Chiesa rupestre di Sant'Eustachio

Matera

Caratterizzata da vari elementi architettonici, come nicchie e altari, la cripta è decorata da un ciclo pittorico databile al XVII secolo.

Il percorso che conduce alla chiesa risulta piuttosto accidentato a causa dei crolli che hanno interessato la facciata e l’intero complesso.

Un passaggio angusto conduce al cuore della cripta: una cappella laterale ben conservata e, sulla parete sinistra, decorata da un grande pannello affrescato raffigurante i Santi Pietro e Paolo. Di fronte, un’altra tela rappresenta la Madonna in piedi con il Bambino.

Splendido anche l’affresco all’interno del catino absidale, intorno all’altare, che riproduce una Deposizione dalla Croce e la Madonna inginocchiata che abbraccia Gesù.

Della navata centrale resta solo la parete sinistra intervallata da tre nicchie e altrettanti altari ricavati all’interno della parete.


Cripta del Peccato Originale

Matera

Tra le chiese rupestri di Matera, denominata la “Cappella Sistina” della pittura parietale rupestre, per il valore teologico e artistico del compendio pittorico che la decora, si distingue la Cripta del Peccato Originale. Si tratta di una delle chiese rupestri di Matera più interessanti e la più antica testimonianza dell’arte rupestre del Mezzogiorno d’Italia. Unico esempio nel suo genere a raffigurare un intero ciclo di affreschi, quello della Creazione e del Peccato Originale.

Tra le chiese rupestri di Matera, questa cavità naturale a strapiombo sulla “Gravina di Picciano” si raggiunge attraversando il sentiero di Pietrapenta, in agro di Matera, ed è la più antica testimonianza dell’arte rupestre del Mezzogiorno d’Italia.

Un antro adattato a chiesa grotta, nel IX secolo, proprio dai monaci benedettini, sono infatti evidenti i caratteri tipici dell’arte benedettino-beneventana.

Nei quarantadue metri quadri di una della più suggestive chiese rupestri di Matera, scorre sotto gli occhi di chi la osserva uno straordinario ciclo di affreschi, realizzato cinquecento anni prima di Giotto, raffigurante il racconto biblico dei primi capitoli della Genesi: Dio Padre Creatore, la Luce, le Tenebre, la creazione di Adamo, la nascita di Eva, la tentazione e il Peccato Originale.

Nelle tre conche absidali, il racconto della Creazione rinvia alle triarchie degli Apostoli (Pietro, Andrea e Giovanni), degli Arcangeli (Michele, Gabriele e Raffaele) e alla venerazione della Vergine Regina.

Grazie al supporto audio in lingua italiana, inglese, francese e tedesca, e insieme al light design, a chi visita questa espressione della civiltà cristiana si offre un racconto in una originale chiave culturale, teologica, storica e artistica.

Per informazioni:
info@criptadelpeccatooriginale.it
www.criptadelpeccatooriginale.it


Chiesa rupestre San Pietro Barisano

Matera

Quella di San Pietro Barisano a Matera è una delle chiese rupestri più apprezzate. Al di sotto del pavimento è evidente il primo impianto rupestre, databile al XII–XIII secolo.

Alla prima fase di ampliamento, (XV-XVI) si deve lo scavo della chiesa e la realizzazione delle cappelle laterali, interventi visibili solo nella parte terminale della cappella posta dietro il secondo altare della navata destra, dove si possono ammirare, tra gli altri, gli affreschi di santa Caterina d’Alessandria, dell’Annunciazione e di san Canio.

L’attuale impianto della chiesa San Pietro Barisano a Matera, a tre navate, insieme alla facciata (1755) e agli ambienti sotterranei, si deve a una successiva ristrutturazione (XVIII sec) della chiesa rupestre  San Pietro Barisano a Matera. Per l’eccessiva umidità, nel 1903 la chiesa e i suoi arredi vengono trasferiti nella parrocchia di Sant’Agostino.

Oggi lungo la navata destra, dall’entrata, si distinguono l’altare di san Giuseppe, su cui resta parte della cornice lignea della pala della Sacra Famiglia rubata nel 1977, l’altare della Madonna della Consolazione, con l’immagine in tufo della Madonna con Bambino incoronata dagli angeli, e l’altare del Santissimo Sacramento con il pavimento in maiolica.

L’altare maggiore ligneo (1771), un tempo nella navata centrale, oggi è conservato nel deposito della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Basilicata. Nella navata sinistra, dal fondo, ecco l’altare del Santissimo Crocifisso, l’altare dell’Annunciazione e l’altare di santa Maria Maddalena.


