TRA STORIA, LEGGENDA E RACCONTI POPOLARI
Il patrono di Potenza e della sua arcidiocesi, è San Gerardo La Porta, vescovo della città nel XII secolo.
Di nobili natali, nacque a Piacenza da una famiglia di marchesi e dopo aver dedicato parte della gioventù allo studio, si diresse verso il Meridione, molto probabilmente per imbarcarsi con i crociati verso la Terra Santa. Giunto nella città di Potenza, iniziò a dedicarsi alla vita apostolica, scegliendo così di stabilirsi.
La vicinanza del futuro patrono di Potenza ai giovani, unita alla bontà e alla condivisione dei suoi saperi, gli procurò la benevolenza di tutto il popolo che lo elesse suo pastore. Gerardo La Porta fu così nominato vescovo di Potenza nel 1111 fino alla sua morte, che avvenne soltanto otto anni dopo, nel 1119.
Ad un anno dalla sua scomparsa, Papa Callisto II, venuto a conoscenza dei presunti miracoli compiuti in vita da Gerardo, decise di procedere alla sua canonizzazione a “viva voce”, ovvero senza redigere alcun documento scritto, contrariamente a quanto previsto dalla prassi.
La popolazione iniziò subito a venerarlo, riconoscendogli il merito di aver innalzato il livello di istruzione, in particolar modo nel periodo del Giubileo, e ricordandolo, soprattutto, per aver respinto l’invasione dei Turchi, episodio divenuto il fulcro dei festeggiamenti che ogni anno si svolgono proprio in suo onore, il 29 maggio, nel capoluogo lucano, con una sfilata dall’alto valore storico-antropologico che ne ripercorre i momenti cruciali.
Le reliquie del Santo Patrono, ritrovate soltanto nel 1250, dopo essere state nascoste per il timore che potessero essere trafugate, sono custodite nella Cattedrale di San Gerardo, a Potenza.
LA PARATA DEI TURCHI
La contrapposizione tra Mori-Cristiani è densa di miti e leggende che si uniscono, a volte fino a confondersi del tutto, ai fatti storici. La parata dei Turchi potentina ne è un esempio, spesso misterioso, perché storici e studiosi non sono riusciti ancora a dare un’origine certa alla sfilata.
La storia, narrata a gran voce da intere generazioni del capoluogo, è quella che vede il santo patrono della città respingere con un accecante bagliore l’invasione dei Turchi , i quali silenziosamente risalivano il Basento. Prende forma da qui la rappresentazione itinerante che il 29 maggio di ogni anno riempie le strade della città. Sono migliaia i curiosi che affollano marciapiedi e balconi per godersi lo spettacolare corteo, centinaia i figuranti in costume che interpretano i ruoli dei vari protagonisti di questa rievocazione. I quadri storici rappresentati risalgono al 1100, 1500 e 1800. Tre cornici temporali ben animate con abiti prodotti artigianalmente, calzari, armerie e trucco curati nei minimi dettagli.
Nel primo quadro, una nutrita parte della sfilata ripropone l’ingresso in città del Conte Alfonso de Guevara, unica traccia storica dell’intera processione ufficialmente riconosciuta e raccolta dai verbali del 1578 del notaio Giovanni Antonio Scafarelli. Sono puntualmente riprodotte le varie classi sociali, corposo lo stuolo di nobili composto da bellissime dame con sontuosi abiti di velluto, pizzo e pregiati ricami, accompagnate da eleganti duchi e gentiluomini locali, seguiti da cavalieri e guerrieri, e da un San Gerardo bambino intento a benedire tutti dalla seduta della sua nave.
A seguire, il grande saraceno, ribattezzato “Cipollino”, nell’intento di esorcizzare la grande paura degli invasori. Lo circondano schiere di schiavi turchi incatenati e soldati che inscenano finti attacchi agli astanti, divertendo i bambini e creando un’atmosfera che oscilla tra il ludico e la suspence.
