La Sacra rappresentazione di Maschito
A Maschito, il Venerdì Santo, circa ottanta personaggi, tra soldati, sacerdoti, discepoli, donne del popolo e altri interpreti ripropongono le fasi salienti delle quattordici stazioni della via Crucis. La processione si dispiega dalla Chiesa Madre fino a via Calvario, il luogo della Crocifissione. La villa comunale diventa lo scenario naturale dell’Orto degli Ulivi, luogo in cui Gesù Cristo, secondo le Sacre Scritture, si ritirò dopo l’ultima cena prima di essere tradito da Giuda e arrestato. Tra gli stretti vicoli del paese l’emozione prende forma con il processo – nei pressi della Fontana Skanderbeg – gli incontri con la Maddalena, le pie donne e la Veronica che gli asciuga il volto.
La partecipazione emotiva dei fedeli è palpabile nel gesto del Cireneo che aiuta Gesù a portare la Croce e nelle tre cadute in Largo Purgatorio, in Via Roma, in Piazza San Francesco. Singolare è l’immagine della “donna con il gallo” che, facendosi spazio tra gli altri figuranti, simboleggia la predizione del tradimento di Pietro.
Come a Barile, anche la sacra rappresentazione di Maschito vede la presenza della Zingara, ricca e colma d’oro. Quando Gesù cade, la donna lo avvicina e gli butta dei ceci in segno di scherno. Lo stato emozionale è al massimo quanto sotto lo sguardo dei presenti Cristo viene crocifisso e il dolore della Madonna ai piedi della Croce rimanda a un sentimento autentico.