Chiesa rupestre di Santa Maria della Palomba

Matera

La chiesa di Santa Maria della Palomba si erge su uno sperone della Gravina di Matera. Un tesoro dell’arte rupestre, il cui simbolo è una colomba scolpita sul portale, rappresentazione dello Spirito Santo.

La chiesa di Santa Maria della Palomba è stata costruita nel 1580 su un nucleo rupestre. Lesene e arcate cieche caratterizzano la facciata il cui stile sembra richiamare quello romanico.

Al centro si può ammirare un rosone, a sua volta sormontato da una nicchia che al suo interno ospita la statua di san Michele Arcangelo, mentre sull’architrave del portale spicca la raffigurazione in tufo della Sacra Famiglia.

Il campanile è a vela e in posizione laterale. Con pianta a navata unica e volta a botte, all’interno su entrambi i lati si possono ammirare diverse cappelle abbellite da affreschi e statue.

D’impatto è un dipinto posto dietro l’altare in cui è ritratta la Madonna Odigitria (XIII-XIV sec). Dal presbiterio si accede alla chiesa rupestre interamente scavata nel tufo e costituita da una campata la cui volta da una parte è a schiena d’asino e dall’altra piana. Anche in questo caso sono visibili diverse cappelle laterali in cui sono conservati affreschi risalenti alla seconda metà del Seicento.

La chiesa di Santa Maria della Palomba è caratterizzata da due siti attigui e prende la sua denominazione dal culto dello Spirito Santo e della Madonna.

Il primo tempio, denominato Palomba Uno, è a una navata e la sua costruzione risale al 1583. La facciata è abbellita da un portale rinascimentale sormontato da un rosone, con l’immagine di San Michele Arcangelo, e bassorilievi con lo stemma di Matera e l’effige dell’arcivescovo.

All’interno della Santa Maria della Palomba si possono ammirare statue policrome e medaglioni affrescati, mentre sull’altare si distingue un affresco raffigurante la Madonna dell’Odighítria.

L’altra chiesa, Palomba 2 è scavata nella roccia, a pianta rettangolare e con il soffitto a schiena d’asino. Di particolare bellezza, sulla parete di destra, si notano tre archi uno dei quali con un altare affrescato. L’intradosso è decorato con la raffigurazione della “Strage degli Innocenti”.


Casa Cava Matera

Casa Cava

Matera

Casa Cava a Matera è un centro culturale nel cuore dei Sassi, che riassume la traiettoria della città di Matera e delle storiche case grotta.

Matera da borgo dimenticato a città culturale e tecnologica. La visita guidata all’auditorium ipogeo Casa Cava di Matera è un’esperienza che racconta con nuovi linguaggi il patrimonio culturale di Matera e della Basilicata. In questi spazi il visitatore può verificare in prima persona, direttamente con mano e grazie ad una istallazione multimediale, le prospettive offerte dalla nuova tecnologia applicata alla musica. L’intervento architettonico e il progetto cultuale sono stati oggetto di premi internazionali.

 

www.casacava.it


Casa Noha Matera

Casa Noha

Matera

Casa Noha di Matera è immersa nei vicoli della Civita, l’antica dimora ospita il racconto emozionante della storia di Matera.

A pochi passi dal Duomo, Casa Noha di Matera coinvolge il visitatore in un suggestivo viaggio multimediale consentendogli di fare un salto alla scoperta della città e della sua anima, dalla preistoria al giorno d’oggi. Le pareti della struttura non raccontano solo la vita di un’antica dimora, ma si tramutano in un teatro attraverso il racconto filmato “I Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera”, la prima ricostruzione completa della storia della città.

A completamento dell’esperienza multimediale, Casa Noha propone un ventaglio di percorsi guidati attraverso un tavolo multimediale che gli ospiti possono consultare in autonomia o prenotare presso il nostro desk.

