Luogo ricco di storia e leggenda, circondato da boschi e terre fertili, finestra su paesaggi indimenticabili, Forenza sorge nel cuore del Vulture, su una collina nella valle del Bradano, a nord dell’Appennino Lucano.

Il colle su cui è adagiato il delizioso centro abitato della provincia di Potenza domina l’intera valle ed è denominato “Balcone delle Puglie”, perché da qui si può ammirare, oltre al Monte Vulture, il panorama del Tavoliere delle Pugliese, fino al Gargano. Una volta in paese è subito evidente, nelle architetture, la successione delle diverse epoche di costruzione che hanno interessato il paese.

La parte antica è suddivisa tra il pianoro, risalente al periodo alto-medioevale, la prima parte della costa del colle, sotto il pianoro, su cui si sviluppa la città medievale delimitata dalle mura, e la mezzacosta, con gli insediamenti sei-settecenteschi, fuori le mura.

Strade irregolari e strette accolgono il visitatore, i cui tratti rimandano alla cultura contadina del borgo, dove sensazioni uniche sono vivibili attraversando i vicoletti ora chiusi ora panoramici sul territorio che circonda Forenza.

Non meno emozionante è l’impatto con la splendida natura che “abbraccia” il paese per la bellezza del paesaggio e la possibilità di attraversarlo durante appassionanti escursioni.

In una sua Ode (IV, Libro III) il poeta latino Orazio, nato a Venosa, nel cuore del Vulture, canta l’“Umilis Ferenti”, “situata in pianura”. L’affascinante storia del paese della provincia di Potenza, però, è più complessa…

Per quanto si possa dire che il paese del Vulture abbia ereditato il nome dell’antica Forentum romana, occorre sottolineare che l’attuale centro abitato non è quello cui fa riferimento il poeta lucano, dal momento che esso è sorto in un luogo poco distante dall’antico sito. Forentum, in realtà, era una colonia sannita, in seguito caduta sotto il dominio romano per mano di Fabio Massimo, il Temporeggiatore.

All’epoca, la colonia era ubicata su una strada che collegava Venusia a Bantia e Acheruntia. Poiché non erano in grado di difendersi dai frequenti attacchi esterni, gli abitanti di Forentum costruirono un nuovo centro abitato su una collina non molto distante, e che corrisponde proprio all’attuale Forenza.

La cittadina ha subito diverse dominazioni, bizantina, prima, longobarda, poi – periodo questo cui risale l’edificazione del suo castello, collocato al centro del pianoro, oggi Piazza Regina Margherita, di cui però non è rimasto nulla -. Diviene quindi feudo dell’impero normanno, subisce la dominazione angioina, per essere poi affidata al principe Giovanni Caracciolo e, in seguito, agli Asburgo, i quali la cedettero alla famiglia Doria, signori di Melfi.

La storia di Forenza, però, è avvolta da un alone di mistero che, secondo la tesi dello storico Mario Moiraghi, collocherebbe la nascita di Ugo De Pagani (1118), fondatore dell’Ordine dei Templari, di cui fu il primo Gran Maestro, proprio nel comune del Vulture. Questa tesi dunque ambienterebbe l’origine dell’ordine cavalleresco in Italia, o meglio, in Basilicata, e non in Francia.

Proprio per non tradire la storia, ogni anno il 16 agosto a Forenza si tiene la rievocazione “La Leggenda dei Templari, Ugo dei Pagani e la sfida del mito A.D. 1118”.

Perdersi tra i vicoli di Forenza, ora chiusi, ora aperti, può essere un’esperienza affascinate, ma l’intero borgo è un prezioso scrigno che si schiude agli occhi del visitatore.

I resti di quelle che una volta erano le mura angioine (XIII sec.), le torri e i terrazzamenti ancora inglobati negli edifici conferiscono al paese un’atmosfera incantevole che avvolge Salita Calvario, lungo via dell’Arco, vico Tre Santi, via Tre Santi, fino a Corso Umberto I.

Avventurandosi poi nel centro storico, percorrendo via Roma, si incontra la Casa Contadina, che ospita una delle più singolari collezioni etnografiche della nostra regione.

Di straordinaria bellezza è il prezioso patrimonio sacro consistente in diverse chiese, alcune delle quali, come quelle di San Nicola, dell’Annunziata e del Crocifisso, ospitano una mostra itinerante che attesta la splendida stagione artistica che ha interessato Forenza tra XVII e XVIII secolo.

LA CASA CONTADINA

Ripropone minuziosamente una casa tipica della cultura contadina del periodo compresa tra fine ‘800 e inizio ‘900 ed è considerato uno dei punti di attrazione del paese.

La “casa museo” ha sede nel centro storico di Forenza ed è visitabile in giorni e in orari prestabiliti, nei quali è possibile ammirare l’ambiente domestico fedelmente ricostruito negli arredi, oggetti e nelle suppellettili rigorosamente originali e disposti secondo un ordine spazio-funzionale.

