Ai piedi del Monte Vulture, Rionero in Vulture, nella provincia di Potenza, è circondato da un territorio ricco di bellezze naturali, ha dato natali a personaggi illustri ed è uno dei centri dell’Aglianico del Vulture Doc.
La storia dell’esuberante comune di Rionero è legata alle figure del Meridionalista Giustino Fortunato – cui è dedicata la piazza principale del paese che dà il nome anche al palazzo sede di una ricchissima biblioteca – e del brigante Carmine Donatelli detto “Crocco”, entrambi nati in questo ricco comune del Vulture avvolto da un paesaggio collinare con infinite distese di lussureggianti vigneti e secolari uliveti.
Nel comune di Rionero in Vulture rientrano i Laghi di Monticchio, uno più grande, l’altro più piccolo, riconosciuto anche come Riserva Regionale. I due specchi d’acqua sorgono proprio al posto del cratere del Vulture, vulcano ormai spento, in essi si riflette la splendida Abbazia benedettina di San Michele.
Affascinante e in continuo divenire è la storia di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, segnata da interessanti rinvenimenti e scorribande di briganti.
Tombe rinvenute nelle località “San Francesco”, “Cappella del Priore” e “Padulo” dimostrano che il territorio su cui sorge Rionero era abitato sin dal IV secolo a.C., e l’antichità della sua storia è confermata dal rinvenimento di resti di un acquedotto di epoca romana sulla fiumara del piccolo comune di Ripacandida, sempre nell’area del Vulture, nei pressi dell’abitato, e della villa romana in località Torre degli Embrici.
Dopo la caduta dell’impero romano Rionero vede l’arrivo dei normanni, che si stabiliscono soprattutto nella frazione di Monticchio, ma la zona diviene anche rifugio di monaci basiliani, i quali vi costruiscono l’Abbazia benedettina di San Michele.
Rionero si distingue come uno dei maggiori centri del brigantaggio postunitario e dà i natali al più noto brigante dell’epoca, Carmine Donatelli, detto Crocco, il quale in quattro anni sconvolge l’area del Vulture e non solo.
Proprio con la fine del brigantaggio, Rionero viene stravolta dalle difficoltà e dalla povertà, ma grazie all’impegno del concittadino e meridionalista Giustino Fortunato, il paese riesce a riemergere dalle dure condizioni di vita con una serie di interventi come la diffusione di vaccini antimalarici, la costruzione di un asilo e della stazione ferroviaria di “Rionero-Atella-Ripacandida”.
Una orribile rappresaglia nazifascista travolge Rionero nel 1943 con l’uccisione di numerosi cittadini.
Una volta nella principale piazza di Rionero in Vulture si comprende il ruolo determinate avuto in e per il paese dal meridionalista Giustino Fortunato cui sono dedicati lo stesso slargo e il Palazzo che ospita la biblioteca.
Il settecentesco Palazzo Giustino Fortunato, il più importante degli edifici signorili della città, è il cuore culturale di Rionero per il nome che porta, per la figura che ricorda e perché in esso ha sede la ricca biblioteca comunale che custodisce volumi di immenso valore.
Una volta a Rionero in Vulture, per non spezzare il legame con un particolare capitolo del passato della città, merita di essere visitato anche il Museo del Brigantaggio, allestito nell’ex Grancia di Santa Maria degli Angeli, in cui è raccontato un indimenticabile passaggio della storia del comune del Vulture.
Imperdibile è anche il Museo di storia naturale di Monticchio, una frazione di Rionero in Vulture.
IL PALAZZO GIUSTINO FORTUNATO
Costruito nel 1728, il Palazzo ha visto sfilare al suo interno personaggi illustri da Giuseppe Bonaparte a Ferdinando II di Borbone, fino all’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli.
All’imponente palazzo si accede attraverso un androne che porta in un immenso cortile che, a sua volta, grazie ad una elegante scalinata, conduce al meraviglioso e grande giardino. Buona parte del palazzo ospita la Biblioteca dedicata anch’essa al meridionalista Giustino Fortunato e ricca di importanti volumi provenienti dal Fondo antico della famiglia Fortunato.
Nel dettaglio il Fondo è suddiviso in Fondo famiglia Fortunato – con 51 cinquecentine, 69 libri del XVII secolo, 387 del XVIII secolo, e 5804 del XIX secolo – e il Fondo Giustino Fortunato – con 4700 libri pubblicati tra l’800 e i primi anni del ‘900 -.
A sua volta la Biblioteca è dotata di una emeroteca antica e moderna. Nelle cantine del Palazzo si può inoltre visitare il Museo della Civiltà Contadina con materiali offerti da cittadini privati i quali raccontano il lavoro e la quotidianità della comunità rionerese di un tempo.
