Parco Naturale Regionale del Vulture
Il Parco Naturale Regionale del Vulture, istituito nel 2017, è il più giovane tra le riserve e le aree protette della Basilicata. Il suo nome lo si deve al Monte Vulture, un vulcano assopito da millenni, i cui crateri sono occupati da due suggestivi specchi d’acqua ellittici immersi nel verde, i Laghi di Monticchio.
Quando vi si giunge si ha quasi l’impressione di trovarsi in un quadro di Monet della sua celebre serie delle Ninfee. Chiaramente di origine vulcanica, il Lago Grande e il Lago Piccolo si trovano a mezza altezza rispetto alla cima del monte dove si affaccia l’Abbazia di San Michele Arcangelo, fondata dai Benedettini nel X secolo e oggi sede del Museo di Storia Naturale del Vulture.
Vegetazione e Fauna
La vegetazione del Parco Naturale Regionale del Vulture è ricchissima, composta in prevalenza da fitti boschi di castagni, lecci e faggi, abeti bianchi, salici, ciliegi selvatici e acacie. Queste fitte distese nascondono torrenti e cascate, come quelle spettacolori di San Fele, mentre nel territorio di Rionero in Vulture sgorgano le acque minerali utilizzate dalle Terme di Rapolla. Altre sorgenti idrominerali sono presenti anche nei dintorni della città di Melfi.
L’unicità e la varietà dell’habitat naturale del Parco Naturale Regionale del Vulture, consente la permanenza di una fauna ricca e diversificata, con molte specie protette.
La presenza di un ambiente umido, con i Laghi di Monticchio, favorisce la presenza di varie specie di anfibi, rettili e uccelli d’acqua. Lungo i canneti del Lago Grande, infatti, è possibile trovarvi la Gallinella d’Acqua, vi nidificano inoltre gli usignoli e vi svernano i germani.
Tra i rapaci, sono presenti il Gufo Reale, il Nibbio Bruno, il Falco Pecchiaiolo, il Falco di Palude. In quest’area è inoltre concentrata la maggior parte della popolazione italiana di Nibbio Reale.
Una specie unica che abita nel Parco Regionale del Vulture è la Bramea di Hartig, farfalla preistorica notturna, sopravvissuta all’estinzione per oltre 750 mila anni, tipica dell’Oriente ed assente in Europa Occidentale. È visibile solo per poche ore nelle serate di primavera, in quanto trascorre ben tre anni della sua breve esistenza sotto forma di crisalide.
Tradizioni, cultura, attività
Il Parco Naturale Regionale del Vulture si distingue oltre che per la sua vegetazione, anche per l’arte, le chiese, i castelli, le tradizioni e i prodotti agricoli favoriti dal terreno vulcanico.
Famoso è il Castello Federiciano di Melfi oggi sede del Museo Archeologico del Melfese. Sempre a Melfi, nel Palazzo Vescovile, ha sede il Museo Diocesano e ad Atella, il sito paleolitico custodisce la zanna di un Elephas Antiquus (Elefante antico), risalente a circa 600.000 anni fa.
Di particolare interesse artistico spirituale è il Santuario di San Donato a Ripacandida, noto per gli affreschi di scuola giottesca che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “Assisi Lucana”.
Suggestive le sacre rappresentazioni che hanno luogo durante la Settimana Santa, tra queste la più antica della regione è la Processione dei Misteri di Barile che si svolge il Venerdì Santo e si arricchisce del simbolismo proveniente dall’influenza arbëreshë, frutto delle migrazioni di esuli greco-albanesi che nel Quattrocento si stabilirono in questo borgo e nella vicina Ginestra. Il paesaggio di Barile è dominato dalle sheschë, grotte scavate nel tufo oggi utilizzate per la conservazione del vino, note al grande pubblico per aver ospitato alcune delle scene più intense del “Vangelo Secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini.
E’ qui, nel territorio del Parco Naturale Regionale del Vulture, che viene prodotto uno dei vini più famosi d’Italia, l’Aglianico del Vulture Doc e Docg insieme ad altri prodotti d’eccellenza, come l’olio extravergine di oliva “Vulture” Dop, e il miele. Ai piedi del maestoso Monte Vulture, infine, è possibile raccogliere per farne scorpacciata, per preparare dei marron glacè o anche per farci un liquore alla castagna, i deliziosi marroncini di Melfi, protagonisti della consolidata Sagra della Varola.
Numerose le attività che si possono praticare nel Parco, dall’equiturismo al cicloturismo passando per il mototurismo fino ai cammini.