazza centrale di Rotonda, lasciando Corso Garibaldi a sinistra, procedere in discesa su via Roma e seguire i cartelli Viggianello / Mormanno / Castrovillari. Dopo circa 500 mt, girare a destra e seguire le
indicazioni per Castrovillari, mantenendo la direzione per circa 10 km. Il paesaggio è in continua evoluzione si passa in pochi km dalla presenza di macchia mediterranea ai boschi di alto fusto tipici del cuore del Parco. Cerri e querce iniziano a fare posto alla faggeta che diventa sempre più fitta man mano che la strada sale. Dopo una piccola discesa a 10,5 km dalla partenza si arriva ad un bivio con una cappella votiva, girare a sinistra in salita verso i cartelli Colle Ruggio / Piano Ruggio. Ora la salita diventa più impegnativa ma sempre
pedalabile, max 5%, e dopo circa 11 km ci porta allo scollinamento nei pressi del bivio per Colle Ruggio dove si svolta a destra in discesa verso i cartelli Rifugio De Gasperi, che viene raggiunto dopo poche  centinaia di metri. Una sosta meritata alla fontana di Piano Ruggio consente di ammirare la maestosa Serra
del Prete, che con la sua mole domina l‘altopiano. È anche l’occasione per poter fare una piccola passeggiata; lasciando la bici alla fontana o al rifugio, seguire il sentiero di fondo valle che si immerge nella faggeta alla destra. Dopo circa 10 minuti di passeggiata si raggiunge il belvedere del Malvento, da dove è
possibile vedere da vicino alcuni esemplari di Pino Loricato abbarbicati sui costoni di Serra del Prete e dove il panorama si stende a perdita d’occhio sulla vicina Calabria. Ripartendo dal rifugio, lasciandolo alle spalle e la fontana alla destra, si prende la strada in discesa. Ora l’itinerario, che si snoda tra i boschi, diviene sempre più pedalabile, tratti in discesa si accompagnano a tratti di falsopiano. Dopo pochi chilometri, si esce dal bosco, lasciando alle spalle le cime più alte. Il panorama è mozzafiato, tra vaste praterie erbose.
Dopo circa 17 km, dopo avere oltrepassato il Piano Visitone, si giunge ad uno STOP. Girare a sinistra in direzione Torno / Viggianello. La strada continua in una lunga, panoramica e pedalabile discesa (circa 16 km / 4%) fino a giungere a Viggianello. Oltrepassare il paese ancora in discesa per qualche km fino alla valle per poi salire verso Rotonda (salita di circa 8 km / 2% pendenza media) giungendo nella piazza centrale.


Cicloturismo in Basilicata

Itinerario in bici - La collina materana: Matera, Montescaglioso, Miglionico, Grottole

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Itinerari

Si tratta di un percorso ad anello intorno a Matera.

Con un piccolo sconfinamento nella vicina Puglia, si raggiungono alcuni dei paesi più interessanti della zona della collina materana e della valle del fiume Bradano. La lunghezza e la variabilità altimetrica rendono il tour adatto a chi è allenato. È possibile però percorrerlo in due o tre giorni per ridurre le distanze e scoprire le meraviglie storiche, artistiche e ambientali della valle.

