Castelluccio Superiore è un bel borghetto dall’elevato valore scenografico con il suo cumulo di case assiepate sulle pendici del Cozzo Pastano, sull’intera valle del Mercure, nel Parco Nazionale del Pollino.

I palazzi storici che attraversano il suo centro storico, i numerosi ritrovamenti archeologici, e poi  le chiese rurali, le risorse ambientali fanno di Castelluccio Superiore un borgo caratteristico.

Proprio sulla cresta del Cozzo Pastano sorge il suggestivo santuario della Madonna del Soccorso che si può raggiungere percorrendo un itinerario tra natura e fede.

Nelle immediate vicinanze è stato rinvenuto un antico insediamento urbano risalente al IV secolo a. C.

Per alcuni storici Castelluccio Superiore sorge nello stesso sito in cui si trovava l’antica città di “Tebe Lucana”, costruita dagli Osci e poi distrutta nel corso degli anni, ma per altri il paese viene fondato sulle rovine della città di “Nerulum”.

In seguito alla soppressione del feudalesimo Castelluccio Superiore riesce ad ottenere l’autonomia già conquistata da Castelluccio Inferiore, fino ad allora, infatti, era esistito un solo comune e con il nome di Castelluccio.

Castelluccio Superiore è un bel borgo circondato dalle bellezze ambientali del Parco Nazionale del Pollino arroccato su un contrafforte che lo proietta nella sottostante valle del Mercure.

La posizione geografica conferisce al borgo il fascino riconosciuto dai visitatori, oltre che per la presenza di  palazzi storici che ne attraversano il centro storico, i numerosi ritrovamenti archeologici, e poi le chiese rurali, i caratteristici vicoli e le risorse ambientali.

In Piazza Plebiscito si può ammirare una bella fontana in pietra a tre cannelle, mentre sotto la piazza si trova un lavatoio settecentesco, procedendo verso la parte alta del paese si nota, poi, il piccolo campanile a vela con orologio dell’ex Municipio (XIX secolo).

Oltre alla pasta preparata in casa, che delizia i visitatori in gran parte della Basilicata, a Castelluccio Superiore si possono gustare molte altre prelibatezze.

Tra i dolci non può mancare, soprattutto nel periodo natalizio, il “timban”, dolce fatto con pasta frolla, cioccolato e sangue di maiale, da queste parti noto come “sanguinaccio”. Davvero sfiziosi sono poi i “chinuliddr”, dolcetti fritti a base di ripieno di castagne. Da non perdere anche le “crispeddr”, frittelle di pasta lievitata tipiche del Carnevale, e poi i “cannarichl” e le “rosette”, preparati con pasta frolla fritta. Una specialità è anche la “picciddrat”, pane a base di uova e zucchero.

Tra i salati spiccano i salumi, in particolare la “nuglia”: salsiccia preparata con carne e cotica di maiale.

Posto su uno sperone roccioso da cui domina la valle del Mèrcure-Lao, sulle pendici del Cozzo Pastano, Castelluccio Superiore ricade all’interno del Parco Nazionale del Pollino.

Meravigliosi sono gli angoli verdi del bosco di cerri denominato la “Difesa”, a due chilometri dall’abitato, e dell’area “Fagosa”, inoltrandosi nei quali si è colti da un piacevole silenzio.

Il bosco Difesa rappresenta uno spazio verde molto apprezzato soprattutto nei mesi autunnali, quando il colore delle foglie assume sfumature pittoresche, e anche invernali, per gli alberi candidamente innevati. Non è raro avvistare cinghiali, lepri, volpi, ma anche poiane e nibbi reali.

Ai piedi del Monte Zàccana – la cima più elevata del territorio di Castelluccio e dove “dimorano” esemplari di Pino Loricato – sorge il torrente Peschiera che termina la sua corsa sfociando nelle acque del torrente Frido, popolato da anfibi, trote e, in alcuni casi, dall’autoctona Salamandrina dagli occhiali.

Numerose cappelle e luoghi di culto insistono sul territorio di Castelluccio Superiore, nel cui centro storico spicca la chiesa madre di Santa Margherita di Antiochia, costruita nel tardo ‘500 e ampliata nel XVIII secolo.

Il tempio è impreziosito da un isolato campanile dal caratteristico impianto quadrato con piani superiori ottagonali e copertura policroma in piastrelle di ceramica e conserva elementi architettonici gotici.

Nell’abside si trova il coro ligneo intagliato (1718) e in una nicchia domina la statua lignea di Santa Margherita, ma opera davvero preziosa è il dipinto su tavola raffigurante l’Eterno Padre di Antonio Stabile (1580). Spettacolare è anche l’affresco “Decapitazione di Giovanni Battista” del XVIII secolo.

Appena fuori dal paese ecco poi la chiesa di Santa Maria di Loreto, costruita alla fine del XVI secolo, dal caratteristico campanile ricoperto da tegole colorate. Sulla cresta del Cozzo Pastano, a circa 1103 metri di quota, svetta il santuario della Madonna del Soccorso, di fondazione medioevale ma con forme seicentesche. Nei pressi del santuario sono stati portati alla luce i resti di un antico insediamento urbano risalente al IV secolo a. C.

Proprio sul monte Zàccana, all’interno del santuario della Madonna del Soccorso, ogni quarta domenica di settembre i fedeli si riuniscono per prelevare la statua della Vergine e condurla in processione fino in paese, nella chiesa madre di Santa Margherita di Antiochia, in cui è custodita fino a maggio.

Le caratteristiche del territorio, tra il bosco di cerri denominato la “Difesa”, l’area “Fagosa” e altre riserve naturali consentono agli escursionisti di strutturare interessanti percorsi da compiere in completo silenzio sotto lo sguardo attento della natura.

Di particolare impatto è il monte Zàccana – la cima più elevata del territorio di Castelluccio – sul quale si possono compiere passegiate di notevole durata e che svelano ai camminatori bellezze naturali uniche, in particolare qui si lascia osservare il maggior numero di esemplari di Pino Loricato.

Seguendo un tracciato che riguarda i monti La Spina- Zàccana ci si imbatte nell’intimo santuario della Madonna del Soccorso, tale percorso è utilizzato anche dai pellegrini qui trasportano la statua della Madonna dal paese, per poi ricondurla a Castelluccio, seguendo un itinerario a ritroso. Una volta raggiunto il punto su cui sorge il santuario ci si ritrova davanti ad uno spettacolo naturalistico mozzafiato su tutta la valle del Mercure.