IL MUSEO DEL BRIGANTAGGIO
Nell’ex Grancia di Santa Maria degli Angeli, a Rionero in Vulture, il Museo del Brigantaggio espone le fasi e i personaggi salienti dell’intenso periodo storico.
In quello che un tempo era l’antico carcere borbonico è allestita anche una Sala Cinema in cui sono trasmessi spezzoni dei film incentrati sul tema del brigantaggio, oltre ad una sezione dedicata ai relativi aspetti economici e sociali, e due spazi che ospitano, rispettivamente, immagini e oggetti di “Briganti” e di “Brigantesse”. Tutto è supportato da moderne tecnologie che consentono al visitatore di interagire direttamente con i contenuti offerti.
IL MUSEO DI STORIA NATURALE DI MONTICCHIO
Allestito ai primi due piani dell’Abbazia di San Michele nella Frazione di Monticchio, il museo espone le bellezze naturali di un ecosistema ancora intatto come quello del Vulture.
Il Museo propone sette tappe (il cammino dell’uomo del Vulture; la via di fauna; la via di flora; la via di gea; laboratori e mostre temporanee; gli habitat e le collezioni; la culla della rara falena “Bramea”) di un percorso che va dall’Homo Erectus di Atella fino ai giorni nostri, alla conoscenza degli insediamenti urbani dell’area e all’esplorazione del mondo vegetale e animale.
Il sapore dell’ottimo cibo, a Rionero in Vulture, è esaltato dalla corposità del vino, in quanto la città è capitale della produzione di Aglianico del Vulure Doc, e dalla freschezza delle acque minerali più note.
In centro e fuori dall’abitato, la città offre una interessante visita alle cantine dell’Aglianico che consentono di scoprire il profumato e corposo vino lucano da associare a piatti prelibati dai sapori genuini.
Capita spesso di sentirsi proporre diverse tipologie di funghi cucinati in ricette variegate e saporite, anche con la pasta, meglio se fatta in casa, come capita in tutta la Basilicata. In questo caso tra i primi tipici spiccano le lagane con i ceci, o i cavatelli con le cime di rape, da non perdere poi il baccalà proposto con i peperoni cruschi o “a ciauaredda”, in umido.
Non mancano anche ottimi salumi. A portare ad un livello elevato i piatti rioneresi è il nobile condimento dell’Olio del Vulture extravergine d’oliva, ottenuto dalla varietà Ogliarola del Vulture, che può essere degustato e acquistato in aziende locali.
Il territorio di Rionero in Vulture è inoltre impreziosito da sorgenti di acque limpide e gradevoli imbottigliate e commercializzate in Italia e all’estero negli stabilimenti di Rionero e della vicina frazione di Monticchio dell’impresa Fonti del Vulture srl, tra queste si distinguono le note acqua Lilia e Sveva.
A dominare l’intero scenario della splendida area del Vulture, una delle più belle della Basilicata, a nord della regione, è l’omonimo vulcano spento alle cui pendici sorgono numerosi centri abitati come Rionero, Melfi, Atella.
L’area del Vulture è uno dei luoghi più intimi e paesaggistici della terra lucana ricoperto da una fitta e rigogliosa vegetazione favorita dalla naturale fertilità dei terreni. Proprio tra le sue selve, a cavallo tra il 1861 e il 1863, trovano rifugio i protagonisti del fenomeno del brigantaggio post-unitario, che individua i suoi principali centri di sviluppo nei comuni di Rionero in Vulture, appunto, ma anche Atella e Rapolla.
In questo scenario verdeggiante si inseriscono i due Laghi di Monticchio, uno più grande, l’altro più piccolo e Riserva Regionale. I due specchi d’acqua sorgono proprio al posto del cratere del Vulture, vulcano ormai spento, e in essi si riflette la splendida Abbazia benedettina di San Michele.
Costruita sui fianchi dell’antico cratere, essa, insieme ai resti del complesso di Sant’Ippolito, è la testimonianza tangibile della presenza di ordini monastici nel territorio del Vulture. Non sfuggono agli occhi più attenti gli affreschi risalenti alla metà dell’XI secolo.
L’Abbazia di San Michele è anche sede del Museo di storia naturale del Vulture che propone sette tappe (il cammino dell’uomo del Vulture; la via di fauna; la via di flora; la via di gea; laboratori e mostre temporanee; gli habitat e le collezioni; la culla della rara falena “Bramea”) di un percorso che va dall’Homo Erectus di Atella fino ai giorni nostri, alla conoscenza degli insediamenti urbani dell’area e all’esplorazione del mondo vegetale e animale.
Chi arriva nella frazione di Monticchio si sente proiettato in una dimensione di spiritualità e pace circondato da rare bellezze naturali.