ITINERARIO

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Il percorso si sviluppa su strade a scarso traffico veicolare tranne che nelle vicinanze di Matera, dove è necessario prestare attenzione. Il clima e l’altimetria ne favoriscono la percorrenza tutto l’anno ma le stagioni migliori sono la primavera e l’autunno.
Partendo da Piazza Matteotti si raggiunge Via Nazionale uscendo in direzione Taranto / Laterza immettendosi sulla SS7. Lungo il tragitto sono possibili alcune varianti che permettono di visitare alcuni dei luoghi più belli del Parco delle Chiese rupestri. A circa 12 km dalla partenza cambiare direzione uscendo a destra seguendo Ginosa / SP5. Dopo diversi saliscendi a ridosso del Parco delle Chiese rupestri si raggiunge il centro abitato di Ginosa. Mantenendo la direzione principale, al primo incrocio con stop, girare a destra in discesa in direzione di Montescaglioso. Uscire dal paese lasciando il campo sportivo alla propria sinistra, immettendosi sulla SP1. La vista ora si perde verso la costa e le campagne di Montescaglioso, verso le quali ci si dirige, dopo circa 7 km, svoltando a sinistra, lasciando la SP1. Dopo circa 1 km la strada si arrampica tra i calanchi argillosi, la salita (5%- disl. 300 mt.) raggiunge il paese dopo circa 6 km. Arrivati nel paese, seguendo i segnali per Abbazia S.Michele Arcangelo si raggiunge il cuore del centro storico. Dopo una visita al bel complesso monumentale, ripartire seguendo la direzione Matera, immettendosi su corso Repubblica, Piazza Roma e via De Gasperi. Dopo circa 1,1 km, si esce dal centro abitato, sulla provinciale Matera/Montescaglioso in direzione del fondo valle. Dopo circa 3 km, all’incrocio alla fine della discesa, girare a sinistra seguendo direzione Miglionico. La strada si sviluppa tra dolci saliscendi e dopo 3,2 km, si giunge ad un’incrocio con stop (vecchio casello ferroviario in disuso), girare a destra e immediatamente a sinistra direzione Miglionico. Altri 7,5 km e procedere diritto sempre verso Miglionico salendo sul ponte sulla SS380. Dopo circa 4,6 km girare a sinistra ad un incrocio a T, seguendo Potenza e dopo 800 mt, passando sotto la statale SS7, si raggiunge un altro incrocio a T per svoltare a sinistra direzione Miglionico. Si viaggia sulla SPexSS7, in parallelo alla SS7, fino ad arrivare dopo circa altri 2 km ad un incrocio a T con stop; girare a destra verso la pedalabile salita che dopo circa 5 km (pendenza media del 4% – disl.226 m) raggiunge Miglionico. Lungo la salita, a circa 3,7 km da quest’ultimo incrocio, poco dopo una rotatoria si incontra, a destra, una grande fontana con acqua potabile, per i più allenati è possibile girare qui a destra per raggiungere direttamente il centro storico ma la salita è veramente impegnativa (15%). L’ingresso più agevole al paese si raggiunge pedalando per altri circa 2 km fino ad un incrocio. È il momento giusto per una piacevole e consigliata sosta, di fronte è visibile la vallata del fiume Bradano con lo specchio della Diga di S.Giuliano in bella mostra. Si gira a destra in salita per raggiungere il piccolo centro storico e visitare l’antico castello detto della Congiura dei Baroni o del Malconsiglio. Oltre alla Chiesa di S. Maria Maggiore dove è conservato Il polittico di G. Battista Cima da Conegliano. Si riparte tornando all’incrocio di arrivo per procedere in direzione di Grottole lungo la SP ex SS 7. Dopo circa 11 km di saliscendi su una strada che offre panorami mozzafiato, prima sulla valle del Bradano e poi del Basento, si giunge a Grottole. È consigliata una visita al centro storico girando a destra in salita per vedere da vicino uno dei centri più antichi della regione. Interessante la visita alle antiche grotticelle, un tempo adibite a locali per la lavorazione delle argille, e alla “chiesa diruta” dedicata ai santi Luca e Giuliano, per tanti anni chiesa parrocchiale, oggi un grandioso rudere a cielo aperto. Uscire dal paese e seguire la direzione Grassano. Dopo circa 2 km, girare a destra, lasciando la SP ex SS 7, in direzione di S.Antuono. La strada sale e scende fino al fondo valle, fino a raggiungere dopo 7 km un incrocio a T, svoltare a destra verso Matera e mantenere la direzione. Dopo circa 12 km si giunge ad una rotatoria, girare a sinistra verso il ponte sul fiume Bradano e dopo altri 1,1 km uscire a destra seguendo la direzione Diga S.Giuliano. Inizia di qui uno spettacolare tratto, su una strada ormai a scarsissimo traffico veicolare che accarezzando le colline costeggia la Riserva Regionale San Giuliano, comprendente il lago vero e proprio e il territorio immediatamente circostante. Grande importanza ha all’interno della riserva la presenza dell’avifauna soprattutto durante lo svernamento e le migrazioni. Si contano infatti circa 180 specie di uccelli. Tra le specie acquatiche vi sono aironi cinerini, garzette, svassi, folaghe. In inverno compaiono l’airone bianco maggiore, il cormorano, il moriglione, il fischione, la volpoca e l’oca selvatica. Tra i rapaci sono comuni il nibbio reale, il nibbio bruno, la poiana e tra le pareti della gravina qualche raro capovaccaio. Tra i passeriformi è da citare ilpendolino, simbolo dell’oasi del WWF. Infine tra i mammiferi sono presenti l’istrice, il tasso, il gatto selvatico e la faina. Dopo circa 13,5 km uscire a sinistra seguendo le indicazioni Matera. Una serie di saliscendi portano alla città e dopo altri 6,1 km si esce a destra seguendo Matera Centro. Ora prestare attenzione al traffico veicolare e procedere sempre in salita verso la città alla quale si giunge dopo una salita al 3%. Si entra in città passando per Via Dante Alighieri, seguire indicazioni centro per raggiungere la stazione ferroviaria e il centro città.


