Accettura è uno dei meravigliosi borghi che ricadono all’interno del Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane.

Completamente circondato dal verde, questo comune della provincia di Matera è scrigno di tradizioni e ricchezze naturali che lo rendono noto anche al di fuori dei confini regionali. Il suo nome Accettura è legato soprattutto al rito “Il Maggio di Accettura”, che coincide con i festeggiamenti in onore del Santo Patrono, San Giuliano.

Si tratta di uno dei riti arborei più antichi e caratteristici che ogni anno si ripetono in Basilicata, al punto da coinvolgere attivamente non solo la comunità locale ma anche curiosi, appassionati e studiosi di questi eventi legati alla fertilità della terra e alla vita che si rinnova.

Le origini di Accettura pare risalgano al periodo della Magna Grecia, quando il paese veniva indicato con il nome latino di “Acceptura”, che potrebbe rimandare tanto al significato di “sparviero”, quanto al simbolo del paese, due accette dorate, di qui “accepta-aurea”, “Acceptura”, dunque Accettura.

Il comune sarebbe sorto in un territorio abitato a partire dal VI-IV Sec. a.C., mentre viene citato per la prima volta in una Bolla Vescovile del 1060. In quello che è l’attuale centro abitato si sono insediate, con molta probabilità, le popolazioni dei nuclei rurali disseminati nell’area circostante – Gallipoli, Cortaglia e Costa la Raja e un centro fortificato in zona Croccia-Cognato -. Ancora oggi sono visibili i resti di una fortificazione a pianta quadrata attorniata da villaggi. In seguito distrutta da un incendio, nel 1272, Carlo d’Angiò ne dispone la ricostruzione, per poi divenire proprietà della famiglia Bozzano. Nel tempo è appartenuta anche alle famiglie Bazzano, della Marra, Ponsiaco, Carafa, Colonna e Spinelli, finché non si giunge all’eversione della feudalità. Accettura sarà “sfiorata” anche dal fenomeno del Brigantaggio. Il 12 novembre, dopo aver preso la vicina Cirigliano, infatti, le bande del brigante lucano Carmine Crocco e di José Borjès, avanzano verso Gorgoglione, che non oppone resistenza. Ad Accettura, il generale Borjès fa accampare le sue truppe per poi proseguire verso Garaguso, in quanto informato sulla presenza, nelle vicinanze, di reparti di milizia.

Accettura preserva un caratteristico centro storico in cui, in occasione della Festa del Maggio, cui è dedicato anche il Museo dei culti arborei, si respira un’atmosfera unica.

Piccolo ma grazioso, il borgo di Accettura è molto caratteristico per le sue strette viuzze attraverso le quali si raggiungono palazzi nobiliari, antichi portali in pietra, databili tra il XVIII e il XIX secoli, e chiese, architetture concentrate soprattutto nell’antico rione “Scarrone”. Passeggiando lungo il borgo antico ci si ritrova poi presso l’Anfiteatro, dove avviene l’innalzamento del Maggio, e nella cosiddetta piazzetta dell’”incontro”, dove appunto si incontrano il Maggio e la Cima, durante la celebrazione del noto rito arboreo che coincide con i festeggiamenti in onore di San Giuliano Martire. E proprio ai culti arborei è dedicato il museo con sede nel territorio del Parco di Gallipoli Cognato in cui sono custoditi tutti i documenti relativi ad alcuni dei “matrimoni tra gli alberi” diffusi in regione. L’allestimento ospita una mostra di quadri, collezioni fotografiche e video delle feste del Maggio, testi e informazioni relative ai riti antropologici e sociali e alle antiche tradizioni legate ai culti arborei, oltre a utensili della civiltà contadina. Il museo, che svolge anche attività di centro visite, è dotato inoltre di una biblioteca fornita di testi sui culti arborei in Italia e in Europa.

Non è raro, passeggiando per le viuzze di Accettura, essere attratti dai profumi della cucina locale.

La tradizione gastronomica del paese della provincia materana rimanda alla antica tradizione contadina in cui a predominare sono le diverse tipologie di pasta fatta mano, spesso condita con legumi o ottimo sugo, ma anche carne cucinata alla brace, salumi accompagnati da formaggi saporiti e funghi raccolti nel vicino bosco di Montepiano. Molto diffuse sono inoltre le stuzzicanti verdure sott’olio come peperoni e melanzane, ma anche i peperoni “cruschi”, tipicità regionale, o la rafanata, una specie di frittata a base per lo più di rafano.

Tra incontaminate bellezze paesaggistiche e tracce di una storia millenaria, il Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, in cui Accettura rientra insieme ai comuni di Castelmezzano, Pietrapertosa e Cirigliano, è uno degli spazi verdi più belli della regione, in cui è possibile scoprire e conoscere, per l’importante valore naturalistico, storico ed etno-antropologico, tutti segreti che la natura può preservare.

Con un’estensione di oltre 27 mila ettari l’area verde comprende la foresta di Gallipoli Cognato e il bosco di Montepiano, formato da imponenti esemplari di cerro, odorosi tigli, peri e meli selvatici, aceri, ontani e il raro agrifoglio. Qui vivono lupi, tassi, istrici e gatti selvaggi e tra gli uccelli si possono avvistare falchi pellegrini, poiane e picchi muratori.