Nel comune di Rionero in vulture ricade anche la Riserva Naturale Grotticelle in cui vive la rara farfalla Acanthobramaea europaea, oltre ad altre specie faunistiche come il lupo, la volpe, la faina e il cinghiale, mentre tra i volatili si possono avvistare il picchio verde e il nibbio reale.
Custoditi come gioielli nello scrigno verde della natura circostante le chiese di Rionero rappresentano un patrimonio ricco e mistico.
Tra i tempi più importanti va menzionata senz’altro la seicentesca chiesa madre di san Marco Evangelista, ristrutturata e ampliata fra fine Settecento e inizio Ottocento. Degna di nota è anche la chiesa del Santissimo Sacramento, che sorge al posto dell’antica chiesa di Santa Maria de’ Rivonigro, cuore del primitivo nucleo abitato scomparso nella prima metà del 1300.
Una volta a Rionero da visitare è poi l’antica chiesetta di Sant’Antonio Abate, con la primitiva ossatura gotica, che sarebbe stata edificata nella prima metà del XIII secolo, dai monaci Benedettini di Monticchio. Nell’omonimo rione sorge poi la settecentesca chiesa dell’Annunziata, a pochi chilometri dal paese di può ammirare la Chiesa della Madonna di Laudato ogni anno meta di pellegrinaggi a partire dal lunedì in Albis.
Nella Frazione di Monticchio, su un fianco del Monte Vulture si erge la bellissima Abbazia benedettina di San Michele.
La mattina del Sabato Santo, la Sacra Rappresentazione di Rionero in Vulture chiude il ciclo dei riti della Settimana Santa del Vulture Melfese.
L’ABBAZIA BENEDETTINA DI SAN MICHELE A MONTICCHIO
Costruita sui fianchi dell’antico cratere del Vulture, vulcano spento, essa, insieme ai resti del complesso di Sant’Ippolito, è la testimonianza tangibile della presenza di ordini monastici nel territorio del Vulture.
Non è un caso che lo scrittore e paesaggista inglese Edward Lear, ne “Viaggio in Basilicata” (1847) descriva l’abbazia come “il modello più perfetto di solitudine monastica”. Edificata prima del 1000 dai frati Benedettini, intorno ad una grotta basiliana dell’XI secolo, il monastero presenta una struttura di straordinaria fattura ed è costituito da un convento a più piani, da una chiesa settecentesca e dalla antichissima cappella di San Michele a pianta quadrata addossata al fondo roccioso della primitiva grotta, oltre ad un’edicola appoggiata sulla roccia.
Agli occhi più attenti non sfuggono gli affreschi (XI sec.) raffiguranti Gesù tra la Madonna, San Giovanni e tre apostoli. A rendere ancora più suggestivo il complesso e la sua storia è senz’altro il fatto che l’abbazia sorga in un’oasi naturale in cui spiccano i meravigliosi Laghi di Monticchio, due specchi d’acqua di origine vulcanica che hanno preso il posto del cratere ormai spento.
Immersa nella folta vegetazione di cerri e lecci, l’abbazia è raggiungibile percorrendo un sentiero fatto di gradini che si inoltra nei boschi. Il complesso è inoltre sede del museo di Storia naturale del Vulture in cui sono conservati reperti preistorici e di fauna nell’area.
Per gli amanti del trekking, a piedi o a cavallo, e della natura in generale, il territorio di Rionero in Vulture offre diverse occasioni di svago e relax.
Luogo di singolare bellezza e suggestione è la Riserva Naturale Grotticelle, nel comune di Rionero in Vulture, nota per la Acanthobramaea europaea, rarissima farfalla che generalmente vive in zone tropicali e, nonostante si ritenesse estinta, si posa anche tra le querce di questa area verde.
Nella riserva ci si può divertire in appassionanti escursioni che consentono di visitare esclusivi spettacoli naturali, proprio nei luoghi, un tempo rifugio di briganti, eremo di monaci, terreno di caccia di Federico II di Svevia.
Gli appassionati di trekking a piedi e a cavallo, ma anche di percorsi in bici, possono soddisfare in pieno le proprie emozioni nell’incantevole spazio verde che abbraccia i due laghi vulcanici di Monticchio, frazione di Rionero in Vulture, ricco di boschi, coste verdeggianti, altopiani sconfinati e sentieri che conducono verso paesaggi da fiaba.
I percorsi praticabili sono quelli un tempo calcati anche dai briganti capeggiati dal generale rionerese Carmine Crocco e si inerpicano, vertiginosi, in direzione dell’Abbazia benedettina di San Michele, fino alle infinite fontane del Vulture, fra grotte e anfratti.
Chi si avventura in questi itinerari è avvolto dal penetrante profumo di roveri e faggi mentre, girando lo sguardo verso i due laghi, uno più grande, l’altro più piccolo, gli occhi immortalano come nitidi obiettivi i fiori della ninfea alba, che galleggia, quasi sfiorandole, solo su queste acque.