Itinerario in bici - La via dei Calanchi: Ferrandina, Stigliano, Cirigliano e Aliano

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Itinerari

L’itinerario, di media difficoltà, è molto suggestivo per la varietà e particolarità del paesaggio. È consigliato in primavera e autunno per evitare il grande caldo estivo e godere dei colori della natura.

ITINERARIO

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Il viaggio parte dalla cittadina di Ferrandina, quasi 10.000 abitanti, posta a 496 mt sul livello del mare. Fu fondata nel 1490 da Federico d’Aragona, che diede all’abitato il nome del padre re Ferrante o Ferrantino e accolse tutti gli scampati di Uggiano, un antico centro distrutto da un terribile terremoto nel 1456 e di cui restano i ruderi del castello su una delle dolci colline che circondano il paese. Le stesse colline che, lungo l’itinerario in bicicletta, si possono ammirare ricoperte da numerosi uliveti e che regalano ogni anno l’ottimo olio della cucina lucana. Scendendo il pendio e raggiungendo un tratto pianeggiante, le coltivazioni diventano principalmente frutteti in una successione che lascia sempre più spazio al paesaggio “lunare” dei calanchi. Sembra di trovarsi in una dimensione surreale, tra aride collinette argillose dilavate dall’erosione degli agenti atmosferici e diventate dei pinnacoli naturali. Giunti a valle si prendono le indicazioni per Stigliano. La salita, abbastanza dura, porta in questo antico borgo di origini medievali che si trova esattamente al centro della Basilicata. Superata Stigliano si prosegue in discesa per Cirigliano. Accogliente e grazioso, l’antico borgo è posto tra il castello e la chiesa madre e presenta tracce archeologiche romane che riconducono a Cerellio, legionario da cui il paesino avrebbe preso il nome. Dopo una breve sosta uscire dal paese proseguendo dritto in discesa seguendo le indicazioni per  Gorgoglione / Fondo Valle Sauro. State attraversando il paesaggio che Carlo Levi ha descritto nel suo libro “Cristo si è fermato a Eboli”, in cui racconta la sua esperienza al confino in queste terre, durante il regime fascista tra il 1935 e il 1936, che tanto colpirono la sua più intima sensibilità. Tra la scarsa vegetazione arbustiva ci si può imbattere in volpi, ricci, faine e lepri, e alzando lo sguardo in alto, ammirare il volo di diversi rapaci, quali poiane, bianconi e capovaccai. Dopo alcuni chilometri in pianura si seguono le indicazioni per Aliano. Il borgo è arroccato su un costone d’argilla, raggiungibile con una ripida salita, e circondato da precipizi e anfratti. Tra le abitazioni del borgo è possibile imbattersi in alcune case dal “volto umano”, la cui facciata evoca un viso con bocca naso e profondi occhi neri, come quelli della gente che Carlo Levi racconta nel suo capolavoro.


Itinerario "Alla scoperta del lagonegrese"

Itinerari

Dall’affascinante Maratea unico sbocco lucano nel blu intenso del Mar Tirreno basta percorrere pochi km per trovare tutt’altri scenari. Connotati da un aspetto decisamente più collinare e montuoso sono i borghi dell’entroterra, diversi per morfologia e paesaggi hanno tutti una storia da raccontare.