Insieme ai “palmenti”, ampie grotte  scavate nel tufo ed usati per la lavorazione dell’uva e la preparazione del vino, la casa contadina di Forenza rappresenta un gioiello e una rara testimonianza del mondo contadino lucano. Essa è infatti considerata custode di una delle più singolari collezioni etnografiche della Basilicata.

LA MOSTRA ITINERANTE NELLE CHIESE DI SAN NICOLA, DELL’ANNUNZIATA E DEL CROCIFISSO

La splendida stagione artistica che ha interessato Forenza tra XVII e XVIII secolo rivive nelle chiese di San Nicola, dell’Annunziata e del Crocifisso, con l’annesso convento francescano.

Splendide sculture in legno, quasi “espressive”, e preziose oreficerie di primissimo piano nel panorama artistico meridionale, tesori ancora inesplorati ma di grande fascino, sono la rivelazione di un patrimonio artistico di epoca barocca che arricchiscono alcuni dei luoghi sacri più importanti della cittadina medioevale.

Proprio grazie agli ultimi studi è stato possibile appurare che nel comune del Vulture fu attivo Guglielmo Borremans, il pittore di Anversa noto soprattutto per la sua lunga attività in Sicilia.

La mostra itinerante è visitabile per tutto l’anno su prenotazione.

Città dell’olio ma anche del Vino, Forenza offre un paniere di prodotti tipici dal gusto antico e unico.

Prodotto di alto livello qualitativo è l’olio extravergine di oliva, proveniente dalle numerose aziende olivicole del luogo, come rinomato è il buon vino Aglianico Doc, che nasce da un’accurata selezione di uve di altissima qualità lavorate in attrezzate cantine locali.

Dall’aroma particolarmente intenso ed equilibrato, ha un caratteristico profumo delicatamente fruttato, è invecchiato in piccole botti di rovere e successivamente maturato in bottiglia. Ottimi a Forenza sono anche i formaggi come il pecorino ottenuto esclusivamente da latte intero di pecora raccolto da allevamenti locali, la cui alimentazione è costituita da pascoli nell’area interna delle colline lucane.

A pasta semidura e friabile, il gustoso formaggio ha un sapore intenso e saporito.

Di suggestiva bellezza è il Bosco Grande comunale di Forenza, considerato “polmone” verde della Basilicata.

Specie floristiche molto rare “tappezzano” la splendida area verde che caratterizza il Bosco Grande comunale, tra le quali si distingue l’orchidea. Passeggiando tra i profumi che avvolgono il bosco si può riconoscere anche la valeriana, preziosa pianta officinale.

Imponente, nei pressi del Parco San Gilio, meta di turisti, botanici, erboristi e appassionati della natura e di relax all’aria aperta, si eleva anche una maestosa quercia secolare, la centorami. Nel “bosco Derricelli” si possono ammirare secolari alberi di cerri.

Le chiese di Forenza sono tesori d’arte e spiritualità di inestimabile valore disseminati tra il centro storico della cittadina del Vulture e gli spazi esterni al borgo antico.

La chiesa di San Nicola e Maria Santissimi al suo interno custodisce una tela raffigurante Santa Maria dell’Armenia e la statua di Sant’Antonio (XVIII sec.), realizzata dal maestro argentiere napoletano Francesco Manzone.

Di straordinaria bellezza è anche la chiesa del Crocifisso (1680) che fa parte del Convento dei Cappuccini, in cui sono custoditi altari lignei, tele cinquecentesche, un dipinto di Santa Maria della Stella del XIV secolo, un coro del XVI secolo e un prezioso crocifisso ligneo del XVII secolo che, per la drammaticità espressa, rimanda ai crocifissi dell’Andalusia.

Lascia di stucco il bel portale in stile gotico della chiesa dell’Annunziata ( XVI sec), impreziosita anche da un campanile a vela. È d’obbligo una tappa anche nella chiesa di San Vito (XVII sec.), a forma di croce greca.

Da non perdere anche la settecentesca chiesa di San Pietro, che custodisce opere pittoriche del XVIII secolo attribuibili a autori ignoti e statue lignee policrome.

Al di fuori del centro storico, orientando il proprio itinerario a più a valle, si possono visitare quelle che sono considerate le strutture religiose più rappresentative del panorama storico di Forenza, come il rudere della chiesa e i resti di quello che un tempo era il Monastero di Santa Maria de’ Armeniis, alle falde dell’omonimo monte, risalenti all’XI e al XII secolo.

Interessante è anche il complesso conventuale di Santa Maria della Stella, costruito nel XVII secolo per ospitare i Frati Francescani Riformati di Basilicata, in cui è ancora conservato uno splendido crocifisso ligneo. Interessante è anche la chiesa rupestre di San Biagio, appartenuta ai basiliani e scavata in una grotta da un seguace di San Vitale.

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