Itinerario “Alla scoperta della perla del Tirreno, Maratea”

A ritroso nella storia
Le origini di Maratea sono da ascriversi a tempi lontani, forte è l’influenza greca che si sente già a partire dal toponimo che deriverebbe da Marathia, termine ellenico che significa luogo dove cresce il finocchio, ma per i Greci era conosciuta anche come Thea maris, la Dea del mare.
La città tirrenica custodisce tesori archeologici sulla terra e nei fondali, da sempre si è trovata lungo le antiche rotte delle navi greche e romane, tanto che la sua costa è stata fin dall’antichità approdo per diversi popoli.
Gli antichi migranti si fermavano presso la vicina isola di Santo Janni, qui infatti è stato scoperto un giacimento di ancore greche e romane e resti di vasche utilizzate per la produzione di garum, una salsa a base di interiora di pesce utilizzata dai romani per insaporire il cibo.
La storia antica di Maratea non si legge solamente lungo la costa, ma anche in un altro sito di interesse storico quello sul monte San Biagio, in località conosciuta come castello. Qui intorno al VI sec i monaci basiliani fondarono un cenobio e più tardi vi si rifugiarono i profughi di Blanda costretti ad abbandonare la propria città. In questa zona dalla posizione strategica nel corso dei secoli si sono succeduti anche Longobardi e Normanni, che trasformarono via via l’area in una vera e propria cittadella fortificata.
Nella zona ci fu anche il primo insediamento abitativo di Maratea superiore, successivamente vista la crescita demografica della popolazione gli abitanti verso l’XI-XII secolo migrarono verso valle dando vita a Maratea inferiore, ossia l’attuale centro storico. I due nuclei abitativi si mantennero distinti fino al 1808, quando in seguito all’attacco francese del 1806 furono distrutte le mura e gran parte della città fortificata di Maratea superiore, così che i superstiti furono aggregati alla popolazione di Maratea inferiore e formarono un unico municipio, l’attuale Maratea.
In realtà, la storia della perla del Tirreno sarebbe iniziata già in epoca preistorica, in quanto sono stati fatti dei ritrovamenti di utensili litici, di materiale fittile e di resti di capanne che testimonierebbero la presenza dell’uomo sul territorio già quarantamila anni fa.
Ulteriore testimonianza dell’esistenza dell’abitato nelle diverse epoche storiche sono le torri costiere di avvistamento, costruite dai saraceni lungo la scogliera per difendersi dalle incursioni via mare. Fra le più conosciute quella di Apprezzami l’asino, dei Crivi, di Acquafredda, Filocaio, Santavenere e Caina che formavano un vero e proprio sistema difensivo.
Nella frazione di Castrocucco poi, su un’altura che domina la costa di Maratea e l’intero Golfo di Policastro, si può ammirare in tutto il suo fascino il rudere di un castello sottoposto a vincolo monumentale da parte del Ministero per i beni culturali.
I numerosi ritrovamenti rinvenuti nei fondali presso l’isolotto di Santo Janni, come anfore, ancore vasche e altri reperti sono oggi visibili nella mostra “Dal mare alla terra. Archeologia subacquea a Maratea” nelle sale del settecentesco Palazzo De Lieto che insieme a Villa Nitti, un tempo residenza estiva del grande statista lucano, costituiscono due dei luoghi artistici di maggior pregio del territorio.