Poco distante dalla perla del Tirreno si incontra la “città giardino”: Trecchina. Famosa per la produzione di castagne, dal sapore unico sono i dolci ed i gelati a base di questo frutto capaci di deliziare il palato di chiunque vi si fermi per una sosta. Ma Trecchina non offre solo dolci tentazioni, per gli amanti dell’outdoor tappa obbligata è senz’altro il Parco delle stelle. Ubicato sul monte di Serra Pollino in uno scenario naturalistico straordinario che permette di contemplare dall’alto la costa Tirrenica e il golfo di Policastro. L’emozionante Parco delle stelle è un unicum di bellezza paesaggistica e presenta diverse attrazioni ludico-adrenaliniche, oltre ad offrire la possibilità di praticare sport outdoor, passeggiate in bici o a cavallo, ma anche semplicemente rilassarsi immersi nel verde. Sul monte di Serra Pollino a 1099 metri di quota si può ammirare ancora il Santuario della Madonna del Soccorso, al luogo di culto vi si arriva partendo dal paese e percorrendo un sentiero, fra i più panoramici del lagonegrese, immersi nel verde incontaminato della natura.

Da Trecchina si prosegue all’insegna del borgo presepe di Rivello, posizionato su di un’altura da cui domina la Valle del Noce. Il piccolo borgo ha una struttura urbanistica particolare, sia perché si estende su tre colline Motta, Serra e Poggio sia perché la sua formazione è dovuta alla costituzione di due nuclei abitativi distinti in quanto in passato il paese fu conteso da Longobardi e Bizantini. Tale divisione si percepisce ancora oggi nelle architetture, nei riti, nell’urbanistica, vi è infatti un nucleo di rito latino sviluppatisi intorno alla Chiesa Madre di San Nicola e un altro di rito greco che si estende a partire dalla Chiesa Madre di Santa Maria del Poggio, entrambe ascrivibili al IX secolo. Fra i diversi luoghi di culto presenti sul territorio merita una menzione a parte il Convento di Sant’Antonio, risalente al Cinquecento è impreziosito da pregevoli affreschi realizzati dai fratelli Todisco. A Giovanni Todisco si deve l’affresco dell’Ultima Cena, situato nel refettorio, la sua particolarità sta nel mostrare pietanze assolutamente non canoniche, ma appartenenti alla tradizione enogastronomica locale. Molto sviluppato è anche l’artigianato, infatti il borgo è famoso per la produzione di oggetti in ferro e in rame.

Spingendosi più nell’entroterra sono scenari più collinari quelli che incontra il nostro sguardo, ecco Lauria città del Beato Domenico Lentini. Caratterizzata da un passato illustre viene ricordata per l’eroica resistenza dimostrata nel tentativo di fermare l’avanzata dell’esercito napoleonico che provocò l’incendio ed il sacco del 1806, resistenza che le valse il titolo di Semper fidelis conferitole dai Borbone. La città è nota anche per la presenza sulla rocca dell’Armo oltre che del Santuario della Madonna Assunta, antica laura basiliana, dei resti del castello Ruggero che prende il nome dal sanguinario ammiraglio aragonese famoso per essere uscito vittorioso da tutte le battaglie alle quali partecipò. Chi visita la città può deliziare il palato con i tanti prodotti tipici fra cui vanno menzionati il biscotto a otto, i viscuttini c’ u naspru e gli anginetti, riconosciuti come prodotti Deco.

Da Lauria si giunge verso Nemoli, pittoresca località caratterizzata da un intreccio di vicoli, gradinate e palazzi settecenteschi, situata a pochi chilometri dal lago Sirino. Il suggestivo bacino d’acqua, circondato dal verde e dalle case che letteralmente si affacciano su di esso, è meta ideale per passeggiate rilassanti e rinfrescanti nella calura delle giornate estive, mentre in autunno diventa meta prediletta per gli estimatori del foliage. In diversi periodi dell’anno è palcoscenico naturale di vari spettacoli che prevedono giochi di luci e suoni direttamente sull’acqua.

Ultima tappa nell’area è la città di Lagonegro, caratterizzata da un impianto medievale, ha una struttura urbanistica particolare, infatti sembra aggrappata ad una rupe costellata da viuzze strette e ripide con numerose chiese. Nella parte più antica del borgo sono ancora visibili i resti del castello feudale che dominano l’intero abitato. La città è famosa per aver dato i natali al celebre e compianto cantautore lucano Pino Mango e anche perché, secondo una leggenda, all’interno della Chiesa di San Nicola pare che trovino eterna dimora le spoglie della celebre musa leonardesca Monnalisa che la tradizione popolare tramanda che qui morì durante un suo viaggio.