Immerso nella più profonda anima della Val D’Agri, il paese sorge in collina, lungo la valle del fiume Agri.

Varcata la “soglia” di questa “porzione” di Basilicata stress e caos della vita quotidiana restano fuori, perché ci si sente avvolti dall’aria salubre che si respira passeggiando lungo il centro storico un serpentello di stradine, scalinate, vicoli tra i quali si dipanano palazzi gentilizi e chiese, scrigni di preziosi gioielli sacri, oltre alla cosiddetta Torre Molfese (nell’XI sec), oggi sede del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.

A Sant’Arcangelo ci si può lasciar andare in percorsi culturali che trovano il loro culmine nell’imponente e mistico complesso di Santa Maria D’Orsoleo, che sorge non lontano dal centro abitato, letteralmente chiuso nell’abbraccio di un paesaggio verde e incontaminato fatto di uliveti e colline.

Qui si ha la sensazione di far parte del più bello e pregevole dei dipinti. L’apoteosi della beatitudine, nel piccolo borgo della Val D’Agri, si raggiunge assaporando le prelibate chicche della sua cucina, semplice, gustosa, unica.

Secondo alcuni studi, il piccolo borgo della Val D’Agri deve il suo nome all’Arcangelo Michele, come racconta l’antica storia di Sant’Arcangelo.

L’attuale abitato sarebbe stato fondato dai Longobardi, nella seconda metà del VII secolo a.C. i quali avrebbero peraltro attribuito al paese della Val D’Agri il nome di Sant’Arcangelo, in onore del loro santo Patrono, San Michele Arcangelo, appunto.

Nello stesso territorio sono stati individuati insediamenti risalenti all’VIII secolo a.C., fase in cui l’intera area era abitata dall’antico popolo degli Enotri, ma tra la fine del V secolo a.C. e gli inizi del IV, questi sarebbero stati assorbiti dai Lucani, popolo che occupa l’intera valle dell’Agri. E proprio a questo periodo risale il quartiere di San Brancato dove è stata scoperta una necropoli che conta oltre cento sepolture.

Il nome di Sant’Arcangelo è legato all’antico convento di Santa Maria Orsoleo, oggi sede di un innovativo e suggestivo museo scenografico.

Testimone possente di un’antichissima tradizione spirituale, il Convento di Santa Maria di Orsoleo si trova nel cuore della Basilicata, su uno dei crinali dominanti la media Valle dell’Agri, a soli quattro chilometri da Sant’Arcangelo.

Il percorso museale allestito all’interno del complesso monumentale offre al visitatore un’esperienza culturale unica, un viaggio spirituale nella Basilicata del passato e del presente.

Grandi immagini, narrazioni sonore, video istallazioni, effetti scenografici e filmati in 3D narrano ed evocano le origini, la vita quotidiana, la memoria viva del convento dinastico, nonché il contesto ambientale, nella sua accezione geomorfologica e paesaggistico culturale, tra esigenze del sacro e pratiche religiose.

Centro prevalentemente agricolo Sant’Arcangelo è circondato da vigneti ed uliveti i cui prodotti contribuiscono ad imbandire la sua ricca tavola.

Tra i piatti tipici spicca senza dubbio, come il gran parte della Basilicata la pasta di casa, non da meno sono poi i formaggi e i salumi tipici, tra i quali si distinguono per lo più soppressata e salsiccia.

Come ogni banchetto che si rispetto quello imbandito a Sant’Arcangelo non può non comprendere anche deliziosi dolci nella maggior parte dei casi legati alle feste religiose. Meritano di essere ricordati il calzone di ricotta e cannella, i mostaccioli, i biscotti di mandorle e vin cotto.

Nelle trattorie del piccolo borgo della Val D’Agri si possono degustare anche i vini lucani noti fuori regione, in particolare il Grottino di Roccanova Igp e il Terre dell’alta Val D’Agri Doc.

Il pittoresco comune di Sant’Arcangelo domina la Valle dell’Agri, in un meraviglioso ambiente che offre allo sguardo di chi osserva morbidi pendii e dolci colline, circondandosi di distese di vitigni e uliveti.