Il terzo ed ultimo momento della parata è incentrato sull’elemento sacro: il tempietto del Santo condotto a spalla dai giovani “portatori”.
La manifestazione si conclude nella piazza del municipio, dove la “Iaccara”: un fascio di canne e legna lungo circa dodici metri che, durante la parata, viene portata in spalla da volontari in costume contadino. La Iaccara viene innalzata a braccia, scalata dal Capoiaccara e incendiata in onore del Santo Patrono. Forte il richiamo alla tradizione in tutto il percorso della sfilata: sono presenti la società contadina, quella artigiana, gruppi di angioletti, il carro dell’accoglienza e i capitani delle 6 porte cittadine, e ancora sbandieratori, suonatori, sputafuoco, giocolieri e saltimbanchi.
Una festa in strada che vede il popolo potentino stringersi attorno al santo patrono e a quel sostrato di mito, storia, leggenda e tradizione, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
VIDEO DI REPERTORIO DE "LA SFILATA DEI TURCHI"
LA PROCESSIONE RELIGIOSA. UNA FEDE SENZA TEMPO
Prende il via, all’indomani della parata dei Turchi, la sacra processione di San Gerardo. In largo Duomo numerosi fedeli e le istituzioni si riuniscono attorno all’effigie del Santo portata in spalla per le vie principali della città, dopo aver visitato prima tutte le chiese del centro. Un silenzio religioso accompagna la processione. È il giorno del santo protettore, 1000 anni ormai lo legano alla comunità potentina che si stringe forte in preghiera. Fiori e preghiere si levano al passaggio della processione tra stradine e palazzi; si infoltisce man mano la schiera dei devoti che, a piedi, scortano la reliquia fino alla Cattedrale, luogo in cui verrà celebrata la santa messa in suo onore.
“Lu Braccial” – Canto popolare dedicato a San Gerardo
*versione audio Michele di Potenza
Je facc’ lu braccial e nun lu nèa,
e so cuntent e so cuntent assaie.
Nun l’abbanduneragg’ mai mai,
la zappa, lu zappit e lu pagliare.
Mò m’zappa l’urticiedd’
Mò m’zappa lu seminar,
e ogni anno ‘nu purciedd
nun me l’aggia fa mai manca!
Tigne na vigna accant à la jumara
Me pare na canestra chiena d’uva
Tigne na casa n’dreta a lu pagliare
ca quann’ trase vire lu monn’ nuove:
Int’ è chiéne d’ patate,
savucicchie e vine nuovo;
chi la iàsca e chi l’ucciuòlo,
ie me sènt’ d’arricrià!
Domenica m’aggia mett’ lu vuariniedd’,
Ca aggia gì appress a la prucessiona,
ca è la festa d’ lu Prutettore
ca stà esposto sova a lu muraglione.
San Gerarde Prutettore De Putenza Generale
Gnanna fa piglià nu mal’ a chi l’anna disprezzà!
Sono contadino e non mi vergogno
e sono contento, sono molto contento.
Non abbandonerò mai la zappa,
la zappetta e il mio pagliaio.
Una volta zappo l’orto,
una volta la terra che ho seminato,
e ogni anno non mi devo
mai far mancare un maiale!
Ho una vigna affianco al fiume
Mi sembra una cesta piena di uva
Ho una casa dietro il pagliaio
Che quando entri vedi un mondo nuovo:
dentro è piena di patate,
salsiccia e vino nuovo;
chi la fiaschetta e chi la brocca,
io mi sento soddisfatto!
Domenica mi metto l’abito buono,
per andare dietro alla Processione,
è la festa del protettore
che è esposto sopra al muraglione.
San Gerardo protettore di tutta Potenza
Possa avere un guaio chiunque lo disprezzi!
“SAN GERARDO E LA STORICA PARATA DEI TURCHI”
Un libro a fumetti, dedicato ai bambini, che racconta la storia San Gerardo e della storica Parata dei Turchi.