Nell’antico borgo di San Chirico Nuovo si respira aria di autenticità, in esso scorrono sotto gli occhi curiosi del visitatore ringhiere e inferriate in ferro battuto, alcuni dalla fattura più semplice altri più elaborata, segno di un’attività artigianale molto consolidata nel passato.

L’antichità del paese è testimoniata dai numerosi rinvenimenti nel corso di scavi archeologici condotti sul suo territorio.

Il borgo, infatti, è sorto nella località Serra, nelle immediate vicinanze dell’attuale abitato, intorno al VI secolo a.C.

Visitarlo consente di scoprire i resti del castello feudale, la chiesa madre di San Nicola di Bari, con impianto romanico e interni barocchi, e folti boschi che si rivelano pian piano nel corso di lunghe e piacevoli passeggiate lungo distese di vigneti e uliveti.

Nel dialetto locale gli abitanti di San Chirico sono denominati “Griciudd”, Greci, e non è un caso, dal momento che il paese visitabile oggi con molta probabilità è stato fondato nel 960 d.C. per mano di una colonia greco-bizantina che in questo territorio trovò riparo dalle persecuzioni iconoclastiche.

Diversi feudatari si alternano come signori nella storia del paese, come la famiglia Sanseverino (1160) che fa edificare un imponente castello di cui oggi resta solo una torre.

Durante la dominazione sveva il feudo passa dai Sanseverino a Manfredi, figlio dell’Imperatore svevo Federico II, mentre nel corso dell’epoca angioina si succedono diversi nomi: (1270) da Goffredo di Sarzin (1274) a Giacomo Balsimiano e poi Giovanni Saumery, Roberto Austrasche finché nel 1285 non torna ai Sanseverino (1285).

Uno degli accadimenti rilevanti nella storia di San Chirico Nuovo è poi segnato nel 1860 dall’ingresso in paese di una banda armata capeggiata dall’ufficiale spagnolo Bories da cui deriva un aspro conflitto.

Si deve raggiungere la sommità del colle, a San Chirico Nuovo, per scoprirne parte del patrimonio culturale più antico, lì infatti si trova la parte più vecchia del paese, dove sono impresse le tracce delle dominazioni subite in epoca feudale.

Una di queste è la torre a pianta quadrata del castello, la quale si sviluppa su tre livelli e al suo interno, al primo e al secondo piano, conserva alcuni ambienti a volta.

Il borgo si snoda in una serie di vicoli e vicoletti molto pittoreschi che dal punto più alto scivolano fino a quello più basso, laddove si sviluppa l’abitato e si possono visitare alcuni caratteristici luoghi di culto, come la chiesa madre di San Nicola di Bari e la chiesa di San Giovanni.

Proprio di fronte alla chiesa madre, in piazza Roma, svetta Palazzo Padula, risalente alla seconda metà del XVIII secolo, con la facciata abbellita dal portale d’ingresso in pietra lavorata.

Profumi e sapori di un tempo caratterizzano la cucina di San Chirico Nuovo, in cui predomina la tradizione contadina in piatti a base di pasta fatta in casa e condita prevalentemente con sughi di carne e legumi.

Una prelibatezza è costituita anche dai cavatelli con le cime di rape, dall’agnello al forno e dalla cicoria con prosciutto crudo. Tra i dolci si consigliano le frittelle.

Adagiato su una collina San Chirico Nuovo è circondato da splendidi paesaggi di montagna e pur essendo il più piccolo centro dell’Alto Bradano accoglie una vasta area boschiva verdeggiante e accogliente, in cui si vive la sensazione di volersi perdere.

I boschi del paese sono, in realtà, la naturale estensione del bosco del Cupolicchio che a sua volta si estende nel territorio di Albano di Lucania e del bosco di Fonti, a Tricarico. A rendere oltremodo suggestivo il contesto ambientale che si sviluppa intorno al paese contribuiscono le colture di ulivi e viti, le quali, man mano che ci si allontana dal paese lasciano il posto ad estese coltivazioni cerealicole.

Una spiritualità spiccata si percepisce nel borgo di San Chirico Nuovo, dove dal 1982 è venerata una statua della Madonna del Carmelo, custodita in un’edicola all’ingresso di un centro di riti spirituali abitato da suore e per questo meta di pellegrinaggio.

La tradizione vuole che sarebbe stata la Vergine stessa a chiedere di essere venerata a San Chirico e i pellegrini non hanno tradito questa attesa, donando alla struttura che ospita l’effige della Madonna infiniti ex voto per grazia ricevuta.

In paese da non perdere è la chiesa madre di San Nicola di Bari, con impianto romanico databile tra XVI e XVII secolo e interni barocchi. Interessanti sono le opere d’arte custodite, come le tele raffiguranti la Crocifissione di Cristo, risalente al XVII secolo, e l’Annunciazione della Vergine, del XVI secolo.

La facciata presenta una parte centrale più alta, inquadrata da lesene di ordine gigante e frontone di coronamento, e due zone laterali con andamento superiore della parete a voluta.

Un ricco patrimonio archeologico, venuto alla luce nel corso di campagne di scavi condotti nel territorio, dimostra l’antica esistenza di San Chirico Nuovo.

Sono infatti stati rinvenuti vasi di terracotta, un’armatura tipica dei soldati lucani, alcune monete romane e greche e pietre con iscrizioni sepolcrali. Tra gli ultimi ritrovamenti sono emersi anche due templi – “sacelli”- dedicati alla Dea della caccia, “Artimis”, alla dea della natura, Demetra, e alla dea dell’amore, Afrodite.

Proprio in base a questi ultimi è stato appurato che nel VI secolo a.C., il sito di località Serra è stato abitato da genti di cultura Daunia, presumibilmente i “Peukentiantes”.