Da oltre due secoli, è Potenza città Capoluogo della Basilicata, il più alto d’Italia, con i suoi 819 metri di altezza sul livello del mare. Elegante, ma accogliente, confidenziale, ma solitaria, Potenza città Capoluogo è intima, gelosa delle architetture moderne e antiche che la attraversano e del suo millenario centro storico, fatto di vecchi e nuovi edifici che si inerpicano, sovrapponendosi alle piazzette, ai vicoli dell’antico nucleo medievale e alle scale d’un tempo, oggi affiancate da quelle meccanizzate. Per questa sua conformazione è Potenza è anche detta “Città verticale”. Qui la vita scorre tra via Pretoria, nel gergo potentino denominata “sopra Potenza”, proprio perché collocata su di un colle, e la zona più moderna che si estende sull’altro versante del Fondovalle, intorno all’area pianeggiante segnata dal corso del fiume Basento.

Tra centro e periferia, negozi di buon livello e locali di ogni ispirazione rendono Potenza città Capoluogo viva e intraprendente per gli amanti dello shopping e per quanti vanno alla ricerca di una pacata mondanità.

Potenza è una città dall’alto profilo storico e culturale che merita di essere percorsa e conosciuta, impreziosita da storiche chiese e preziose piazze, musei e gallerie d’arte, palazzi signorili e antiche porte medievali. E poi il Teatro Stabile, che domina la centrale Piazza Mario Pagano e, ancora, la cosiddetta Torre Guevara, quel che resta del vecchio castello. Nel mese di Maggio, poi, Potenza Città Capoluogo è avvolta da un’atmosfera magica, che ruota attorno ai preparativi per le celebrazioni in onore del suo Santo Patrono, San Gerardo Vescovo da Piacenza, celebrazioni che coincidono con la storica Parata dei Turchi, un evento che si svolge tra mistica leggenda e velata realtà.

La storia di Potenza fissa le sue radici in un passato che riaffiora costantemente nel presente. Intensa, incisiva, incancellabile, la storia di Potenza custodisce in ogni angolo i segni di avvenimenti importanti.

Per quanto le sue origini siano antichissime e incerte, non è dubbia la fondazione romana scolpita nel suo nome, “Potentia”, e in quello di Via Pretoria, che ne attraversa l’intero centro storico.

Probabilmente, la prima collocazione della città avviene in località Serra di Vaglio, a nord-est di Potenza, dove sono visibili i resti di un abitato indigeno frequentato dalla seconda metà dell’VIII secolo a.C. Non si può escludere che l’insediamento urbano, poi, si sia trasferito sul colle, dove sorge il centro più antico, per poi divenire, nel III sec. a. C., una prefettura romana denominata, appunto, “Potentia”.

Sede vescovile già nel V secolo, nel 1111 fa il suo ingresso in città il vescovo Gerardo La Porta da Piacenza, beatificato nel 1120 e amato profondamente dai potentini perché egli, non solo avrebbe liberato la città dalle condizioni precarie in cui versava ma, secondo alcune documentazioni e interpretazioni, avrebbe salvato Potenza dall’invasione dei Turchi.

La storia di Potenza narra anche del suo ruolo di roccaforte longobarda, durante la dominazione normanna la città assiste al passaggio di papa Innocenzo II e dell’imperatore Lotario II e più tardi (1148) Ruggero II d’Altavilla ospita Luigi VII di Francia di ritorno dalla Terra Santa. Nel 1269 Potenza si ribella a Carlo d’Angiò, mentre nel 1273 nulla può contro uno dei tanti terremoti che l’hanno distrutta nei secoli, fino a quello del 23 novembre 1980.

Da questi eventi, però, Potenza si è sempre risollevata. Guevara, Sanseverino e Loffredo sono i nomi di alcune famiglie che hanno segnato oltremodo la storia e la cultura della città lasciando traccia della loro presenza in architetture ancora esistenti.

Nel 1860 Potenza è la prima città del Mezzogiorno ad insorgere, compatta, contro i Borboni, come documenta anche una delle due iscrizioni apposte all’interno del Tempietto di San Gerardo, in piazza del Sedile. Una di queste fa riferimento anche all’invasione dei briganti avvenuta nel 1809.

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Sono tanti i punti del Capoluogo in grado di catturare l’attenzione del più curioso visitatore, gran parte dei quali si concentrano tra il centro storico e i quartieri periferici della città.

Antichi accessi e torri medievali, storiche scale, in pietra o meccanizzate, palazzi signorili e autentiche piazzette, vicoli stretti e stradine lastricate. E poi musei e gallerie d’arte, antiche ville e moderni centri culturali.

Potenza è tutto questo, luogo di cultura e continua scoperta in ogni suo angolo e quartiere: dal Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu”, allestito nello storico Palazzo Loffredo, al Teatro Francesco Stabile, nella centrale piazza Mario Pagano, fino al Conservatorio di musica intitolato al madriganilista rinascimentale venosino, Carlo Gesualdo di Venosa al ponte Musmeci, costruzione contemporanea che fa da crocevia tra i diversi punti di accesso alla città.

Visitare le chiese di Potenza è come varcare la soglia del suo passato in cui si sono avvicendati eventi cruciali ancora impressi nelle tele e negli ornamenti che esse conservano.

Nel centro storico della città sorgono alcune delle chiese più belle nella struttura e nel patrimonio storico artistico che le impreziosisce: dalla cattedrale di san Gerardo, patrono della città, alla duecentesca chiesa di San Francesco, posta all’angolo di Piazza Mario Pagano, fino alla splendida chiesa di San Michele Arcangelo, bell’esempio di arte romanica da ammirare in via Rosica, una traversa di via Pretoria.

Sul corso principale in uno dei caratteristici vicoletti, ci si imbatte nella graziosa cappella del Beato Bonaventura, ambientata proprio nella piccola casa in cui nacque il sacerdote francescano beatificato nel 1775. Puntando verso porta Salza, uno degli antichi accessi alla città non più visibili, prima di raggiungere l’antica chiesetta di Santa Lucia, si riconosce la chiesa della Trinità, oggi chiusa al culto.

In piazza Matteotti, sopra il Muraglione, cinta di difesa della città, sorge l’Edicola di San Gerardo, simbolo di gratitudine del popolo potentino verso il suo patrono, per la protezione assicurata a Potenza durante i moti  rivoluzionari per l’unità d’Italia.

Spostandosi di poco dal centro storico, in uno dei quartieri più antichi della città, si può ammirare la chiesa di San Rocco, e di qui, procedendo lungo la via Cavour, si raggiunge un’altra chiesa storica, quella di Santa Maria del Sepolcro, in stile gotico catalano.

L’archeologia lucana e le forme d’arte ad essa connesse trovano collocazione in numerosi musei e siti disseminati tra il centro e la periferia della città.

Custodiscono le antiche vestigia storiche e artistiche della Basilicata attraverso l’esposizione delle importanti scoperte e degli approfonditi studi relativi all’archeologia lucana in generale. Sono il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata dedicato a “Dinu Adamestenu”, fondatore dell’archeologia lucana, con sede nello storico Palazzo Loffredo, nel centro storico di Potenza, e il Museo Archeologico Provinciale, situato nel rione Santa Maria, uno dei più antichi del Capoluogo.

Di impareggiabile valore e impatto è anche la cosiddetta Villa Romana di Malvaccaro che sorge in piena città e conserva pregevoli segni e simboli di un tempo lontano ma indimenticabile.