I tour sono dedicati alla storia della città di Matera e alle sue peculiarità:

– Sasso Barisano
– Sasso Caveoso
– Matera e l’acqua
– Sassi e cinema
– Itinerari d’autore (dedicato ad Adriano Olivetti e ai “quartieri moderni”)
– Nel Parco della Murgia

 

Per info e prenotazioni

www.fondoambiente.it/luoghi/casa-noha

www.casanoha.it
www.facebook.com/casanohaFAI
www.instagram.com/faicasanoha


Casa di Ortega Matera

Casa di Ortega

Matera

La Casa di Ortega a Matera è la testimonianza della presenza del grande artista spagnolo, Josè Ortega, nella Città dei Sassi. La struttura favorisce la riscoperta della tradizione artigiana materana. Il cultural tour nella Capitale Europea della Cultura 2019 non può ritenersi completo, infatti, senza aver visitato la Casa di Ortega a Matera. L’edificio, un tempo fortilizio longobardo, dalla forte suggestione ambientale per la sua posizione, ospita venti bassorilievi prolicromi che il pittore iberico realizzò nel 1975 a Matera, utilizzando la tecnica artigianale locale più popolare: la cartapesta. Ceramiche di Giuseppe Mitarotonda e produzioni artigianali impreziosiscono gli ambienti, esprimendo il reciproco arricchimento tra arte e antichi mestieri.

www.zetema.org

www.casaortega.it


Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata

Matera

Il Museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata ha sede nel seicentesco Palazzo Lanfranchi, imponente edificio costruito come seminario per volontà dell’Arcivescovo Vincenzo Lanfranchi.

Il museo propone un percorso espositivo che si articola nelle sezioni Arte Sacra, Collezionismo e Arte Contemporanea e occupa dodici sale al primo piano dello splendido edificio. Ad accogliere il visitatore, al piano terra del Museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, è il grande dipinto “Lucania ’61”, realizzato da Carlo Levi in occasione del centenario dell’Unità d’Italia. La sezione Arte Sacra espone dipinti murali provenienti dalle chiese rupestri di Matera e da circostante altopiano murgico, sculture lignee e lapidee, tele e preziosi manufatti in scagliola e in cartapesta che documentano il percorso culturale e artistico della Basilicata, dal Medioevo al Settecento. Le sale del Collezionismo accolgono un’ampia selezione di dipinti su tela appartenenti ad uno dei più consistenti esempi di collezionismo privato ottocentesco dell’Italia meridionale: la raccolta di opere messa insieme da Camillo d’Errico di Palazzo San Gervasio. Le tele esposte, raffiguranti scene sacre e mitologiche, vedute e paesaggi, nature morte e ritratti, offrono una sintesi della cultura figurativa napoletano di Sei e Settecento. La sezione di Arte Contemporanea del Museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata espone una ricca selezione di dipinti di Carlo Levi (1902-1975), alcune opere dell’artista materano Luigi Guerricchio (1932-1996) e le fotografie di Mario Cresci, artista e designer tra i più importanti interpreti della ricerca fotografica in Italia degli ultimi quattro decenni del XX secolo.


Chiesa di Santa Chiara

Chiesa di Santa Chiara

Matera

La chiesa di Santa Chiara  di Matera (1668/1672) è un esempio della raffinatezza e delle accurate decorazioni che spesso contraddistinguono i luoghi di culto materani. Si distingue già dalla facciata, articolata e ricca di elementi, così anche il settecentesco portone ligneo, decorato con accuratezza, e il portale raffinatamente abbellito, al di sopra del quale è riportato lo stemma del vescovo Antonio Del Ryos Culminarez, alla cui iniziativa si deve la realizzazione della chiesa e del quartiere. La nicchia che sovrasta il portale della chiesa di Santa Chiara di Matera custodisce una statua della Madonna del Carmine, quelle laterali conservano, a destra, una statua di Santa Chiara, a sinistra, una statua di San Francesco, mentre la nicchia posta al di sopra del finestrone circolare contiene una rappresentazione del Dio Benedicente. A navata unica con copertura a botte, l’interno della chiesa di Santa Chiara presenta elementi di forte valore artistico.


Chiesetta della Madonna del Carmine

Matera

La chiesetta della Madonna del Carmine, di Matera In piazzetta Pascoli, splendido belvedere con vista sui Sassi, è un gioiello sacro da visitare.

La sua storia è strettamente legata a Palazzo Lanfranchi, splendido edificio seicentesco posto alla sinistra della chiesetta. Costruita nei primi anni del ‘600, su iniziativa dei membri dell’ordine dei Carmelitani che vivevano nella città, la chiesetta della Madonna del Carmine di Matera, venne poi inglobata nel Seminario Lanfranchi edificato nel 1684. Una volta sul posto, lo sguardo si sofferma subito sul raffinato portale in legno al di sopra del quale è visibile una nicchia con una statua della Madonna attribuibile a Stefano da Putignano, mentre le due nicchie laterali ospitano due sculture raffiguranti, a sinistra, San Nicola, a destra, San Filippo Neri. La sua unica navata oggi ospita interessanti eventi di carattere culturale.