Matera è considerata una delle città più antiche del mondo, come testimonia il ritrovamento di alcuni insediamenti a partire dall’età paleolitica, i quali si svilupparono utilizzando le grotte naturali disseminate lungo le Gravine materane, che in gran numero definiscono il paesaggio rupestre, in cui sono stati rinvenuti diversi oggetti risalenti a quell’epoca.
Le scoperte nella Grotta dei Pipistrelli e nelle grotte funerarie, ad opera di Domenico Ridola, medico per professione e archeologo per passione, fondatore del Museo Archeologico Nazionale di Matera, accreditano oltremodo la presenza dell’uomo già dal Paleolitico. Tracce evidenti di villaggi trincerati risalenti al Neolitico, sulla Murgia Timone, Murgecchia, Serra d’Alto e sul colle della Civita lasciano intendere che in quel periodo gli insediamenti divennero più stabili.
Dopo aver attraversato le fasi della preistoria, comprese le diverse età dei metalli, sarà il Cristianesimo a caratterizzare la storia di Matera, al punto che durante tutto il medioevo il paesaggio rupestre subì una totale metamorfosi grazie alla costituzione di piccole comunità orientali, monastiche e laiche, emigrate in seguito all’Iconoclastia da Cappadocia, Armenia, Asia Minore e Siria. Rifugiandosi nelle grotte già esistenti, esse ne ricavarono altre utilizzandole poi come abitazioni e luoghi di preghiera. Nacquero così le splendide chiese rupestri, preziosi scrigni di arte e cultura oggi consegnati all’intera comunità.