La città delle 44 chiese e del Cristo Redentore
Maratea è conosciuta come la città delle 44 chiese, tanti infatti sono i luoghi di culto sparsi sul suo territorio, di questi una ventina sono dedicati alla Madonna tanto che la perla del Tirreno può essere definita come una città mariana, anche se il vero culto che connota Maratea è quello legato al suo Santo Patrono: San Biagio. La “bella signora” del Mar Tirreno è caratterizzata da un territorio irregolare, che non si sviluppa in maniera omogenea solamente nel borgo, ma che si espande fino al monte San Biagio connotato da quello che è il simbolo della città: la statua del Redentore. Il Cristo di Maratea, fatto erigere per volontà dell’industriale Rivetti nel 1965 e realizzato dall’artista Bruno Innocenti, svetta fiero nel punto più alto della città dominando tutto il Golfo di Policastro, con il suo bianco accecante dato dalla purezza del marmo di Carrara e con i suoi 22 m di altezza si staglia contro l’azzurro intenso del cielo. Raggiungibile mediante un percorso fatto di tortuosi tornanti dalla vista mozzafiato, è seconda per dimensioni solo alla statua del Cristo di Rio de Janeiro.

Una costa incantevole
A partire dal punto più alto di Maratea il suo territorio va digradando fino alla costa di Castrocucco, passando dal porto e dalle frazioni di Fiumicello, Brefaro, Acquafredda, Massa, Marina, Cersuta e Santa Caterina. Numerose sono sia le spiagge che caratterizzano la costa, alcune di piccole dimensioni e raggiungibili solo via mare, sia le grotte naturali, come la Grotta delle meraviglie in località Marina di Maratea, uno spettacolo naturalistico unico, con stalattiti e stalagmiti create dall’infaticabile azione dell’acqua. I suoi trenta chilometri di costa sono stati più volte insigniti della bandiera blu e rappresentano un vero e proprio eden in terra, a tratti selvaggio e incontaminato, con un gioco di anfratti, gole, insenature e deliziose calette che offrono un rapporto esclusivo con la natura. Sul tratto di costa di Acquafredda si snodano le spiagge dell’Anginara e Luppa, divise da una scogliera con sabbia scura e ciottoli, di Grotta della Scala, di Porticello e Marizza. Da sempre, fra le più celebrate in località Cersuta, la spiaggia d’u Nastru, mentre in località Porto quella d’I Vranne. Più ampie delle precedenti e anche più adatte per i bambini, vista la facilità con la quale si possono raggiungere, la spiaggia di Fiumicello e quella di Castrocucco. Resa particolare dal colore scuro della sua sabbia, la Spiaggia nera è incorniciata dalla folta vegetazione della macchia mediterranea che si estende quasi fino al mare. Degne di nota per le loro particolarità morfologiche e per le loro bellezze paesaggistiche le spiagge della frazione Marina di Maratea, tra tutte Illicini, Cala Jannita e Macarro.
Unica nel suo genere la spiaggia della Secca caratterizzata dal basso fondale e da numerosi scogli causa, in epoche passate, di diversi naufragi testimoniati dagli svariati reperti archeologici affiorati dal mare.

Il porto
Palcoscenico di scambi commerciali soprattutto nel corso del Settecento, negli anni d’oro di Maratea, e oggi uno tra i più suggestivi approdi turistici del Mediterraneo è il porto. Raggiungibile anche da imbarcazioni di notevoli dimensioni costituisce un punto di collegamento fra il Tirreno e l’entroterra. Da qui partono numerose escursioni per ammirare gli angoli più segreti della costa, le spiagge raggiungibili solo via mare e per svolgere diverse attività come la pesca notturna di totani. Oggi è un luogo turistico di eccellenza, grazie anche ai numerosi locali che si affacciano sulla pittoresca baia

I prodotti tipici
In ultimo, ma non per importanza vanno menzionati i prodotti tipici che fanno di Maratea un paradiso non solo per gli occhi, ma anche per il palato. Come non menzionare provenienti dalla frazione di Massa i rossi, succosi e giganteschi pomodori, le mozzarelle, la treccia e il caciocavallo, ma anche la gilò (la melanzana rossa allungata), la Carruba, i capperi sotto sale, le alici salate, gli aliciocculi, il garum un tempo prodotto nell’isola di Santo Janni. Questi prodotti sono stati i primi ad ottenere la Denominazione comunale “Maratea De.C.O.”, marchio che evidenzia il loro legame con la storia e le tradizioni della perla del Tirreno.