Con Noepoli, San Paolo Albanese, San Costantino Albanese e Terranova di Pollino, Cersosimo è uno dei comuni della Valle del Sarmento, alle pendici del massiccio del Pollino, nel cuore dell’omonimo parco.

Il grazioso borgo medioevale si estende su una collina e scavi archeologici hanno restituito reperti databili intorno al IV sec. a.C. con evidenti tracce di un’antichissima città sul monte “Castello”, ai cui piedi sorge il paese e dove sono visibili tracce di mura enormi.

Le prime tracce di insediamenti, a Cersosimo, sorgono sul monte Castello nel IV secolo a.C., ad opera di popolazioni lucane appartenenti a gruppi di lingua osca.

Il paese viene poi ricostruito nel Medioevo, più a valle, sviluppandosi intorno ad un convento di monaci basiliani. Nell’XI secolo subisce la dominazione normanna e appartiene ai Benedettini di Cava (Campania) per poi passare, successivamente, a diverse famiglie di feudatari, come i Sanseverino e i Pignatelli. L’attuale impianto urbano risale al Cinquecento, quando viene rifondato l’abitato.

I palazzi che si possono ammirare ancora oggi vengono edificati tra Seicento e l’Ottocento.

Seppur piccolo, il paese di Cersosimo offre al visitatore buone occasioni di svago e scoperta, soprattutto girovagando lungo il suo centro storico.

Caratteristici vicoletti conducono indistintamente nella piazza centrale e alla chiesa madre, mentre si possono ammirare i bei portali in pietra scolpita e in legno intagliato con muratura a secco che decorano gli edifici signorili (XVIII-XIX sec.), come il Palazzo Valicenti.

In prossimità dell’ingresso del paese vecchio si possono ammirare i resti del monastero basiliano di Kir-Zosimi (XI sec.) – da cui deriverebbe il nome del paese – mentre nella zona archeologica in località Monte Castello ci si trova laddove sorgeva l’Acropoli di una città lucana.

La cucina di Cersosimo si rifà alle tradizioni più antiche e che vengono incontro agli amanti dei sapori autentici e forti.

Piatto tipico dei mesi invernali è la cosiddetta “skorze arrej-arrej”, una zuppa a base di cotica di maiale e legumi, cotta lentamente vicino al fuoco in quella che da queste parti viene chiamata “pignatta”, un recipiente di terracotta.

A dimostrazione di quanto la carne di maiale domini la tradizione culinaria del paese, va ricordato che molto diffuso è anche l’utilizzo di salsicce, soppressate, prosciutto, cotica di maiale in gelatina, formaggio pecorino, ricotta, cacio ricotta e caciocavallo.

Le donne del paese sono solite preparare la pasta di casa – in particolare “firzuli” e “rasatelli” con la mollica – e il pane. Tra i secondi domina il capretto al forno o alla brace. Molto utilizzate sono poi le delizie a base di frutta secca come le “crocette” di fichi secchi con mandorle o noci.

Il visitatore che si trova a Cersosimo può godere di paesaggi affascinanti e spostarsi in breve tempo in posti diversi e ugualmente irrinunciabili.

Si passa infatti dalle magnifiche faggete e dagli altipiani del Pollino – che a seconda della direzioni ora presenta uno scenario più dolce e ricoperto di foreste sconfinate in cui si distinguo lo splendido Abete Bianco o il sinuoso Pino Loricato, ora appare come una scultura rocciosa – alle dorate e lucenti spiagge della costa Ionica.

Lungo itinerari e percorsi accattivanti il Parco del Pollino consente di inoltrarsi in fitti boschi che conducono fino alle vette più alte.

In questi spazi di aggirano esemplari come il lupo appenninico, cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici e lontre, mentre tra i volati bili si distinguono picchi e gufi reali, falchi pellegrini e gheppi.

Nel piccolo borgo di Cersosimo sono da vedere la chiesa parrocchiale risalente al XV- XVI secolo e la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, il cui nucleo originario risale al XV secolo.

In prossimità dell’ingresso del paese vecchio si possono ammirare i resti del monastero basiliano di Kir-Zosimi (XI sec.) – da cui deriverebbe il nome del paese -, caratterizzato da muratura in pietre di varie dimensioni, disposte orizzontalmente e legate con malta di calce.

Il centro abitato di Cersosimo è uno strategico punto di partenza per effettuare escursioni naturalistiche sul monte Carnara o andare alla ricerca di funghi nel bosco Capillo.

Compreso nella valle del Sarmento, alle pendici del massiccio del Pollino, nel cuore dell’omonimo parco nazionale, il comune di Cersosimo offre al turista diverse soluzioni di vacanza, garantendo totale divertimento e assoluto relax a quanti cercano il contatto diretto con la natura.

Escursioni a piedi o a cavallo, gite in mountain-bike son le opportunità che il Parco del Pollino tra i suoi sentieri e percorsi consente di vivere ai suoi ospiti.

Cersosimo è tra le mete prescelte dagli organizzatori di “Naturarte: sui sentieri dei parchi della Basilicata”, uno straordinario evento che ogni anno, da aprile a maggio, consente di trascorrere un weekend in una delle quattro aree protette della terra lucana, compreso quella del Pollino, tra visite guidate, trekking, concerti, workshop e grandi eventi.

Scavi archeologici hanno interessato il territorio di Cersosimo, sia presso le mura di fortificazione, sia nella parte alta della collina, laddove è stata portata alla luce un’abitazione piuttosto ampia, datata tra il IV e il III sec. a.C.

Da questi interventi è emerso che sull’intera area si sono stanziati insediamenti, come testimoniano le strutture murarie e i numerosi materiali ceramici, tanto da far pensare a due fasi, una più antica – dall’età del Bronzo all’età arcaica – documentata da frammenti ceramici che rimandano a grandi vasi, e un’altra databile tra la metà del IV secolo a.C. e i primi decenni del secolo successivo.