In questi boschi ogni anno vengono prescelti il tronco e la cima, lo “sposo” e la “sposa”, protagonisti de “Il Maggio di Accettura” uno dei numerosi riti arborei celebrati in Basilicata e noti come “Matrimoni tra gli alberi”. Nell’insolito paesaggio del parco si ergono, poi, le maestose rocce di arenaria, che formano le Piccole Dolomiti Lucane che possono essere sorvolate grazie ad uno dei grandi attrattori lucani “Il volo dell’angelo”.

Sulla sommità del Monte Croccia si trovano i resti della fortificazione della città lucana edificata nel IV sec. a.C.

Visitando il centro storico di Accettura non lasciano indifferenti le numerose chiese che lo caratterizzano, ciascuna con stili ed elementi decorativi diversi e interessanti.

La chiesa dell’Annunziata, in stile barocco, è stata ricostruita su un preesistente edificio e al suo interno  conserva una statua lignea e una tela della Madonna con Gesù entrambe realizzate nel XVI secolo. Risale al XIV secolo l’interessante bifora chiesa, risalente al XIV secolo. Merita una visita anche la chiesa madre di San Nicola che, certamente esistente già nel XVI sec., ha subito numerose ristrutturazioni. Di particolare interesse sono la campana fusa (1611) da Gaspare di Missanello, il crocifisso ligneo del XV secolo, e le statue lignee di San Antonio Abate (XV Sec.), San Giuliano, Santa Filomena, San Pasquale (metà del ‘700). Interessante è anche la chiesa di Sant’Antonio, nel 1595 convento fondato dai Frati Minori Conventuali poi soppresso nel 1809. In questo tempio si possono ammirare una pala sull’altare maggiore raffigurante l’Incoronazione della Vergine con Santi e diverse tele del XVII secolo, attribuite ad un allievo dell’artista lucano Giovanni De Gregorio, noto come il Pietrafesa, uno dei massimi esponenti della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco, le cui numerose opere sono disseminate nelle chiese e nei conventi della regione.

Accettura è “il” paese simbolo dei “matrimoni arborei” che si celebrano in Basilicata, riti ancestrali e propiziatori in cui il tronco e la cima, lo “sposo” e la “sposa”, sono innestati e innalzati al cielo in un’unione simbolica.

I riflettori sulla festa del Maggio di Accettura si accendono nella domenica di Pentecoste, quando i futuri sposi iniziano il loro cammino verso la piazza del paese, ma l’intero evento si ripete ogni anno dall’Ottava di Pasqua alla domenica del Corpus Domini ed è dedicato al Patrono, San Giuliano. La scelta delle due piante che “convoleranno” a nozze avviene rispettivamente nella prima e nella seconda domenica dopo Pasqua. Lui, lo sposo, il Maggio, è un cerro di grandi dimensioni che proviene dal bosco di Montepiano, abbattuto il giorno dell’Ascensione. Lei, la sposa, la Cima, è una pianta di agrifoglio della foresta di Gallipoli Cognato. Come nel più tradizionale dei matrimoni, prima di congiungersi, in Largo San Vito, i futuri “sposi” procedono separatamente accompagnati dalle rispettive schiere di “maggiaioli” e “cimaioli”. I due cortei procedono lentamente a ritmo di musiche, canti, balli popolari, con pause dedicate a momenti di ristoro a base di buon vino e prodotti tipici. Il trasporto del Maggio e della Cima rappresenta un momento di straordinaria teatralità, tra grida di incitamento ed esibizioni di forza fisica. Una volta raggiunto l’anfiteatro, in largo San Vito, il rito nuziale è portato a compimento: la Cima viene innestata sul Maggio e insieme sono innalzati. Intanto scorre la processione del Patrono, San Giuliano.

Nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane si vivono intense esperienze a contatto con la natura.

Itinerari, visite ed escursioni guidate, lungo una fitta rete di sentieri realizzati per soddisfare le esigenze dei più esperti escursionisti o gli amanti della natura. Trekking a piedi e a cavallo, mountain bike e laboratori didattici per le scuole di diversi ordini e grado sono alcune delle opportunità offerte dall’immensa distesa del Parco di Gallipoli Cognato agli amanti del verde e dell’outdoor. Circondati da un paesaggio senza confini, trovano la propria dimensione anche gli appassionati di attività specifiche come il Bouldering o l’Orienteering, quest’ultimo praticabile nel tratto di bosco nei pressi di località Palazzo e nel territorio di Castelmezzano.

Il sito boulder del Parco Gallipoli Cognato è frequentato da climbers provenienti da tutta Europa, perché la qualità della roccia arenaria che contraddistingue l’area è ben cementata e garantisce una buona aderenza a quanti praticano l’arrampicata sportiva sui massi.

Sempre all’interno dell’area protetta regionale, esattamente in località Acqua Furr del comune di Cirigliano, si trova il Parco Avventura  Lucania Outdoor, il quale, immerso nel bosco, consente di usufruire di appassionanti percorsi avventura con itinerari acrobatici sospesi tra gli alberi, oltre che a praticare il tiro con l’arco o andare su e giù per i pendii in mountain bike.