La Val d’Agri, d’altronde, è una delle aree più verdi della Basilicata, compresa nel cuore della più giovane area protetta lucana, quello Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.

Questo spazio di Basilicata si presenta come uno splendido affresco in cui spiccano colori intensi in cui ricadono borghi ricchi di storia e cultura, valori sacri e natura.

Il borgo di Sant’Arcangelo, rinomato per le sue coltivazioni ortofrutticole e per la produzione di olio, sorge su un promontorio da cui è possibile apprezzare uno dei panorami più belli ed estesi sulla Valle del fiume Agri. Guardando oltre infatti si distinguono le increspature della parte più interna dei Calanchi, di cui si può dire che Sant’Arcangelo rappresenta la porta d’accesso meridionale.

Un territorio cangiante quello della Valle dell’Agri, dove ad imponenti montagne, scendendo verso valle, cedono il passo dolci colline, a loro volta alternate a fertili pianure, campi e boschi dalle tonalità intense. Un territorio quello della Val D’Agri incontaminato e per questo habitat ideale di numerose specie animali e vegetali.

Simbolo sacro di Sant’Arcangelo e, in realtà, di tutta la Basilicata, è il Convento di Santa Maria Orsoleo, poco distante dall’abitato. Il borgo custodisce però altri luoghi di culto che meritano di essere visitati.

L’imponente monastero di Santa Maria Orsoleo sorge fuori dal paese, su una struttura a cavallo tra il fiume Agri e il Sinni e, in posizione dominante, si trova proprio sulla mulattiera che congiungeva Sant’Arcangelo a Roccanova. Oggi è anche sede di uno straordinario museo scenografico interattivo e dotato delle più moderne tecnologie in grado di affascinare e coinvolgere il visitatore. A Sant’Arcangelo meritano di essere visitate anche altre architetture religiose.

La chiesa di san Rocco si distingue per il suo bell’affresco (XVIII sec.) raffigurante Madonna e Santi, oltre che per una pala d’altare ritenuta una delle più pregevoli opere del tardo Seicento in Basilicata.

Molto interessanti sono anche gli altari lignei e i dipinti dei secoli XVII e XVIII, un crocifisso settecentesco e un pulpito contemporaneo. Interessante è anche la chiesa di San Nicola di Bari, con un fonte battesimale del ‘400 e affreschi di Francesco Lanza del secolo XVIII.

IL CONVENTO DI SANTA MARIA ORSOLEO

Tra il paesaggio pittoresco che lo circonda, attraversato da colline, uliveti e vigneti, e gli splendidi affreschi che custodisce, il complesso è un vero e proprio monumento di spiritualità, arte e cultura.

Riconosciuto come una delle architetture più importanti della Basilicata, viene edificato a partire dal 1474 su iniziativa del conte Eligio della Marra, il quale volle un monastero per i frati osservanti, inglobando la vecchia cappella di Santa Maria.

Suoi punti di forza solo i meravigliosi affreschi che impreziosiscono le volte e le pareti del portico e che raffigurano diversi episodi della vita di Cristo e di San Francesco, oltre a scene allegoriche, realizzati dall’artista lucano Giovanni Todisco, originario di Abriola in provincia di Potenza, il quale ha firmato l’“Adorazione dei Magi” sulla parete meridionale del pian terreno.

Il ciclo di affreschi si snoda intorno a due chiostri, uno più grande e uno più piccolo, rispettivamente del Seicento e del Quattrocento. Degna di nota è anche la chiesa annessa al complesso abbellita da un imponente campanile. Al suo interno di pregevole fattura è l’altare maggiore in marmi policromi (1777), e si può ammirare anche una prestigiosa scultura lignea del XIII secolo raffigurante la Madonna col Bambino, decorata da abiti in cartapesta.

Pregevoli sono anche il coro ligneo barocco e le numerose tele seicentesche, alcune delle quali sono attribuite all’artista lucano Antonio Stabile.